I miracoli del Santo Bambino dell’Aracoeli: storie, leggende e attualità

Santo Bambino dell’Aracoeli

La statua prodigiosa

Il Santo Bambino dell’Aracoeli è una piccola statuetta in legno sacro che si trova nella splendida Chiesa dell’Aracoeli al Campidoglio. Tutto ciò che riguarda il Bambino è miracoloso, iniziando dal legno con cui è stato realizzato. La statuetta, infatti, sembra che sia stata scolpita nel ‘400 con il legno di un ulivo dell’orto di Getsemani, un piccolo uliveto poco distante da Gerusalemme presso il quale Gesù si ritirò in preghiera dopo l’ultima cena, prima di essere tradito da Giuda.

Ci sono tantissime leggende e storie che riguardano il Santo Bambino. La maggior parte di esse affonda le radici nel lontano passato medievale ma gli echi di quelle antiche storie sono vivissimi ancora oggi.  

Se siete al centro storico di Roma per una passeggiata, non potete esimervi dalla visita alla bellissima chiesa dell’Aracoeli in cui è conservata e venerata questa piccola statuetta. 

E’ suggestivo vedere entrare e uscire dalla stanza che gli è stata dedicata tanta gente e osservare l’espressione di profonda reverenza di adulti e bambini davanti a questa piccola scultura conservata in una teca al centro della cappella.

navata sinistra della Chiesa di Santa Maria in Aracoeli

Quando iniziano i prodigi del Santo Bambino dell’Aracoeli

I miracoli del Santo Bambino iniziano praticamente fin da subito, fin dal momento cioè della sua “nascita”. Il frate francescano che la realizzò, non avendo i colori per decorarla, fu sorpreso quando, qualche tempo dopo, si accorse che la statuetta si era dipinta prodigiosamente da sola. Ma questo primo miracolo rimase un prodigio dedicato esclusivamente all’umile frate, che ne fece parola solo successivamente, quando i miracoli divennero evidenti a tutti.

La leggenda narra che l’imbarcazione diretta a Roma su cui si trovava il frate fu sorpresa da una terribile tempesta. Il comandante chiese a tutti di gettare in mare i carichi per alleggerire l’imbarcazione, e così il frate dovette gettare anche la sua cassetta con il Santo Bambino. Con sua profonda meraviglia, quando la nave riuscì ad arrivare al porto di Livorno, il frate notò a ridosso del pontile la cassettina con il suo prezioso tesoro, cullata dalle onde, lì ad aspettarlo.

Cappella con teca contenente la statuetta del Santo Bambino

È da quel momento in poi che la fama del Santo Bambino iniziò a diffondersi, e con essa anche i furti, purtroppo fino ad oggi…

Furti e “rapimenti”, ma poi, sempre il ritorno a casa

Il primo rapimento che narra la leggenda riguarda una nobildonna romana che il periodo di Natale riuscì a impossessarsi della statuetta, conservandola in casa propria. La leggenda racconta che la donna si ammalò gravemente e conscia del sacrilegio che aveva compiuto decise di restituirla al convento. Quando si recò in camera per restituirla, notò con immenso stupore (e dolore) che la statuetta non era più al suo posto, era scomparsa… 

All’alba del giorno dopo, il custode del convento sentì bussare alla porta e quando abbassò lo sguardo, vide ai suoi piedi il Santo Bambino. La statuetta era tornata a casa da sola.

Il secondo rapimento si fa risalire al 1797 quando la chiesa fu usata come stalla. I francesi vi entrarono, rubarono l’intero corredo del Santo Bambino e si impossessarono della statuetta. Solo l’intervento di un romano abbiente e devoto, Severino Patriarca, riportò il Santo Bambino a casa. Dietro un sostanzioso riscatto la statuetta tornò alla Chiesa dell’Aracoeli.

Il terzo rapimento è avvenuto in età contemporanea, nel 1994. La statuetta è stata sempre ricoperta di preziosi ornamenti, ex voto donati da chi aveva ricevuto la grazia o da chi la grazia la attendeva. Il Santo Bambino è stato ricoperto per secoli da smeraldi, zaffiri, topazi, diamanti e altri preziosi. Dopo l’ultimo “rapimento” la statuetta non è più tornata a casa e da quel momento è stata sostituita con una copia. Ma il flusso di devoti, tra cui tantissimi bambini, non si è mai arrestato e continua ancora oggi.

Alla Chiesa dell’Ara Coeli si accede da una imponente scalinata di 132 scalini che i devoti fanno in ginocchio per chiedere diverse grazie recitando il de profundisun antico salmo penitenziale. Si chiede un figlio, una vincita al lotto o un marito. Terminata la salita, si va nella cappella del Santo Bambino e si conclude il percorso di penitenza.

i 132 scalini che portano alla Chiesa

I miracoli delle labbra 

Alle labbra del Santo Bambino dell’Aracoeli sono legate tantissime storie di grazia ricevuta e di messaggi funesti. Poiché le si attribuivano poteri curativi, la statua veniva portata in processione ogni 6 gennaio. La ricca famiglia Torlonia aveva donato una carrozza alla chiesa con la quale portare in processione il Santo Bambino che, spesso, su richiesta si fermava nelle case dei malati più gravi per “sciogliere la prognosi”. La leggenda narra che una volta avvicinata la statua al malato, se le labbra del Bambino fossero diventate rosse allora il malato sarebbe guarito, se di colore scuro, livido, tendente al blu, allora il malato sarebbe morto. 

Ancora oggi, il 6 gennaio il Santo Bambino dell’Aracoeli è il protagonista assoluto della processione. Se avete la possibilità, presenziate a questo emozionante corteo che porta in processione la statua nel pomeriggio dell’Epifania e che si conclude sul Campidoglio con la benedizione di tutta la città!

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