Pronti per festeggiare? Il 22 agosto è l’onomastico del Lešij!
Anche gli accoliti del demonio ci tengono a certe tradizioni!
Oggi è preferibile non passeggiare per i boschi
L’Onomastico del Lešij cade il 22 agosto. Avete capito bene, non siete i soli a festeggiare l’onomastico, questo è un giorno speciale anche per il Lešij, l’anziano e terribile signore dei boschi russi.
Il 22 agosto si celebrava un’antica festa pagana slava che coincideva con la ricorrenza cristiana ortodossa di Sant’Agatonico martire (vi ricordate della dvoeverie, la doppia fede di cui abbiamo parlato tante volte?). In questo giorno bisognava (e bisogna) stare con tanto di occhi aperti. Se avete deciso di andare nei boschi per funghi, beh, scegliete un altro giorno, rischiereste di girare in tondo per ore prima di ritrovare la vostra macchina, se tutto va bene. Nella peggiore delle ipotesi, potreste addirittura passarci la notte. Perché? Perché è il giorno del Lešij e anche lui si diverte, siate comprensivi…E’ che si divertirà con voi, se ancora non l’avete capito.
Il 22 agosto i Lešij si danno alla pazza gioia, sconfinano e arrivano dritti ai villaggi con l’intenzione di spaventare il bestiame e disfare i covoni. Se poi capita qualche “pollo” nel bosco, che gaio se ne va in giro a raccogliere bacche e funghi, allora i Lešij non si devono neanche scomodare per uscire, festeggeranno in “casa”, a sue spese, ovviamente.
Cosa fanno i contadini nel giorno dell’onomastico del Lešij
Per evitare questi spiacevoli inconvenienti i contadini dei villaggi si organizzavano per placare l’animo burlone del Lešij, portando doni allo spirito maligno. Solitamente si lasciava qualche leccornia su un ceppo, qualcosa che lo spirito non trovava nella foresta, ad esempio ottime torte, del Kvas e tante frittelle. Altre volte ci si organizzava per allietargli l’animo con diverse trovate. Si organizzavano, ad esempio, gruppi di uomini e donne che si inoltravano nella foresta, intonando per il Lešij canzoni e addirittura poesie! Insomma, si cercava di fare di tutto per ingraziarselo. La gente dei villaggi riteneva che se nei boschi, dopo i festeggiamenti, si fossero trovate più bacche e funghi, significava che il Lešij aveva gradito i doni ricevuti.
Ma non tutti la pensavano allo stesso modo. Poteva capitare che un gruppo di “no Lešij” si attivasse per difendere i propri possedimenti contro l’allegra furia dell’indomabile spiritello, rifiutandosi di onorarlo con i regali. Molti si appostavano davanti ai covoni di fieno, armati di forconi e bardati ad hoc per non essere riconosciuti e quindi attaccati. I contadini, infatti, indossavano la pelliccia di montone risvoltata per confondersi con il bestiame, mettevano vestiti al rovescio e le scarpe al contrario proprio come il Lešij. In questo modo avevano buone speranze di non essere notati dallo spirito maligno
Consiglio per il 22 agosto: statevene a casa e mangiate un bel risotto ai frutti di mare!
foto di copertina da : Slovar’ slavjanskoj mifologij, Russkij Kupez, 1995
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