Lo schiaffo a Bonifacio VIII: leggenda o realtà?

schiaffo a Bonifacio VIII

Da chi fu schiaffeggiato il papa? E Perché? Una sala affrescata ad Anagni racconta lo storico oltraggio dello schiaffo a Bonifacio VIII

La città di Anagni

Lo schiaffo a Bonifacio VIII è una leggenda o un fatto realmente accaduto? Devo confessarlo, in questo momento mi sento molto Giacobbo, quindi sapete già cosa vi aspetta alla fine dell’articolo… La pubblicità? Ma no!

area sacra e quartiere fortificato

Partiamo dall’inizio, ma, tranquilli, non vi subisserò né di date né di noiosi eventi storici. Partiamo dal luogo del “delitto”: Anagni.

Se, come me, amate andare in giro alla scoperta di posti nuovi, ricchi di storia e poco distanti da casa, vi consiglio di andare alla scoperta dei bellissimi borghi e delle piccole città che costellano il Lazio. Ne rimarrete felicemente impressionati. 

Partite da Anagni (provincia di Frosinone), la cosiddetta “città dei papi”. Si chiama così non solo perché è stata la patria di quattro grandi pontefici (Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV e Bonifacio VIII), ma anche perché è stata la residenza ufficiale dei Papi, che qui trovarono una degna sede per il loro mandato (per la storia della città vi rimando al sito del Comune di Anagni).

Palazzo Bonifacio VIII

La vicenda dello “schiaffo a Bonifacio VIII” la potete ripercorrere  nel cuore di Anagni, nel bellissimo Palazzo Bonifacio VIII, caratterizzato da due stanze magnificamente affrescate e molto particolari. Prima di arrivare alla famigerata stanza in cui avvenne l’oltraggio al papa, vi troverete in un piccolo spazio al piano terra, adiacente alla biglietteria, che conserva una piccola teca, un meraviglioso lampadario medioevale e alcuni  dipinti della scuola romana (1700-1703).

Una spettacolare scaletta a chiocciola vi porta alle due stanze denominate Sala delle Oche e Sala dello Scacchiere per le decorazioni delle pareti che richiamavano le attività praticate dall’ultima famiglia dei proprietari.

Perché lo schiaffo a Bonifacio VIII (il cosiddetto Schiaffo di Anagni) è così famoso? Beh, a memoria direi che mai nella storia nessun papa sia stato schiaffeggiato. Voi che dite? Questo potrebbe essere il primo caso, ecco perché forse si parla di leggenda. La sua storia è avvolta da un alone di mistero (e qui mi sento un po’ Giacobbo come vi dicevo). Tutto parte da Anagni e siamo nel 1303. Come voi ben sapete, Papa Bonifacio VIII era poco amato (raccontatelo a Dante…) per una certa cattiveria innata, che cozzava smaccatamente con il compito di guida spirituale a cui era consacrato. 

palazzo Bonifacio, Anagni

Bonifacio VIII, un papa poco amato

Papa Bonifacio VIII era cittadino di Anagni, nacque qui nel 1230 (e questa sarà la sua salvezza nella vicenda dello “schiaffo”). Fece una carriera fulminea e divenne pontefice al posto di Celestino V, il primo ad assaggiare la sua bontà d’animo. Bonifacio VIII, infatti, lo fece subito incarcerare, temendo che i cardinali francesi a lui ostili potessero nominarlo antipapa. 

Bonifacio VIII era come il “prezzemolino”, stava ovunque e si impicciava di tutto e tutti, dentro e fuori lo Stato Pontificio. E si impicciava sopratutto di politica, negli ultimi anni specialmente di quella francese. Era definito un arrogante e un accentratore e ben presto si scontrò anche con l’aristocrazia romana, capeggiata dai cardinali Pietro e Giacomo Colonna che, con altri signori del posto, gli si rivoltarono contro in quanto danneggiati dalla politica espansionista del papa nei loro feudi. Con l’appoggio del re di Francia, Filippo IV il Bello, il papa venne accusato di elezione illegittima, eresia, immoralità e superstizione. Un’assemble a Louvre chiese un concilio universale per nominare un nuovo papa, dichiarando Bonifacio VIII decaduto. 

