Tutto qui di Nicola Guarino


L’individuo al centro di otto storie in un Sud senza tempo nel libro Tutto qui di Nicola Guarino
L’uomo al centro dell’universo di Guarino
Tutto qui di Nicola Guarino edito da Graphe.it è una splendida raccolta di otto racconti, narrati con sensibilità ed eleganza, attraverso un linguaggio diretto e poetico. Le storie che ci regala Nicola Guarino sono delicate (anche nella loro drammaticità), ci appassionano e ci coinvolgono.

In un Sud senza tempo, lo spazio attorno ci parla di tempi passati e presenti, induce il protagonista a riflettere su ciò che era e non è più. Così i balconi delle case: “erano porte sulle strade” attraverso cui “la gente comunicava a voce o anche con gli sguardi, erano strumenti di protesta e luoghi di liberazione”. Ma anche per le strade non è più come prima: “mancano i giovani. I giovani non passeggiano, vanno”. E le mura delle case di Federico? “che si assottigliavano sempre di più, perdevano consistenza come i suoi ricordi, che si facevano vaghi e si diradavano privi di commozione”.
Tutto ciò che si trova attorno ai personaggi parla.
Ma lo spazio attorno non è nulla se non si carica di ricordi e sensazioni. E’ qui che viene fuori il protagonista di tutte le storie di Nicola Guarino. E’ qui che prende corpo l’individuo con le sue fragilità, che si trova a dover fare i conti con la vita, che maledice il destino e una famiglia sconsiderata. La capacità di Guarino in queste pagine è stata quella di portare il lettore delicatamente, per mano, in storie profonde, vere e umane. Il lettore si sente a poco a poco sempre più in sintonia con il protagonista, entra in punta di piedi nei meandri del suo animo e ne esce vinto e devastato, proprio come lui.
E poi c’è la famiglia, quella radice che condiziona la vita, quei tentacoli da cui non riesci a liberarti, pieni di pregiudizi, tradizioni e mentalità che ingessano il presente e sgretolano il futuro come fa Maurice quando dice alla figlia Jeanine:
“Ecco a cosa serve far studiare le figlie femmine. Dopo ti abbandonano e girano le spalle alla famiglia”;
“Cos’è questa idea bislacca di sposare un uomo divorziato, magari con figli grandi e che vive così lontano? E ai tuoi anziani genitori non ci pensi?”;
“Fai come vuoi, ma dimenticati di noi, dimenticati la casa in campagna, se ci tradisci non ti lascerò nulla. Niente agli stranieri!” concluse con un tono goffamente retorico.
Tutto qui di Nicola Guarino

Tutti i protagonisti delle storie di Guarino si trovano, all’improvviso, faccia a faccia con la realtà e sono costretti a chiudere i conti. Come se fino a quel momento avessero vissuto in un presente ovattato, galleggiante, fluttuante come accade alle figure dei quadri di Chagall. Ecco allora la drammaticità di dover affrontare un evento inaspettato a cui non si è preparati (come capita a Giacomo), oppure il riaffiorare di debolezze e le ansie legato a quel nome “sbagliato” che attanaglia l’adulto Timoteo fin dall’infanzia oppure ancora la presenza del buio opprimente che riempie la vita di Federico.
Bellissimo è il racconto “pagine napoletane dal terzo millennio”, un tuffo nel passato di Napoli tra odori che non si sentono più e luoghi simbolo sepolti per dare spazio al nuovo, al contemporaneo, come se il passato non fosse una ricchezza ma un peso di cui allegerirsi.
L’autore passa in rassegna i posti più interessanti di Napoli, facendoci notare come sono cambiati nel tempo, raccontandoci qualche chicca e portandoci a spasso in mezzo a quell’eterna confusione che caratterizza la città. Ma evidentemente il tempo passa e forse il protagonista della storia, che vive a Parigi e fa una tappa di dieci giorni a Napoli, non ne aveva ancora la piena consapevolezza. Molto è cambiato, ma innanzitutto tanti non ci sono più. Le persone che scandivano il suo quotidiano, quelle che abitavano nel quartiere della sua infanzia non ci sono più. Morte. Tutte. La vecchietta all’ingresso della pizzeria, Gennaro o’ femminiello, sua sorella, la moglie del giudice, il portiere del suo palazzo. Forse solo il fruttivendolo con le dita mancanti è rimasto. La spietata notizia gli arriva nel corso di un dubbio amletico nella pizzeria della sua giovinezza mentre riflette su una bufalina o un calzone fritto. Quando sgrana come un rosario tutti i nomi dei suoi conoscenti e ne chiede le sorti con una certa insistenza alla nuova titolare, questa spazientita gli risponde:
“Sentite, so’ muort tutt’quant’. Mo’ a vulite a pizza?”
Chi è Nicola Guarino

Nicola Guarino nasce nel 1958 ad Avellino, ultimo di una famiglia numerosa. Negli anni del liceo collabora con l’Unità e Paese Sera e per mantenersi durante gli studi universitari, lavora all’ippodromo di Agnano. Nicola si laurea in Giurisprudenza alla Federico II e diventa avvocato.
Appassionato di cinema ha curato diverse rassegne e festival sia a Napoli che a Parigi, città in cui vive dal 2004 e in cui insegna lingua italiana all’Università della Sorbona e a Créteil Paris 12. È tra i fondatori della testata online Altritaliani.net.
Tutto qui di Nicola Guarino si legge tutto d’un fiato, come un romanzo avvincente. Qui vi ho raccontato le mie impressioni, ma se avete voglia di scoprire cosa mi ha detto l’autore a proposito del suo libro, vi invito a leggere la mia intervista che Guarino mi ha concesso per Cinquecolonne Magazine.
Buona lettura!
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