Il regno in capo al mondo: come ve lo immaginate il paradiso?
Per gli antichi slavi era un luogo incantevole, oltre le nuvole o forse dietro le montagne e, comunque, tutto d’oro!
Il “regno del sole”
Il regno in capo al mondo (Тридевятое царство, tridevjatoe carstvo) è per gli eroi della fiaba russa ciò che per i credenti cristiani è il paradiso. Un luogo bellissimo dunque, chiamato anche Irij sad. Qui potete trovare tutto: l’albero del mondo (una betulla su cui dimorano le anime dei defunti), splendidi uccelli, cavalli dalla criniera d’oro, mele che restituiscono la giovinezza e sorgenti di acqua viva e morta. Gli slavi lo associano al paese dell’abbondanza dove peraltro, cosa non trascurabile, è sempre estate! E non a caso è soprannominato anche il “regno del sole”.
Dove si trova il regno in capo al mondo?
Dipende. Può essere sotto terra, oltre le montagne, al di là delle nuvole ma anche sott’acqua. Perché può trovarsi in così tanti posti? Semplice, perché il paradiso, non solo per gli slavi, ma per tutti i popoli del mondo, è una riproduzione del mondo attuale, immaginato in relazione all’ambiente naturale circostante; per un antico popolo montano ad esempio, il paradiso probabilmente è oltre la montagna più alta.
Ma non pensate sia così facile raggiungerlo. Innanzitutto dovete essere persone pie. Lo siete? Allora potete proseguire il vostro viaggio alla ricerca del regno in capo al mondo, ma sappiate che non sarà facile arrivarci.
Sulla strada l’eroe della fiaba incontrerà quasi sempre un ostacolo sotto forma di foresta oscura e impenetrabile, che simboleggia il passaggio dal regno dei vivi a quello dei morti. La foresta è ricca di insidie e di pericoli che rallenteranno il vostro cammino, e anche se riuscirete a sviarli tutti, dulcis in fundo, troverete la terribile casetta della Baba-jagà a sbarrarvi il passaggio. E qui son dolori…
Un mondo tutto d’oro!
Essendo una riproduzione del nostro mondo, nel regno in capo al mondo potete trovare anche meravigliosi palazzi e castelli. La loro caratteristica? Sono tutti d’oro! Questa è una peculiarità del regno in capo al mondo, relativa non solo a palazzi e castelli, ma anche a tutti gli oggetti che l’eroe della fiaba viene a cercare: ci troverete infatti setole d’oro, penne d’oca d’oro e cavalli con le criniere d’oro e uccelli di fuoco. Perché?
Probabilmente perchè nel regno in capo al mondo è sempre estate. Il sole è sovrano del luogo e pertanto tutti gli oggetti che vi si trovano riflettono di questa luce meravigliosa. Qui inoltre, potete trovare due animali fortemente simbolici di cui parleremo nei prossimi post: l’uccello di fuoco (žar-ptica) e il cavallo dalla criniera d’oro.
Come si entra
Anche se parliamo di paradiso, nel regno in capo al mondo ci si può arrivare senza necessariamente passare a miglior vita. E l’eroe della fiaba questo lo sa. Egli infatti riesce ad entrarvi quasi sempre, grazie soprattutto all’aiuto di diversi animali-aiutanti o di un vascello volante. Di solito gli animali che trasportano l’eroe nel regno dei morti (ossia il regno in capo al mondo), sono proprio l’uccello e il cavallo.
Questi due aiutanti come dicevamo, hanno un forte valore simbolico nella fiaba, che si richiama ad ataviche credenze. Nell’antichità infatti, si pensava che l’uccello fosse l’animale incaricato del trasferimento dei morti in quel regno. La fiaba mantiene viva questa antichissima credenza che peraltro è presente in quasi tutti i popoli del mondo. Uno di tali retaggi lo troviamo ad esempio proprio nell’immagine cristiana degli angeli alati che portavano via l’anima. Ecco spiegato perché il tragitto fino al regno in capo al mondo si svolge quasi sempre su un uccello!
A riprova, vi consiglio di leggere la fiaba di Afanas’ev Lo zar-fanciulla (232). Qui l’eroe riesce a scampare al forno della Baba-jagà grazie proprio allo l’uccello di fuoco, a cui la famelica strega riesce comunque a strappare qualche penna d’oro dalla coda prima di perdere definitivamente il suo bocconcino.
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