I venditori ambulanti di Kisel’

venditori di Kisel'

Freddo, caldo, pioggia o neve, niente poteva fermare i venditori ambulanti di Kisel’!

I “gelatinai” nel Settecento

La foto è tratta dal libro di Jakov Ivanovič Basin, i produttori di San Pietroburgo, 1799. L’autore mostra un venditore di Kisel’ dell’epoca mentre serve un cliente. Ma chi erano i venditori di Kisel’? Ne abbiamo già parlato nel nostro post di qualche giorno fa (http://www.sguardoadest.it/new_blog/il-kisel-e-i-gelatinai-hanno-qualcosa-in-comune-scopriamolo/), ma qui vi do qualche dettaglio in più sull’attività di questi infaticabili lavoratori.

I venditori ambulanti di Kisel’ vendevano la propria merce al mercato. Li avreste subito notati perché camminavano per le strade della città con un capiente recipiente sulla testa colmo di buon Kisel’.

I “gelatinai” (come li chiamo io) ovvero i produttori di Kisel’, una volta arrivati al mercato col prezioso carico, allestivano il banchetto per la vendita. Aprivano una sorta di cavalletto di legno che si erano trascinati dietro e vi adagiavano sopra il recipiente di Kisel’, coperto da uno straccio.

Accanto al recipiente, il venditore predisponeva piatti e bastoncini di legno usati a mo’ di forchetta a disposizione della clientela. Ricordiamo che il kisel’ era una sorta di gelatina che poteva essere infilzata tranquillamente con un bastoncino di legno e portata alla bocca senza il rischio di sporcarsi, o peggio, di perdere il boccone e ritrovarlo a terra!.

olio di canapa

I venditori ambulanti di Kisel’

Arrivato il primo avventore, il “gelatinaio” staccava una bella porzione di Kisel’ dal suo recipiente e la metteva in un piatto, tagliandolo a pezzettini e irrorandolo di buon olio di canapa, conservato in un’apposita fiaschetta, che probabilmente portava con sé , attaccata alla cintola. A questo punto il cliente poteva servirsi del bastoncino di legno e iniziare a mangiare di gusto!

Con il suo banchetto, il venditore di Kisel’ si spostava in giro per la città e si fermava solo dove il suo occhio notava un via vai di operai e marinai. Il Kisel’ che andava per la maggiore era quello di piselli che solitamente si mangiava fuori pasto, come una sorta di merenda.

Nevskij Prospekt (San Pietroburgo) Chiesa luterana oggi

L’immagine mostra che il venditore di Kisel’ ha aperto il suo banchetto sulla Mojka, in una via con abitazioni a destra e a sinistra della strada. In lontananza scorgiamo la cupola della chiesa luterana sul Nevskij Prospekt tra il canale Mojka ed Ekaterinskij (oggi Griboedov). Poco distante dal nostro “gelatinaio”, è ritratto un altro venditore, che porta in una scatola sotto braccio la sua merce (forse è un vetraio o un serramentista). Il nostro “gelatinaio” ha avuto un buon fiuto e si è spostato proprio in un quartiere dove girano parecchi lavoratori. Il primo si è avvicinato, è sicuramente un falegname. Notiamo la piccola ascia appesa alla cintura e la grande sega appoggiata sul banchetto. E’ stremato dalla fatica e un buon kisel’ è proprio quello che ci vuole per rimettersi in forze!

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fonte: Jakov Ivanovič Basin, i produttori di San Pietroburgo, 1799

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