“Ti regalo una storia” di Giada Signorini
Tutto inizia nel periodo del lockdown. I bimbi le mandano i disegni realizzati durante la quarantena, e Giada Signorini apre loro un mondo, che alla fine cattura anche i genitori…
Spazio alla fantasia
Ti regalo una storia di Giada Signorini è una raccolta di racconti nata nel periodo del lockdown da un’iniziativa lanciata dalla scrittrice a tutti i bambini: mandatemi i disegni che state facendo in questo periodo e io mi invento una storia.
All’appello hanno risposto in tantissimi. Per Giada, che ha sempre lavorato con i bambini, è stata un’esperienza meravigliosa; per i bambini, una gioia infinita quando hanno ricevuto le storie personalizzate; per i genitori, la riscoperta della fantasia, un mondo che noi adulti releghiamo all’infanzia e che invece dovremmo continuare a coltivare senza smettere mai.
Giada Signorini ha deciso di fare tesoro di questa splendida esperienza e, anche su suggerimento di quanti hanno aderito alla sua iniziativa, ha messo insieme tutte le storie e ha dato vita alla raccolta Ti regalo una storia.
L’idea ci è piaciuta tantissimo e abbiamo deciso di intervistarla. Giada Signorini è una scrittrice emergente, è un vulcano di idee e in questa chiacchierata ci svela tanto di sé e del legame con i bambini a cui vorrebbe dedicare il suo futuro
Ti regalo una storia di Giada Signorini
Come e quando le è venuta l’idea di iniziare a creare racconti dai disegni per bambini?
Durante il periodo della quarantena ho creato un gioco online attraverso i miei social dove chiedevo di mandarmi i disegni per ricevere una storia in regalo per accorciare le distanze. Mi sono chiesta come potessi essere utile pur non lavorando. La mia passione sono i bambini da sempre ,il gioco educativo ed esperienziale, mi sono sentita di dover fare qualcosa per loro e in qualche modo anche per me, perché senza non riuscivo a stare e così ho unito la mia creatività a quello che sapevo fare meglio : scrivere e giocare con loro. Dev’essere così che nasce un’ idea: da un bisogno unito alla fantasia.
L’ idea era quella poi di farne una raccolta di storie per raccogliere fondi e devolvere una parte del ricavato 2020 all’ospedale di Bergamo.
Parola magica: empatia. Quanta ce ne è voluta per scrivere queste storie?
Molta, c’ è molto di chi scrive in uno scritto e in questo caso c’ è stata un’ attenzione particolare anche verso chi riceveva la storia. Ho sempre scritto per piacere e prima di tutto per me stessa, regalare una storia a qualcuno che l’ attende è totalmente diverso, tanto più che per scrivere le storie ho chiesto indicazioni sul disegno proprio per avvicinarmi il più possibile alle aspettative dei bimbi. Molte storie sono cariche di questo periodo storico particolare, sono state scritte anche per allontanare paure e lasciare spazio ai desideri.
Sono partita con le storie scritte per bambini e mi sono trovata presto a scriverne anche per adulti, come quella per l’allenatore di Asd Rugby Zogno Valle Brembana Roberto Schipani che mi ha mandato un suo disegno o quella per una mamma che mi chiedeva di ricordare il nonno del suo bimbo, una persona amata da molti in Valle, con una storia e così è nata la storia di “Bati l’orso buono” che ora sta tra le stelle, l’ Orsa Maggiore e la Minore. I disegni possono servire come mezzo per lasciare andare emozioni, una cosa che serviva un po’ tutti in questo periodo.
L’esperienza con i bambini insegna sempre tantissimo, innanzitutto nuovi modi di guardare la vita. Con Ti regalo una storia, che esperienza si è portata a casa?
In questi mesi è nata in me una nuova passione fare “la cantastorie” . Ecco penso che quello che ho ricevuto di più da queste storie sia stata la nuova me che è nata proprio per il bisogno di portarle anche fuori dalle pagine di un libro, ora Lulu l’InventaStorie non solo scrive ma racconta anche le sue storie in un modo tutto nuovo e riesce a farle vivere anche a voce . E’ stata una sorpresa inaspettata vedere anche la risposta attiva dei bimbi e genitori durante le letture, ora è diventato un bisogno anche raccontarle in questo modo e ho un nuovo sogno: viaggiare con un furgone decorato per le piazze ed eventi e continuare a raccontarle.
