Dialogo tra l’artista Miresi e le sculture della Galleria d’Arte Moderna di Roma

Uno scambio di sguardi tra i volti dell’artista Miresi e le sculture in mostra permanente alla Galleria d’Arte Moderna

Pittura, fotografia e scultura a confronto

Miresi è alla Galleria d’Arte Moderna con una serie di opere che dialogano con le sculture in mostra permanente nel chiostro dell’ex convento. Numerose opere in bronzo, marmo e terracotta incrociano lo sguardo di volti dipinti e fotografati dall’artista veronese Miresi. Tra le sale vetrate del bellissimo chiostro delle Carmelitane Scalze risalente alla fine del XVI secolo, sculture di fine ‘800 e metà ‘900 dialogano con le opere moderne della Miresi in un suggestivo confronto tra passato e presente.

Lucia (2019), Miresi

L’allestimento con le opere della Miresi posizionate accanto alle sculture con cui l’artista ha scelto di dialogare, offre uno spunto di riflessione al visitatore sulla trasformazione che l’arte ha avuto nel corso del tempo. Il pubblico infatti, avrà la possibilità di ammirare opere di grande pregio ripercorrendo al contempo alcune fasi salienti della nostra storia. Si parte dall’esigenza degli scultori di fine ‘800 di abbandonare la tradizione classica verso un maggiore modernismo fino ad approdare all’arte del periodo fascista. Quest’ultima esprime un ritorno a soluzioni estetiche del passato, rimarcando un desiderio di ordine e disciplina che si richiama al mito della romanità.  

L’artista

La Miresi è un’artista che lavora da oltre 20 anni a Berlino dove realizza installazioni legate alla pittura e alla fotografia, entrambe in continuo rapporto tra loro come è ben visibile nella Mostra alla Galleria d’Arte Moderna. Nella sua ricerca estetica, l’artista evidenzia la necessità di cogliere, attraverso le opere pittoriche e fotografiche, non un determinato momento o un’istantanea di vita, bensì un intero evento.

Autoritratto con berretto nero (1992), Miresi

L’artista ha esposto in numerose mostre italiane ed Europee. Tra quelle italiane degli ultimi anni ci sono la XVI Mostra Internazionale di Architettura, Venezia (2018) e l’OPEN 20 Esposizione Internazionale di sculture e Installazioni a Venezia (2017).

Per la foto di copertina ho scelto il pescatore di Dino Basaldella, un’opera in bronzo del 1934 che dialoga con due volti bellissimi fotografati dall’artista Miresi. Oppure ancora il Cavallino in marmo rosso del 1927 di Arturo Dazzi che dialoga con il dipinto della Miresi intitolato Alberto, olio e fusaggine su tela di juta (1994). E potrei continuare, ma non voglio rovinarvi la sorpresa!

Il complesso scultoreo della Galleria

Le sculture presenti nelle sale vetrate del chiostro offrono al visitatore un’interessante collezione scultorea realizzata da artisti italiani di grande pregio tra cui  Girolamo Masini, Giovanni Prini, Tommaso Bertolino, Dino Basaldella, Italo Griselli, Arturo Dazzi, Marino Marini e Manzù. Come abbiamo detto, le opere realizzate tutte tra fine Ottocento e metà del Novecento, riflettono un periodo storico ricco di cambiamenti nel mondo dell’arte così come nella società. Ad un iniziale tendenza di svecchiamento dell’arte, legata al superamento dei dettami accademici e volta ad un maggiore modernismo, si passa poi ad una sorta di ritorno all’ordine intorno agli anni Venti.

Il Cavallino (1927) di Arturo Dazzi che dialoga con il dipinto Alberto (1994) di Miresi

I musei capitolini hanno registrato circa 5 mila visitatori nella prima domenica gratuita dopo il lockdown e anche se adesso è necessaria la prenotazione per poter visitare una mostra, vi consiglio di iniziare proprio con questa alla Galleria d’Arte Moderna perché il resto delle sale offre delle bellissime opere di artisti ungheresi degli anni Venti tra cui Làszlò Moholy-Nagy. Un ottimo spunto per allargare le nostre conoscenze alla pittura ungherese.

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