Avventure spericolatissime ad Est: i viaggi di Eleonora Sacco

Eleonora Sacco

I viaggi di Eleonora Sacco raccontati nel suo libro “Piccolo alfabeto per viaggiatori selvatici

Viaggiare

Eleonora Sacco, classe 1994, è una viaggiatrice incallita. Per lei viaggiare è una necessità, non riuscirebbe a farne a meno, ormai fa parte della sua natura. Col tempo la passione è diventata più forte e si è concretizzata in numerosi progetti. Innanzitutto Pain de Route, il suo blog che nasce nel 2015 per promuove il Viaggio consapevole in Paesi poco battuti dai classici itinerari turistici. Nel  2019 diventa co-autrice del podcast Cemento e nel 2020 pubblica Piccolo alfabeto per viaggiatori selvatici edito da Enrico Damiani Editore . Sempre nel 2020 dà vita ai tour virtuali live “Poputchik” per dare la possibilità a tutti di viaggiare anche durante la pandemia!

Per aree estremamente difficili e remote oppure viaggi personalizzati, Eleonora mette a disposizione la sua esperienza con una consulenza ad hoc per ogni esigenza. 

Dal 2015 quindi Eleonora racconta principalmente l’Est, un territorio sconfinato, ricco di lingue e culture diverse. Ed è proprio questa diversità che ha catturato Eleonora. Come dice lei stessa nel suo blog, ha un’ossessione per gli infusi magici, le babushki (nonne) sovietiche, le piante e il canto. 

Per organizzare viaggi in Transiberiana, Transmongolica, Transmanciuriana, BAM o qualsiasi altro lungo viaggio in treno in Russia e ex URSS, Eleonora Sacco è una fonte inesauribile di chicche e informazioni. Ovviamente, poichè conosce benissimo la Russia, capite bene, che non potevo proprio farmela scappare!

Ho avuto il piacere di intervistarla in occasione del suo libro  Piccolo alfabeto per viaggiatori selvatici (potete leggere l’intervista su cinquecolonne.it) e qui ne ho approfittato per chiederle un paio di cose sulla Russia:

La Russia per Eleonora Sacco:

Nel mio Blog, Sguardo ad Est, parlo anche di Russia. Ci racconti una popolazione, un’esperienza o una qualsiasi cosa che ti sei portata nel cuore da quel Paese?

Ho iniziato a capire che non avrei mai capito quanto è grande e sfaccettata la Russia quando ho iniziato a visitare le repubbliche non slave del Volga. Tatarstan, Ciuvascia, Mari El, e poi la Siberia: Buriazia, oblast’ autonoma degli ebrei, l’isola di Sachalin e non solo. Di ognuno di questi luoghi porto sempre con me l’attaccamento alla natura, ai suoi frutti, e all’incredibile bravura di tutti questi popoli a sopravvivere in condizioni climatiche durissime. I mirtilli e le fragoline nei boschi, le marmellate di bacche o di pigne, i panzerottini ripieni di carne di montone, le improbabili bevande fermentate, i dolci al miele, le tisane curative e l’Ivan chai: tutto questo ha sapore di casa e di millenni di vita in simbiosi con la natura.

Mosca (Foto concessa dall’autrice)

Qual è il piatto più strano che hai mangiato in Russia? E quello che ti piace di più?

Ricordo che il pesce essiccato le prime volte mi faceva davvero impressione e non riuscivo assolutamente a mangiarlo, tantomeno insieme alla birra, per non parlare del caviale a colazione! Col tempo ho sviluppato il gusto anche per questi sapori, e ora mi piacciono. In cima alla classifica dei cibi più bizzarri senz’altro c’è la marmellata di pigne (buonissima), seguita dalle angurie sott’aceto da mangiare in insalata. Tra le popolazioni turciche ci sono anche le (terribili) bevande fermentate a partire da latte di diversi animali, oppure da diversi cereali, come il kumys e la boza, più diffuse in Asia Centrale ma reperibili anche in Russia.

Se avete deciso di programmare un viaggio in Russia, allora vi consiglio proprio di andare a sbirciare sul sito di Eleonora sacco, farvi un’idea e poi eventualmente contattarla! 😉 

Kazan (foto concessa dall’autrice)

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2 Comments

  • Marcello

    E’ vero. Quando arrivi in un posto lontano, piccolo, sconosciuto e isolato ti accorgi che quel posto è maturato nel tempo a dispetto delle condizioni. Che l’uomo non ha bisogno di molto per vivere e che si adatta proprio a tutto. Per questo ha colonizzato il mondo.

    Gennaio 19, 2022 - 2:50 pm
  • admin

    Hai proprio ragione Marcello, e meno male direi che riusciamo ad adattarci a tutto. La parola “resilienza” è ora di moda, ma, come dici tu, è una capacità istintiva che abbiamo, vecchia come il mondo. Forse oggi la staimo un po’ perdendo perchè le nuove generazioni non le abituiamo ai sacifici e al desiderio di conquostarsi le cose e questo, automaticamente, le spinge a non “ingegnarsi” per adattarsi. Grazie per le tue considerazioni

    Gennaio 19, 2022 - 3:10 pm

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