Michail Šiškin racconta la sua Russia in “Russki Mir: guerra o pace?”

Russki Mir: guerra o pace?

A Più Libri più liberi lo scrittore russo Šiškin presenta la sua Russia

nel libro “Russki Mir: guerra o pace?”

Più libri più liberi

Michail Šiškin racconta la sua Russia attraverso il libro “Russki Mir: guerra o pace?” uscito di recente ed edito da 21lettere

Il 10 dicembre, lo scrittore russo Michail Šiškin ha partecipato all’evento organizzato da 21Lettere in occasione della Fiera Nazionale della piccola e media editoria “Più libri più liberi” che si è conclusa l’11 dicembre. 

L’intervista è stata molto interessante e ricca di spunti. Lo scrittore russo ha presentato non solo il suo ultimo romanzo , “Punto di fuga”, ed. 21Lettere e vincitore del Premio Strega europeo 2022, ma anche un altro libro, che ha catturato immediatamente la mia attenzione: “Russki Mir: guerra o pace?”.

Nel libro Michail Šiškin racconta la Russia, la Russia oscura agli occidentali, svelandoci una serie di incomprensioni che da sempre la avvolgono in una patina che non ci permette di comprenderla a fondo.

Nel corso dell’evento, Michail Šiškin ha spiegato che la vera Russia è presente proprio nelle pagine di “Russki Mir: guerra o pace?” . il libro consiste in una raccolta di racconti dedicati alla sua storia e alla storia della sua famiglia. Il testo, già pubblicato in lingua tedesca nel 2019, dedica le ultime due parti al futuro, il futuro in cui ci troviamo oggi. Purtroppo, aggiunge lo scrittore russo nel corso dell’intervista, si è avverato tutto ciò che lui aveva delineato e anticipato nel 2019; ora il libro è diventato, ovviamente, attualissimo, ed è stato tradotto in tutte le lingue (la traduzione italiana, peraltro, è stata la prima ad uscire rispetto alle altre). 

Michail Šiškin precisa che se vogliamo capire la Russia, il suo passato, il suo futuro e la sua storia, allora possiamo cominciare proprio da qui, dal suo libro.  

Michail Šiškin racconta la sua Russia con “Russki Mir: guerra o pace?”

In “Russki Mir: guerra o pace?”, Šiškin affronta il concetto di democrazia e di come in Russia questo termine sia sempre stato inteso e frainteso. Per farlo, lo scrittore russo ci riporta nel cuore dell’anima russa attraverso un viaggio affascinante nella sua storia, (quella più antica) che ha dato vita al concetto di zar, papà e sovrano di tutti i russi, fino ad arrivare a Putin e alla Russia contemporanea.

Riporto in questo articolo una risposta che lo scrittore russo ha dato ad una domanda fatta dal pubblico, perché l’argomento ritornerà nel libro dell’autore e sono certa che vi stimolerà numerose riflessioni e, probabilmente, vi incuriosirà a tal punto da acquistarlo, come è accaduto a me.

Lei è uno dei pochi autori russi che parla di guerra coloniale. Può spiegare questa parola?

Per spiegare la parola “coloniale” devo spiegare la parola “impero”. In ogni cultura sotto la parola impero si intendono cose diverse. Se noi facciamo il confronto tra due imperi, quello britannico e quello russo, non avranno nulla a che fare l’uno con l’altro. Le guerre coloniali in Gran Bretagna facevano sì che il Paese diventasse più ricco; mentre le guerre coloniali russe portavano ad un crescente impoverimento. 

L’impero britannico combatteva per quelli che abitavano in Gran Bretagna mentre l’Impero russo non combatteva per i russi, per il suo popolo cioè,  in quanto esso esisteva per se stesso, per far sì che il sistema del potere sopravvivesse. Ed è così anche oggi: abbiamo lo zar, i boiari e i servi.

Le guerre che sono portate avanti dagli schiavi russi non portano nulla a queste persone. 

Mio nonno fu ucciso dal Stalin nel 1930, nel periodo della collettivizzazione. E suo figlio, mio padre, durante la guerra è andato a proteggere, a tutelare il regime di Stalin. Ma ogni regime, ogni dittatore sa sostituire molto bene la parola madrepatria con la parola regime. Mio padre pensava di proteggere la Patria. Le persone che, adesso, hanno preso parte alla mobilitazione in Russia pensano di andare a proteggere la Patria. Loro pensano che il mondo ci vuole distruggere, quindi devono proteggere la madrepatria dal fascismo. Loro non riescono a dividere i termini madrepatria e regime. Non riescono a capire che loro stessi sono dei fascisti. Questa è la grande tragedia della Russia…

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