Il mondo dei racconti nonsense di Vincenzo de Lillo in “Scampoli di follia”
Una nuova raccolta di racconti
Vincenzo de Lillo in “Scampoli di follia” non racconta solo vicende nonsense, ma anche una realtà mista a comicità, a volte cruda, a volte leggera, a volte quasi accennata perché sovrastata dalla bruta realtà a cui l’autore lascia il posto per il tema trattato.
Il libro, edito da Scatole Parlanti è una raccolta di racconti tutti diversi, in cui l’autore mescola horror, thriller, fiaba e vita quotidiana. Mi piacciono le storie di Vincenzo, perché è uno scrittore che riesce sempre a trovare il lato comico anche nelle vicende tragiche che richiederebbero una certa serietà. Vincenzo, invece, riesce con la sua comicità a non farci pesare quel sorriso strappato.
Dopo Un cuore condiviso, l’autore abbandona le storie personali per gettarsi nella realtà di tutti i giorni, quella che vive e quella che circonda ognuno di noi. Non è un segreto che le storie di Vincenzo mi appassionano. Il motivo è lo sguardo curioso con cui l’autore analizza ogni aspetto della vita, rivoltandola a proprio piacimento in modo da esaltarne gli aspetti più assurdi. E solo un curioso che è attento ai dettagli può farlo. Non è un caso che a proposito di questo libro l’ autore specifichi che si tratta di “racconti folli per menti sane” e perché no, “anche viceversa”.
Vincenzo de Lillo in “Scampoli di follia”
Sappiamo che Vincenzo nella vita fa l’autista e quindi, certamente, il suo lavoro gli è di grande stimolo, perché gli permette di girare per strada e di osservare, ma anche di ascoltare storie, tante storie, l’humusdelle sue creazioni.
Anche i fatti di cronaca, però, lo stuzzicano. Gli effetti devastanti delle attuali sostanze stupefacenti di cui abusano i giovani con grande nonchanace è terreno fertile per raccontare in The bad trip un personaggio che diventa completamente ridicolo ai nostri occhi nonostante la drammaticità dell’argomento.
Discutibili doti innate, invece, riempiono le pagine della Cosa che ci racconta di un personaggio che alla fine ci fa così tanta pena che nonostante il macello combinato, de Lillo ce lo fa risultare quasi simpatico.
Non mancano i festeggiamenti trash napoletani, quelli che negli ultimi anni sono diventati un tormentone nazionale a tal punto da assimilare ogni napoletano a questa categoria di personaggi o a quelli malavitosi che spopolano tra le serie TV.
Anche se mi sento ferita da questi accostamenti non ho potuto fare a meno di ridere dall’inizio alla fine della Fasulara, una fotografia di certa realtà maledettamente comica nella sua unicità.
Vincenzo de Lillo in “Scampoli di follia” non risparmia niente e nessuno. La sua ironia a volte è tagliente e a volte è bonaria e ci rende la lettura sempre piacevole e fluida. Poiché l’autore è di casa in Sguardo ad est, vi consiglio anche di leggere le interviste sugli altri libri per scoprire di più sull’autore e i suoi testi. Se non avete ancora scelto il libro per l’estate, beh, credo che questa sia un’ottima scelta per staccare la spina!
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