11 settembre: niente di tondo in tavola, si ricorda la decapitazione di Giovanni Battista!

Giorno funesto nel calendario popolare degli slavi orientali

Golovosek

L’11 settembre si ricorda la decapitazione di Giovanni Battista. Secondo il calendario giuliano oggi si celebra il Golovosek, una ricorrenza che si lega alla parola golovà (testa) proprio in memoria di questo tragico evento. Per il popolo slavo era una giornata particolare, pregna di significati (in un misto di paganesimo e cristianesimo), nel corso della quale si seguivano determinati rituali e numerosi divieti.

Proprio perché la si considerava una giornata funesta, la gente credeva che un bimbo nato in questo giorno sarebbe stato infelice a vita. Inoltre, erano convinti che una qualsiasi ferita procurata in questo giorno non sarebbe mai guarita.

Ma le sfortune non terminavano qui. Infatti, secondo le credenze popolari, per tutto l’anno, il giorno della settimana che coincideva con l’11 settembre era da evitare per qualsiasi affare importante perché non sarebbe mai andato in porto, non si doveva arare né tanto meno seminare, se ci si doveva spostare, meglio farlo in un altro momento e, ovviamente, mai pensare di organizzare un matrimonio!

In questo giorno la chiesa ortodossa celebra messa e si osserva un rigoroso digiuno. Il popolo oltre ad onorare in chiesa il giorno dedicato al santo, si abbandonava anche ad usi e tradizioni pagane legate al quotidiano e al proprio retaggio culturale. Il popolo, infatti, associava questa data alla fine dell’estate così come Giovanni Battista con la decapitazione aveva abbandonato definitivamente questa terra.

11 settembre: decapitazione di Giovanni Battista, quanti divieti!

La ritualità di questo giorno era particolarmente evidente nei divieti che si imponeva il popolo, proprio per evitare che l’influenza negativa di questa ricorrenza potesse ripercuotersi nel quotidiano.

L’11 settembre si doveva evitare tutto ciò che ricordasse anche lontanamente una testa, un piatto, una spada e il sangue. Secondo questo rigido elenco in tavola non doveva essere portato nulla di tondo, in primis i piatti. Ricordiamo, infatti, che nei dipinti che si richiamano al vangelo, la testa di Giovanni Battista è sempre rappresentata su un piatto!

 Torte e frittelle, si potevano mangiare, ma la padrona di casa avrebbe dovuto prepararli in una forma inusuale…visibilmente allungata!

C’era anche un elenco di cibi proibiti di cui si doveva fare necessariamente a meno perché alcuni, anche alla lontana, ricordavano una testa. Divieto quindi di gustare patate, mele, cocomeri e cavoli.  

Oltre ai cibi tondi, era fatto divieto di mangiare anche i cibi e bevande rosse perché ricordavano il sangue di san Giovanni Battista. Nel libro nero erano quindi presenti frutti rossi, pomodori e peperoncini.

Non si poteva neanche tagliare e ballare!

Come se non bastasse, oltre a mangiare solo determinate cose, le altre non si potevano neanche tagliare. L’11 settembre è la decapitazione di Giovanni Battista e va da sè che l’atto del tagliare e del falciare ricordava inevitabilmente un ingiusto spargimento di sangue. Il pane, quindi, andava spezzato con le mani e le verdure non potevano essere tagliate né col coltello né con qualsiasi altro attrezzo utile a pulirle.

Un altro divieto molto sentito erano i festeggiamenti con balli e canti. In questo giorno funesto si dovevano assolutamente vietare i festeggiamenti, perché ricordano il giorno in cui venne emessa la sentenza di morte per Giovanni Battista. In quel giorno, infatti, Salomè, come riportano i Vangeli, dopo aver ballato e danzato chiese la testa di Giovanni:

VANGELO DI MATTEO 14, 6-8

“…La figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: “Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista…“

Foto di copertina da Wikipedia: Masaccio, martirio di san Giovanni_Battista_1426