“S A L E E N D S T O D A Y”

In seguito le pareva che  la visita alla mostra di Bansky , il famoso street artist  in esposizione a Napoli, fosse avvenuta in un tempo felice.Lontano dall’incubo di doversi proteggere  dalla folla ,che sciama normalmente  tra le sale, spostandosi  per vedere e rivedere il quadro preferito. Un tempo in cui il lievito per la pizza  non spariva dai  negozi per  riempire gli scaffali  in cucina,dove  il cibo assolve il compito che  ha nei momenti di ansia:fornire nutrimento e conforto.

Invece gli ultimi giorni della mostra  erano coincisi con  la fase  di preallarme: si pensava al da farsi , ma le mascherine si trovavano facilmente  e i guanti pure.La domanda  non era diventata il tormentone dei giorni seguenti:” Scusi l’alcool e’ finito?”

Mettendo in ordine le foto al computer erano venute fuori quelle scattate durante la mattinata .Ricordava di essersi fermata davanti a “Sale Ends Today”( “La vendita finisce oggi”) che l’aveva colpita. Come in un flash back riavvolse il nastro della memoria ,guidata in sottofondo dalla voce di Sveva , l’amica con cui condivideva l’interesse per l’arte.

” Federica , lo sai che odio l’arte contemporanea. Se andassimo a prendere un aperitivo e a dare uno sguardo ai negozi? Dai, lasciati libera di  vivere una mattinata scema.”

Giusto per punzecchiarla aveva ribattuto:” Quindi per te lo shopping è un’attività scema?”

Lo aveva detto passando per la strada delle firme , dirette al museo dove Sveva alla fine si era fatta convincere  ad accompagnarla.Una signora elegante, con al braccio diversi acquisti, aveva scrutato Sveva incenerendola.L’opera  stava nella prima sala, sulla parete  a destra dell’ingresso: sullo sfondo burroso cinque figure disperate , due donne e tre uomini, con vestiti drappeggiati e mani imploranti, come ai piedi di una sorta di Croce. Su questo strano spettacolo campeggiava in rosso la scritta “Sale Ends Today”. La maggior parte dei visitatori  riservava al quadro uno sguardo e poi proseguiva e pure Sveva era impaziente:”Feddy, la chiamava così, non è che qualunque cosa incomprensibile é un capolavoro .Dai, andiamo.”

Alle loro spalle un  giovane ,vestito casual e con occhiali da intellettuali ,si era inserito nella conversazione :”Guardi che é un’opera notevole, racconta sinteticamente il dramma del consumismo.Che farebbe  se al supermercato trovasse la sua cqua  minerale esaurita?”

Sveva non si era scomposta:” Io l’acqua minerale me la faccio portare a casa. Quattro confezioni alla volta e la consegna é gratis”.

“Davvero?Aveva ribattuto lui interessato.”E in quale negozio si rifornisce?”

Si erano allontanati chiacchierando come vecchi amici ed era rimasta sola davanti all’opera.Pensava che “sale” in italiano indica sia il verbo salire che il comune sale da cucina,e questo complicava un poco l’assimilazione automatica del messaggio. Provò a formulare  frasi  di senso compiuto del tipo “la vendita del sale finisce oggi”. Poteva andare, anche se non immaginava per quale motivo il sale dovesse diventare introvabile.

No,aveva concluso tra sé, il titolo di Bansky era perfetto: un giorno la fine della  vendita di qualcosa, giudicata indispensabile ,avrebbe scatenato la disperazione.Ma di cosa si poteva sentire la mancanza in maniera apocalittica? Bansky non lo diceva ed era  questo lasciare nel vago che  rendeva inquieti .

Sveva era tornata stringendo tra le mani un bigliettino da visita e l’aveva trascinata via , verso una delle opere più importanti: sullo sfondo viola un uomo, con una luce sulla fronte come un minatore,  portava al guinzaglio uno strano cane.Tempo due minuti e Sveva aveva agganciato una visitatrice:”Finalmente qualcosa di normale. Anche la normalità puo’ essere arte. Io  dipingo paesaggi, e sono belli, sa ?”

La sconosciuta , forse straniera, sorrideva incantata dalle parole di Sveva , che uscivano veloci come fuochi d’artificio. Ne aveva approfittato per tornare davanti a quella che era ormai la “sua” opera: la critica al consumismo le appariva  semplice ,ma spietata.La voce di Sveva l’aveva sollecitata :”Federica , ancora? Basta!”Trotterellando ubbidiente si era accodata a lei e alla sua nuova conoscenza , che  guardava Sveva come si guarda un prestigiatore.

 Adesso al computer  analizzava l’unica foto  che era riuscita a scattare: i negozi chiusi per l’epidemia avevano reso  l’opera  di Bansky molto più comprensibile e in qualche maniera profetica. ” Sales Ends Today”, la vendita termina oggi, scatenava subito la preoccupazione , a dispetto di quello sfondo  del colore di un cheese-cake.

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