La delicatezza della ritrattistica femminile di Vladimir Borovikovskij

la ritrattistica di Vladimir Borovikovskij

Il ritratto di Lopuchina è uno dei quadri più sensuali di Borovikovskij

Sempre tante belle sorprese alla Galleria Tret’jakov!

Salgo al secondo piano della Galleria Tret’jakov di Mosca per puntare direttamente al mio quadro preferito: Ritratto del poeta e drammaturgo Nestor Kukolnik, 1836 di Karl Brjullòv che si trova nella sala n. 8. Salgo le scale velocemente e senza guardare gli altri quadri punto il mio obiettivo. Fatico a tenere i paraocchi e infatti alla fine cedo. Mentre passo velocemente per la sala 7, vengo letteralmente condizionata da uno sguardo ammiccante, che percepisco di sfuggita. Torno indietro e osservo. Fantastico. Mi avvicino e leggo: Ritratto di Maria Lopuchina, 1797, Vladimir Lukič Borovikovskij. Lo sguardo della donna ritratta è  penetrante e misterioso, assimilabile per certi versi alla pennellata magica dei ritratti di Brjullòv. Il quadro mi rapisce e non stacco gli occhi, ne osservo ogni singolo particolare.

La ritrattistica di Vladimir Borovikovskij: il Ritratto di Maria Lopuchina, 1797


Ritratto di Maria Lopuchina, 1797

Maria Lopuchina (1779-1803) discendente da un antico ramo dei conti Tolstoj, viene ritratta tra la natura, in un parco tranquillo. L’ambiente circostante e la figura della giovane donna infondono calma e serenità. Uomo e natura si fondono in un tutt’uno armonioso, dove le tonalità del paesaggio abbracciano la figura di Maria Lopuchina che, morbida e languida, si sostiene ad un parapetto di marmo. La sinuosità della donna si accompagna a quella della natura: l’albero alle sue spalle e la rosa sul parapetto sembrano seguire il movimento morbido del suo corpo, i fusti delle betulle in lontananza richiamano il bianco del suo vestito mentre la rosa sembra quasi perdersi nel rosa antico del suo scialle. L’espressione del suo viso è unica. I pittori russi fino a questo momento non avevano mai raggiunto nella ritrattistica una simile profondità di sentimenti e un tale guizzo di romanticismo. Sul suo viso traspare sensualità, un velo di tristezza e un’espressione contemplativa che ne hanno fatto uno dei ritratti più famosi dell’epoca.   

Vladimir Borovikovskij

Vladimir Lukič Borovikovskij nacque a Mirgorod in Ucraina (1757-1825), un paese che porterà sempre nel cuore. E fu proprio la lontananza a farlo morire di crepacuore. In uno dei momenti di forte nostalgia per la sua patria, il suo cuore non resse al dolore…  Vladimir Lukič Borovikovskij era un uomo semplice, delicato e dolce proprio come i suoi ritratti. Iniziò a dipingere da ragazzino mentre osservava il padre che realizzava icone per chiese locali. Anche Borovikovskij cominciò con le icone, poi, però, il caso lo portò ad uscire dal provincialismo della piccola cittadina di Mirgorod e ad essere catapultato a San Pietroburgo, alla corte dell’imperatrice Caterina II. Iniziò tutto per caso. Su suggerimento del poeta V.V Kapnist, gli venne chiesto di realizzare due quadri allegorici da presentare all’imperatrice Caterina II. Borovikovsky li realizzò e Caterina II ne rimase così affascinata che egli entrò subito nelle sue grazie.

ritratto di Caterina II, 1795

Borovikovskij era troppo grande per entrare all’Accademia delle Arti, così a 30 anni iniziò a prendere lezioni di pittura dall’italo-austriaco I.Lampi, specializzandosi nella ritrattistica che divenne il suo segno distintivo. Era una persona semplice ed umile, romantica e sentimentale, caratteristiche che espresse appieno anche nei suoi ritratti.

Il suo punto forte, la ritrattistica

Nel 1790 divenne uno dei ritrattisti più famosi e fu letteralmente inondato di commesse. La maggior parte delle sue opere ritraggono personaggi nella loro intimità quotidiana oppure in occasioni speciali. Era molto professionale, lavorava tanto e rispettava gli impegni. La sua fama però fu breve, solo una decina di anni, ma le sue esperienze furono intense e ricche di soddisfazioni. Fu nella ritrattistica femminile che espresse appieno il suo talento. I ritratti femminili si distinguono per la delicatezza con cui si ritrae il personaggio, osservando il quale si percepiscono le sfumature dell’animo. I ritratti femminili non sono esuberanti e cerimoniosi come quelli maschili, e spesso differiscono da questi anche per le dimensioni contenute. Anche la struttura compositiva è diversa. Per quasi tutti i suoi ritratti femminili,  Borovikovskij aveva creato una sorta di modello: cintura in vita, abiti leggeri e luminosi,  espressione contemplativa, un braccio morbido appoggiato ad un supporto e un paesaggio tranquillo che faceva da sfondo al corpo sinuoso e languido. Nonostante ciò, le sue eroine sono uniche e bellissime.

ritratto di
Borovikovskij

Nel 1810 la sua creatività cominciò a scemare. Ben presto il suo nome cadde nell’oblio, una nuova generazione di pittori stava prendendo il sopravvento. Si chiuse in se stesso, desiderava tornare nella sua patria. Morì per un attacco di cuore nel 1825. I suoi ritratti femminili restano nella storia come grande esempio di bellezza e abilità, aprendo la strada ai grandi artisti del romanticismo.

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Fonti

https://nearyou.ru/borovik/0borbio.html

galleria Tret’jakov, edizioni Skanrus  

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