Il Papa, ovviamente, non mancò di rispondere all’affronto. Non solo scomunicò i due cardinal Colonna, ma confiscò loro tutte le terre e fece addirittura radere al suolo Palestrina, la roccaforte dei Colonna, per cancellarli definitivamente dalla memoria comune con una umiliazione pubblica che li vedeva striscianti ai piedi del papa, implorando perdono. Ma al papa, che sappiamo non essere parco di modi, l’umiliazione non bastò e decise di confinare i Colonna a Tivoli. Questi però riuscirono a scappare e iniziare a tramare….

Ai due cardinali non rimase quindi che rifugiarsi in Francia dove ebbero il supporto del re, Filippo IV il Bello, che detestava Bonifacio VIII tanto quanto i Colonna, perché non accettava di sottomettersi al Papa.

Lo schiaffo a Bonifacio VIII: leggenda o realtà?

La situazione precipitò nel 1303, quando Filippo IV il Bello, in accordo con Giacomo Colonna e con la complicità della borghesia di Anagni e di molti signori del posto, decise di mettere sotto processo il Papa per destituirlo, orchestrando un assalto al Palazzo. 

Con la complicità degli abitanti, che aprirono le porte della città, mille uomini mercenari guidati da Giacomo Colonna e dal consigliere del re di Francia, Guglielmo di Nogaret, atturarono Bonifacio VIII e lo tennero prigioniero nel suo Palazzo. E fu proprio qui che avvenne lo scontro.

Nella sala chiamata appunto dello “schiaffo”, i due si fronteggiarono per trattare la resa del papa. Quest’ultimo, però, si rifiutò, accettando il martirio piuttosto che la resa! La leggenda narra che abbia urlato: “Ecco il collo, ecco la testa! Riconosco il primogenito di Satana”. A queste parole ostinate, pare che Giacomo Colonna perse le staffe, lo riempì di ingiurie e… lo schiaffeggiò.

Le fonti, in realtà, non sono chiare, ecco perché si parla di leggenda. Alcuni asseriscono che lo schiaffo debba essere inteso come “oltraggio” e che non avvenne alcun contatto fisico tra i due, anche se molti sostengono il contrario. 

Sala delle scacchiere

Fatto sta, che lo Schiaffo a Bonifacio VIII è passato alla storia non tanto per l’atto in sé, quanto per le sue conseguenze, che hanno rappresentato un passaggio fondamentale per la storia europea. 

Per la cronaca, anche se rinchiuso nel suo palazzo, il Papa riuscì a salvarsi dalle grinfie dei suoi aggressori grazie proprio ai suoi abitanti. Questi prima lo tradirono aprendo le porte della città e poi, forse, presi dal senso di rimorso per aver dato in pasto ad altri un proprio cittadino, lo aiutarono a scappare dal Palazzo e a riparare a Roma. Probabilmente, però, la vicenda colpì Bonifacio VIII così nel profondo, che morì un paio di settimane dopo, con immensa gioia di Dante…

La sua dipartita darà una svolta alla storia europea a quella della Chiesa. La Francia, infatti, rafforzerà il suo potere e controllerà il papato, trasferendone la sede ad Avignone (la cosiddetta “cattività avignonese”).

L’oltraggio a Bonifacio lo ricorda anche Dante nel XX canto del Purgatorio (85,88) che così scrive:

Affinché il male futuro e quello fatto nel passato appaiano meno gravi, 

vedo entrare in Anagni entrare l’insegna dei re di Francia (il fiordaliso),

e vedo cristo fatto prigioniero dal suo Vicario.

Lo vedo deriso un’altra volta;

vedo offrirgli nuovamente l’aceto e il fiele

e lo vedo ucciso in mezzo ai ladroni che continuano a vivere (Filippo il Bello e Colonna)

Fonti:

https://antologialetteraria.xoom.it/commedia/pp20.htm

https://www.comune.anagni.fr.it/pagina0_home.html

https://www.focus.it/cultura/storia/schiaffo-anagni

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