Tanta fatica per progettare l’Arco di Trionfo e poi non vederlo: Giuseppe Bove

L’arco di Trionfo a Mosca fu progettato dall’architetto Giuseppe Bove che morì pochi mesi prima della sua inaugurazione

Un infaticabile lavoratore

L’arco di trionfo di Giuseppe Bove è uno dei monumenti più importanti di Mosca. Continuiamo il nostro viaggio indietro nel tempo alla scoperta delle opere di questo grande architetto italo-russo (San Pietroburgo 1784- Mosca 1834) che fu a capo della commissione speciale (“la spedizione per il Cremlino) che ricostruì Mosca dopo l’incendio del 1812.

Giuseppe Bove in qualità di architetto ebbe l’incarico di progettare tantissimi edifici, molti dei quali di grande prestigio. Tra i tanti ricordiamo l’Arco di trionfo, il Teatro Bol’šoj, La Galleria dei Mercanti sulla Piazza Rossa, il maneggio, il primo ospedale comunale, la casa del principe Gagarin. Pensate, a soli 32 anni, Giuseppe Bove aveva già progettato 33 edifici!

Era l’architetto del momento, e poiché lo zar Nicola I desiderava un monumento che ricordasse la vittoria su Napoleone, venne scelto proprio lui nel 1826 per il progetto architettonico.  In realtà l’Arco di Trionfo già esisteva, era stato progettato anni prima, nel 1814 alla fine dell’attuale via Gorkij. Il monumento però era stato costruito in legno e iniziò a deteriorarsi con sorprendente velocità. Si decise così, dopo circa 12 anni (nel 1826 appunto) di ricostruirlo in pietra. Il progetto fu affidato all’architetto più in voga del momento, Giuseppe Bove, mentre la parte delle decorazioni all’italiano Giovanni Vitali e al russo Ivan Timofeev.

Giuseppe Bove era un lavoratore infaticabile come sottolinea Ettore lo Gatto (1890- 1983) slavista, critico letterario e traduttore nelle note del Vol 1 di Gli artisti italiani in Russia,Libri Scheiwiller, Milano. Quando gli venne affidato l’incarico dell’Arco di Trionfo, riuscì a completare i disegni preparatori nello stesso anno in cui gli vennero commissionati!

tomba di Giuseppe Bove al monastero maschile di Donskoj (Mosca)

La “vita travagliata” dell’Arco di Trionfo di Bove

Ma Giuseppe non ebbe vita facile con questo progetto. Una serie di lungaggini, compromisero la sua tabella di marcia, e la realizzazione dell’arco slittò di parecchi anni. Innanzitutto nacque l’esigenza di ridisegnare la mappa della strada che portava da San Pietroburgo a Mosca, pertanto, dovette necessariamente  rielaborare il progetto iniziale. Questo portò via i primi tre anni. I lavori iniziarono ufficialmente nel 1826, ma ben presto si arenarono (si dice per mancanza di fondi dovuti all’indifferenza delle autorità verso il progetto di Nicola I).

I lavori ripresero, e dopo 5 anni il monumento fece bella mostra di sé nella città di Mosca. L’arco di Trionfo venne inaugurato nel 1834 e rifletteva perfettamente lo spirito con cui l’aveva progettato Bove: l’arco doveva magnificare la grandezza della Russia e il valore dei suoi soldati. Bove ebbe il grande merito di aver realizzo un progetto che esprimeva perfettamente la Russia che era riuscita a non soccombere ,“sorta dalle ceneri”, così come specificato nell’iscrizione in cima all’arco. Il nostro architetto, però, ebbe la sfortuna di morire due mesi prima dell’inaugurazione del monumento, avvenuto a settembre del 1834.

E’ sepolto al monastero di Donskoj (Mosca)

L’iscrizione sull’Arco di Trionfo

Se avesse visto l’Arco di trionfo completamente finito, i suoi occhi avrebbero ammirato sei coppie di possenti colonne adagiate su imponenti piedistalli sormontati da grandi statue di antichi guerrieri. Se il suo sguardo si fosse allungato verso il cielo, avrebbe visto sui capitelli delle colonne, 36 stemmi (compresi quelli reali) delle allora provincie russe che avevano partecipato, con valore, alla grande guerra patriottica del 1812. E poi, ancora più su, con la mano a ripararsi dal sole, avrebbe scorto l’arco sormontato dal Carro della Vittoria sotto al quale spiccavano due scritte in onore dello zar Alessandro I, esaltato come salvatore della Patria. Avrebbe notato che la scritta verso l’interno della città era in russo e che quella verso l’esterno era in latino. Avrebbe strizzato gli occhi e forse sarebbe riuscito a leggere l’iscrizione che ben conosceva e che così recitava:

Alla beata memoria di Alessandro I che recuperò dalle ceneri e adornò con cura paterna di molti monumenti questa prima capitale messa a fuoco nell’estate del 1812 durante l’invasione dei Galli e di tanti altri popoli

L’arco fu distrutto nel 1936 secondo le direttive staliniane di riorganizzazione urbana e ricostruito nel 1968 così come appariva al momento della sua demolizione. L’unica cosa che venne cambiata fu l’iscrizione allo zar Alessandro I

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