Rasputin nel racconto di William Le Queux


Verità e leggenda
Rasputin è una delle figure più enigmatiche e controverse della Russia zarista a cui lo scrittore inglese William Le Queux dedicò nel 1918 il libro Il ministro del male, la storia segreta di Rasputin. Oggi il testo è nuovamente in libreria, fresco di stampa, nell’edizione di Lorenzo de’Medici Press.
Rasputin: il suo nome è diventato sinonimo di mistero e potere occulto. Guaritore, mistico, consigliere spirituale della zarina Alessandra, ma anche uomo depravato e grande manipolatore. Sono queste le caratteristiche che hanno accompagnato nel tempo la figura enigmatica di quest’omone alto quasi due metri, dallo sguardo ipnotico e particolarmente malvagio.
Il libro è una vera rivelazione, anche se, va ricordato, che la fervida immaginazione di William Le Queux ha certamente contribuito ad amplificare alcune situazioni descritte. Comunque sia, il libro è godibilissimo e ricco di intrighi veramente da brivido.
Il ministro del male, la storia segreta di Rasputin
William Tufnell Le Queux (1864–1927) fu uno scrittore prolifico, autore di più di 150 opere tra romanzi di spionaggio, racconti d’avventura e saggi pseudo-giornalistici. Le sue opere riflettono lo spirito del tempo, spesso caratterizzate da un tono sensazionalistico e da un forte interesse per gli intrighi internazionali. Nel caso di Rasputin, Le Queux si affida a una narrazione che unisce documentazione, testimonianze e una certa dose di invenzione letteraria. Non si tratta, quindi, di una biografia storica in senso stretto, ma di una ricostruzione narrativa che rielabora la percezione di Rasputin in Occidente durante e subito dopo la Rivoluzione russa.

Il libro si presenta, quindi, come una narrazione che mescola cronaca e invenzione. Pubblicata originariamente nel 1918 (a ridosso della morte di Rasputin nel 1916 e della caduta della dinastia Romanov nel 1917), rifletteva l’urgenza di raccontare un mondo appena tramontato.
Le Queux, di fatto, non inventa tutto di sana pianta, ma mette insieme le fonti scritte lasciate da Fiodor Rajevskij, il segretario e servitore di Rasputin, attraverso i cui occhi è narrata tutta la storia. Leggerete, pertanto, un libro scritto in prima persona, quella di un testimone diretto, un artificio narrativo che serviva a Le Queux per aumentare la suspense di tutta la narrazione.
Nella prima parte del testo, Le Queux ci fa familiarizzare con la figura di Rasputin, ci parla del suo inserimento alla corte dei Romanov, ci narra la sua crescente influenza, i presunti scandali, i rapporti con la zarina Alessandra e le vittime innocenti che fa uccidere. Negli ultimi capitoli, invece, lo scrittore inglese si concentra sulla narrazione del complotto ordito contro Rasputin e il suo assassinio da parte di un gruppo di aristocratici, guidati da Feliks Jusupov.
Chi era Rasputin?
Un ladro di cavalli. Nato nel 1869 in un villaggio della Siberia orientale e quinto di nove figli, Rasputin riesce a diventare, per una serie di coincidenze, consigliere privato alla corte dei Romanov. La storia di questa escalation è raccontata in prima persona dal suo consigliere personale Feodor Rajevski. Nelle memorie di quest’ultimo si sottolinea come la fama di Rasputin derivasse soprattutto dal presunto potere di alleviare le sofferenze del giovane zarevic Alessio, afflitto da emofilia.
Fin dalle prime pagine Feodor Rajevski si pone come obiettivo di raccontare al mondo la verità sul crollo della Russia e sulla caduta del trono. Feodor, grazie ad un amico del padre, ottenne un lavoro come impiegato nell’Ufficio della polizia Politica dell’Impero. Conobbe il “ciarlatano” a corte, e da subito, come tutti coloro che finirono nelle sue grinfie, ne subì il fascino misterioso. Sudicio, sui trent’anni, con la barba incolta, vestito come un monaco, Gregory Novick, meglio noto come Rasputin, era il nuovo santo sorto in Russia. Così era stato detto a milioni di ignoranti dal Volga a Vladivastok.

Il Ministro della Guerra presentò Rasputin a Feodor e gli comunicò che a breve sarebbe diventato il segretario personale dell’uomo, il protettore e la guida spirituale della Russia. Feodor subito, a pelle, sentì che quell’uomo non gli piaceva, fin dall’inizio del suo racconto lo chiamerà furfante, e non a torto, come dimostrerà suo malgrado.
Adulatore di donne e dominatore di uomini, Rasputin era un rozzo e ignorante contadino, incarcerato per immoralità e per aver rubato dei cavalli. Fu cacciato dai confratelli di un monastero, picchiato quasi a morte perché si era dimostrato un impostore. Quest’uomo diventerà la persona più potente di tutta la Russia, finanche dello zar Nicola II.
Rasputin raccontato da Le Queux
Il compito di Feodor consisteva nel leggergli e rispondere alle lettere di centinaia di donne che erano attratte dalla sua distorta religione (Rasputin non sapeva né leggere né scrivere).

Tuttavia, la sua influenza a corte iniziò a destare sospetti: molti lo accusavano di manipolare la zarina Alessandra Fiodorovna, di esercitare un’influenza nefasta sulla politica e di circondarsi di intrighi e scandali. Le Queux, attraverso il titolo Il ministro del male, enfatizza questa immagine, trasformando Rasputin in un simbolo della decadenza morale e politica dell’impero zarista.
Attraverso gli occhi del giovane Fiodor Rajevskij, si aprono al lettore le porte della vita di corte, con le sue regole e i suoi rituali, ma anche con le evidenti fragilità e momenti di totale sbandamento.
La parte che certamente appassionerà il lettore è quella degli intrighi di corte. Le Queux racconta come decine di uomini e donne innocenti cadevano sotto la scure di Rasputin, ubriaco a tutte le ore del giorno, vendicativo e particolarmente malvagio. Chiunque fosse sospettato di complottare ai suoi danni veniva eliminato senza esitazione oppure mandato nelle terribili prigioni russe dalle quali si moriva dopo poco.
Rasputin complottava per la resa russa alla Germania con il favore della zarina Alessandra (di origini tedesche e isolata dalla corte russa). Rasputin corrompeva uomini di stato e personalità influenti con somme di danaro da capogiro, che il succube zar Nicola II elargiva senza battere ciglio, totalmente inconsapevole dei complotti ai suoi danni e succube del carattere esuberante della moglie.

Il lettore scoprirà come il veleno procurato da Rasputin ai suoi malvagi collaboratori, venisse utilizzato regolarmente, senza scrupoli, per eliminare uomini e donne che ostacolavano il suo piano malvagio oppure che si erano opposti alla sua autorità, smascherando la sua cialtroneria.

In ogni pagina si percepisce la tensione e la pressione psicologica a cui era sottoposto Feodor, che non poteva remare contro il furfante dagli occhi di ghiaccio, pena la sua incolumità, e che cercava ogni sotterfugio per salvare la vita di poveri innocenti.

Il ministro del male, la storia segreta di Rasputin William Le Queux si legge con piacere, è scorrevole e ricco di colpi di scena, che mantengono sempre viva l’attenzione del lettore.
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