Traccia un cerchio attorno a te e salvati!: il diavolo nelle fiabe russe
Mai sentito parlare di doppia fede (dvoeverie)? No? Analizziamo la figura del diavolo nelle fiabe russe per capirci qualcosa in più
La sopravvivenza della cultura pagana
Amo le fiabe e i film di magia e, da buona napoletana, adoro tutto ciò che è legato a riti e credenze popolari. Mi è venuta voglia di scrivere questo post per condividere con voi un aspetto che mi ha sempre incuriosita: il cerchio che si traccia a terra per salvarsi dal maligno. Quanti di voi hanno visto nei film di magia e nelle serie TV con streghe e mostri questo strano rituale? Sicuramente tutti, anche i non amanti del genere, ne sono sicura.
E allora perché non partire proprio dal folklore russo e analizzare insieme questo bizzarro rituale? Facciamo un paio di premesse storico-religiose che ci consentiranno di capire meglio il rapporto che aveva il popolo nei confronti del Maligno e di come questo sia mutato al momento della cristianizzazione della Rus’ (988).
La cultura russa si basa sul fenomeno della coesistenza di una concezione cristiana e di una pagana della fede, la cosiddetta dvoeverie (doppia fede). Utilizzo il presente (“si basa”) perché secondo alcuni, il fenomeno è ancora attuale. Prima che il principe Vladimir rendesse ufficiale la religione cristiana ortodossa, il popolo era pagano. Adorava quindi divinità prevalentemente legate alle forze della natura ed eseguiva riti e cerimoniali strettamente correlati a tali elementi. Quando la Rus’ venne cristianizzata nel 988, il popolo dimostrò di non voler sostituire le proprie divinità con quelle nuove, ed anche se non rinnegò la nuova religione cristiana, fece di tutto per mantenere vivi i culti e le credenze che sentiva proprie per tradizione.
Il diavolo nelle fiabe russe e nel folklore
Le divinità pagane nella prospettiva cristiana erano percepite come demoni. Lo erano, quindi, anche il mio adorato Lešij (lo spirito dei boschi), il Domovoj (lo spirito della casa), il Polevnik (lo spirito dei campi), il Vodjanoj (lo spirito delle acque) e il Baennik (lo spirito che vive nella sauna). Di queste antiche divinità pagane, la religione ortodossa non negava l’esistenza ma li considerava demoni, cioè varietà particolari di diavoli. Anche se il popolo riconosceva e distingueva la forza cristiana (krestnaja sila) dalla forza impura (nečistaja sila), la fede non ufficiale (praticata nella vita di tutti i giorni dalla gente semplice) prevedeva che ci si potesse rivolgere sia ai rappresentanti dell’una che a quelli dell’altra (così come abbiamo visto in tutti i post dedicati agli spiriti impuri elencati poc’anzi).
Nelle leggende popolari, l’origine del demonio si lega al mito del Vecchio Testamento circa gli angeli traviati (nelle leggende russe il diavolo era un angelo che si era stancato di glorificare Dio). Nell’immaginazione popolare, i diavoli zoppicano perché gli angeli quando sono stati cacciati dal cielo e precipitati sulla terra, si sono spezzati una gamba. Una volta precipitati sulla terra, gli angeli, ormai diventati esseri impuri, hanno iniziato a stabilirsi nei luoghi dove cadevano, diventando padroni del posto. Ecco allora i Vodjanye, signori delle acque, i Domovye delle case, i Lešie dei boschi etc…
Il cerchio per potersi salvare
Siccome però sulla terra si erano riversate parecchie forze impure, queste, per evitare litigi ed ostilità, avevano tracciato con un cerchio le loro zone di influenza. Il cerchio circoscriveva un particolare campo di azione e chiunque vi fosse capitato dentro, immancabilmente avrebbe perso la strada e difficilmente si sarebbe potuto liberare dalle grinfie del diavolo.Dal diavolo quindi, così come dagli altri spiriti maligni delle fiabe russe, ci si può salvare con un cerchio.
Nella fiaba di Afanas’ev Storie di streghe (366), il cerchio è usato anche dall’eroe per difendersi dal maligno. Nella fiaba si racconta di un bambino, figlio di un pope, che scopre che la figlia dello zar è una strega. La donna si ammala e chiede che, in caso di morte, il figlio del pope le legga il salterio. Il bambino terrorizzato racconta le sue angosce alla vecchia insegnante che gli suggerisce:
Non temere, eccoti un coltellino; quando arriverai in chiesa (dove hanno riposto la bara della strega) tracca intorno a te un cerchio, leggi il salterio e non guardarti mai indietro. Qualsiasi cosa succeda, qualsiasi mostruosità tu veda, tu continua a leggere, senza farci caso! Ma se ti guarderai indietro sarai perduto per sempre!” . La sera il ragazzo arrivò in chiesa, tracciò intorno a sé col coltellino il cerchio e si concentrò sul salterio. Suonarono le dodici, la lastra della tomba si sollevò, la principessa si alzò, corse fuori ed iniziò a gridare: “Ah, ora imparerai dalle mie finestre a guardare e a tutti andarlo a raccontare!”. Cercò di lanciarsi sul figlio del pope, ma in nessun modo riesce a superare il cerchio; allora incominciò a far apparire un sacco di cose terribili; solo che qualsiasi cosa facesse, quello continuava a leggere, non alzava gli occhi. Quando iniziò ad albeggiare, la principessa si precipitò nella bara.
La strega quindi, è come se riconoscesse all’eroe il possesso incontrastato di quella parte delimitata dal cerchio, così come fanno i diavoli tra loro. Il rituale adottato dal figlio del pope quindi, poteva essere considerata una forma di precauzione contro il diavolo, precauzione che permetteva di essere intoccabili ed inattaccabili dalle più pericolose minacce del Maligno. Ora, se vedete una serie TV con maghi, streghe e mostri, sapete anche perché i vostri eroi si proteggono dentro un cerchio tracciato a terra!.
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