Nespolo e Maier al Genio di Roma 

Nespolo e Maier al Genio di Roma

Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio

Ugo Nespolo e Vivian Maier al Museo del Genio di Roma fino al 15 febbraio 2026. Si affaccia sulla scena culturale romana un nuovo protagonista, dell’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio che diventa un centro culturale innovativo dopo decenni di chiusura. Nei giorni scorsi si è aperto al pubblico completamente rinnovato, con oltre 4.000 metri di spazi che raccontano storia, tecnologia, arte e creatività.

Il Museo del Genio non è solo uno spazio espositivo, ma un vero e proprio polo culturale in cui apprezzare una biblioteca, un archivio storico e fotografico. Qui si racconta l’intelligenza come forza trasformativa, attraverso le grandi invenzioni italiane che hanno segnato il progresso tecnologico e scientifico. Tra i pezzi più preziosi, spicca l’attrezzatura radiotelegrafica originale di Guglielmo Marconi, simbolo della rivoluzione nelle comunicazioni mondiali, e uno dei primi telefoni di Antonio Meucci, testimonianza dell’ingegno italiano.

Ad inaugurare questa nuova stagione culturale, il Museo del Genio ospita due grandi mostre di rilevanza internazionale: “Vivian Maier. The Exhibition” e “Pop Air” di Ugo Nespolo.

“Vivian Maier. The Exhibition è dedicata alla celebre fotografa americana, icona della street photography, di cui si celebra il centenario. Curata da Anne Morin, la mostra presenta oltre 200 scatti che raccontano con autenticità la vita quotidiana delle città.

“Pop Air” di Ugo Nespolo, invece, è una vera anteprima nazionale. L’artista interpreta con ironia e creatività i grandi capolavori internazionali attraverso imponenti sculture gonfiabili site-specific. Due linguaggi diversi, quindi, che si incontrano, confermando la vocazione del Museo del Genio a essere ponte tra passato e presente, tra ricerca, meraviglia e fascinazione. 

“Vivian Maier. The Exhibition

Vivian Maier (1926–2009), tata di professione e fotografa per vocazione, ha dedicato la sua vita a documentare la quotidianità americana tra Chicago e New York. La sua storia è emersa solo dopo la sua morte, quando migliaia di rullini sono stati ritrovati per caso in un magazzino venduto all’asta. Il documentario “Finding Vivian Maier” (2014), candidato all’Oscar, ha contribuito a diffondere la sua fama a livello mondiale.

Maier non abbandonava mai la sua Rolleiflex, scattando compulsivamente e prediligendo l’anonimato: rubava scatti senza mettere in posa i soggetti, evitando artifici e costruzioni. Le piaceva osservare con attenzione bambini, donne, anziani e persone ai margini della società, fermando nel tempo attimi eterni.

Le sette sezioni tematiche della mostra di Maier

Ciascuna delle sezioni è dedicata a un aspetto distintivo della produzione di Maier. 

La prima, “L’America del dopoguerra e la facciata del sogno americano”, raccoglie immagini di persone ai margini della società, spesso riprese di spalle o senza che si accorgessero della presenza della fotografa. La seconda sezione, “Il Super 8 e la vivace trama umana degli spazi metropolitani”, esplora l’approccio cinematografico di Maier, che negli anni Sessanta alterna la fotocamera Rolleiflex alla macchina da presa Super 8, documentando la realtà urbana senza artifici o montaggi. La terza sezione, “Tutti i colori della straordinaria vita ordinaria”, presenta rare immagini a colori scattate nei quartieri operai con una Leica 35 mm, dove il colore diventa strumento espressivo e aggiunge intensità alle scene di vita quotidiana.

La quarta sezione, “L’astratto visto da vicino”, mostra il lato meno noto di Maier: fotografie in cui la realtà si dissolve in dettagli ravvicinati, creando immagini poetiche e quasi irreali. La quinta sezione, “Vivian sono io”, è dedicata agli autoritratti, tra le opere più iconiche dell’artista. Riflessi, ombre e sagome rivelano la sua visione di sé e il suo approccio sperimentale, anticipando la cultura contemporanea del selfie. La sesta sezione, “Uno sguardo ravvicinato e sincero su un’epoca passata”, conduce il visitatore per le strade di New York e Chicago, dove Maier osserva e immortala volti ed emozioni di una società in trasformazione, con particolare attenzione alle donne e alle persone comuni. Infine, la settima sezione, “Bambini nel tempo”, esplora uno dei temi più personali della fotografa: l’infanzia. Le immagini dei bambini, spesso quelli di cui si prendeva cura, sono caratterizzate da uno sguardo attento e sensibile, capace di cogliere l’essenza più autentica e genuina della loro vita.

“POP AIR. Ugo Nespolo

Ugo Nespolo, tra gli artisti più eclettici e innovativi del panorama italiano, capace di attraversare epoche, stili e linguaggi con uno sguardo ironico e acuto. La mostra, in anteprima mondiale, offre una lettura inedita della scultura italiana e internazionale, tra leggerezza concettuale e potenza visiva. Otto grandi Sculture Gonfiabili, alte fino a cinque metri, animano il cortile del Museo.

Si tratta di omaggi visionari ad alcune delle icone della storia dell’arte – da Pomodoro a Koons, da Kusama a Modigliani, passando per la Venere di Milo, Rodin, Botero e Louise Bourgeois. Le opere si muovono leggere nel vento e ci strappano un sorriso e tanta ammirazione.

“In Pop Air ho voluto confrontarmi con la scultura non più come esercizio di peso o stabilità, ma come esperienza di leggerezza pensante” dice Nespolo.

In questo progetto, la leggerezza non è solo un dato fisico, ma anche un invito concettuale: guardare ai grandi maestri della scultura con uno sguardo nuovo, libero e accessibile. Nelle intenzioni dell’autore, queste opere sono un modo per avvicinare il pubblico all’arte attraverso la curiosità, la meraviglia, e, innanzitutto la leggerezza. Il Museo si trasforma così, sotto le mani di Nespolo, in un parco dell’immaginario che invita il visitatore a ritrovare nello sguardo leggero dell’arte un gesto di libertà. 

Nespolo e Maier al Genio di Roma sono un appuntamento da non perdere, un’occasione unica per tuffarsi nel mondo dell’arte a 360° tra sculture moderne, foto in bianco e nero, architettura, ricerca e scoperte. 

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