Nella sua biografia c’è una frase che mi ha colpita particolarmente. Lei si è definita una scrittrice retrò in stile steampunk. Ci spiega meglio cosa intende?
Amo i film storici, la scrittrice col pennino, l’ epoca del bourlesque, la rivoluzione industriale, i meccanismi, il treno a vapore, l’ eleganza dei bei vecchi tempi, le valige antiche, le clessidre, le bussole e gli orologi , i cappelli a cilindro, il baciamano, le lettere scritte a biro … Volevo dare l’ immagine di una scrittrice retrò e che anche per i bimbi rappresentasse qualcosa di diverso, un vestire elegante retrò che non si vede tutti i giorni.
Lo steampunk (“steam” significa vapore, fonte energetica tipica della Rivoluzione industriale) gioca con anacronismi e tecnologie, immaginando “come sarebbe il passato se il futuro fosse accaduto prima”.
E’ un vero e proprio stile, al quale mi sono ispirata poiché frequentavo le fiere comics e me ne sono innamorata dopo aver costruito il mio primo cappello 4 anni fa. Gli appassionati mischiano gli elementi ad ingranaggi e meccanismi, nei costumi sono presenti braccia meccaniche, uniti appunto ad un vestire retrò e cappelli a cilindro. E’ decisamente un mondo affascinante da scoprire, ogni persona può creare il suo personaggio che rappresenti un mestiere o un personaggio delle favole o un semplice personaggio inventato.
Il mio è un mix tra Alice nel paese delle meraviglie, il cappellaio matto e a detta di qualcuno Mary Poppins, personaggi che mi caratterizzano che inconsapevolmente ho mixato creando il mio vestito e che sono racchiusi tutti all’ interno di una scrittrice retrò. Da poco su richiesta ho cominciato a costruire cappelli nel mio stile e sono diventata davvero “cappellaio” è come se i bimbi e genitori si volessero portare a casa anche un pezzo di sogno.
Che progetti ha per il futuro? Continuerà a scrivere oppure Ti regalo una storia è stata solo una piacevole esperienza?
La scrittura è la mia vita , sono anche autrice di testi musicali diplomata al CET di Mogol grazie ad una mia poesia selezionata da lui, lo scorso anno ho frequentato la sua scuola autori con borsa di studio per aver vinto il premio CET. Anche questa strada è una nuova passione con sottofondo la scrittura in un modo tutto nuovo che mi affascina e che amo, dopo aver frequentato la scuola ho scritto ” ed io che non ho mai amato la geometria, ora la ritrovo nella metrica e nella sua poesia”.
Di “Ti regalo una storia” vorrei farne una collana e continuare questo gioco con i bimbi e questo modo di scrivere storie. Quella della scrittura è una vocazione, ho bisogno di scrivere e ancora di più di portare quello che so, e quella che sono, ai bimbi attraverso il gioco, perché non ci ricordano mai abbastanza che il primo modo per apprendere è giocando ed io riesco a comunicare con i bimbi in un modo tutto mio perché io stessa gioco con la scrittura e l’ ho arricchita giocandoci. Mi sarebbe piaciuto definirmi “giocomastra” maestra del gioco, come mastro Geppetto ma certe parole al femminile non esistono “Eppure si potrebbe inventare una parola nuova”, mi ero detta, però poi non ho voluto osare tanto.
Giocando, anche scrivere e raccontare diventano un bellissimo allenamento della fantasia. Ho inventato un gioco educativo per raccontare storie, lo sto testando da due anni in fiere con grande successo e risposta di bimbi e adulti. Ora è pronto e devo solo trovare i fondi per produrlo, poi continuerò ad usare anche questo mio gioco come metodo di scrittura. Gioco con le storie e la fantasia e potrà arrivare nelle case di tutti e continuare il suo lavoro anche senza di me, sarà il mio modo di lasciare qualcosa di attivo per la fantasia ai bimbi, anche quando non ci sarò più.
Il mio futuro voglio che sia pieno di scrittura. Tutto quello che faccio ruota intorno alla scrittura, o forse è la scrittura che ruota tutta intorno a me.
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