Perché le favole russe amano i gatti? (Parte I)
Coccolosi e amici dell’uomo, i gatti hanno un fascino magnetico che ha ammaliato favole e fiabe
Perché le favole russe amano i gatti? Perché sono belli, affascinanti, eleganti, magici e misteriosi! Non lo dico perché sono una gattofila, beninteso, ma perché è proprio così! Non mi credete? Andiamo per gradi e iniziamo a parlare di una lontana amicizia tra gatti e umani che risale all’antico Egitto. Tutti sappiamo quanto questa civiltà amasse i gatti, compagni di gioco ma anche, e soprattutto, protettori della casa da ospiti indesiderati quali ratti e serpenti. Era così forte il legame tra padrone di casa e micio che nelle famiglie egiziane si era soliti dare ai bimbi il soprannome del proprio gatto! Questo splendido felino era considerato un membro della famiglia, ed Erodoto racconta che quando un gatto moriva, i loro padroni, in segno di rispetto, si rasavano addirittura le sopracciglia!
Rispetto? Ma rispetto per cosa?! Per gli egizi, l’amicizia con i gatti, celava qualcosa di più, qualcosa di misterioso e magico. Gli egiziani, infatti, ritenevano che i loro dei avessero qualità feline. I gatti, quindi, erano creature da amare e temere nello stesso tempo. Purtroppo, però, nell’uomo è sempre acquattato il germe della cattiveria e, nonostante i gatti fossero amati e rispettati, c’era chi li torturava e li ammazzava. In Egitto, alcuni scavi hanno, infatti, rivelato grandi allevamenti di gatti che venivano prelevati in tenera età e a cui si spezzava il collo per mummificarli insieme ai defunti, affinché proteggessero il morto nell’aldilà.
Anche nel folklore russo, come nella cultura egizia, il gatto riveste un ruolo importante nel rapporto con l’altro mondo. I gatti, infatti, erano considerati “guide”, che indicavano il cammino all’anima dei defunti nel momento del trapasso… ma nessuno mai ha pensato di spezzare loro il collo!
Affinità tra gatti e favole
L’introduzione alla cultura egizia era doverosa anche perché ci serve per ricordare che il gatto si diffuse in Europa abbastanza tardi, e questo probabilmente spiega anche l’alone di mistero che lo avvolgeva, e lo avvolge. Perché il folklore ama tanto i gatti? Perché oltre all’alone di mistero i gatti sono sempre stati strabilianti e buffi. Nelle favole sono capaci di tante prodezze e suscitano il riso in re e regine. In alcuni casi sono anche capaci di fare dei veri e propri giochi di prestigio e raccontare favole come nel caso del Gatto Bajun.
E poi, diciamoci la verità, quante affinità ci sono tra il gatto e la fiaba? Tantissime. Il gatto ama la casa, un posto caldo e accogliente accanto alla stufa, proprio come facciamo noi quando ci raccogliamo per raccontare le favole ai nostri piccoli. La favola ama la casa e il focolare domestico è la sua dimora naturale. Ma la fiaba ha anche uno spirito avventuroso e ribelle, proprio come i gatti. Ed è in quel momento che fiaba e gatti escono dal tepore domestico per perlustrare e raccontare posti nuovi, lontani e misteriosi come quelli delle fitte e paurose foreste! Ma le similitudini non finiscono qui. I gatti, come le fiabe, amano la notte. Sgattaiolano di casa e si avventurano sui tetti a corteggiare la notte e le stelle.
E del loro sguardo magnetico, misterioso e quasi diabolico ne vogliamo parlare? Un po’ come le favole e le fiabe che ci attirano perché sono misteriose e, molte, anche un po’ terrificanti quando raccontano di diavoli, streghe, stregoni e spiritelli maligni!
Perché le favole russe amano i gatti: segni premonitori e folklore
Idealmente, quindi, il filo che unisce le favole ai gatti possiamo dire che passa attraverso la casa, la foresta, i sortilegi demoniaci e la vita quotidiana. Il gatto, infatti, è anche un ottimo guardiano, che tutela e protegge gli uomini che lo accolgono. Se avete un gatto in casa e notate che guarda fisso un punto, state pur certi che lì è acquattato il domovoj, una rusalka o una kikimora!
Il folklore russo, inoltre, attribuiva al gatto diversi “segni” premonitori, e a seconda delle azioni che faceva, il padrone di casa intuiva quello che sarebbe successo di lì a poco. Ad esempio, un micio che iniziava a farsi la toletta sull’uscio della porta, presagiva da lì a breve l’arrivo di alcuni ospiti. Un gatto acciambellato in un angolo della casa con il naso completamente nascosto nella coda allertava i padroni: bisognava cacciare dall’armadio i vestiti pesanti perché la giornata sarebbe stata più fredda del previsto. Un animo amorevole che si imbatte in gattini randagi e dà loro da mangiare, fa un buon gesto anche verso i propri defunti, perché ne allevia le sofferenze nell’Aldilà.
E poi ci sono i colori. I proprietari con un gattino dal pelo caratterizzato da tre colori, erano davvero fortunati, perché possedevano un vero e proprio portafortuna! Un gatto con il pelo striato o maculato garantiva al suo padrone nessun grattacapo economico. Un meraviglioso micetto nero invece assicurava protezione contro le forze malvagie e maligne!
Se il post ti è piaciuto, metti “mi piace” sulla mia pagina facebook o “like” su questo articolo. Grazie!
0 Comments