Come si diventa scrittori: Camilleri e Carver dicono la loro 

Come si diventa scrittori

Esiste un modo per diventare bravi scrittori? Quali sono i ferri del mestiere? Dove reperirli? I grandi della lettura come hanno fatto ad emergere?

Non copiamo i grandi scrittori!

Come si diventa scrittori? È una delle domande che tormenta tutti gli aspiranti scrittori. Ci chiediamo se esiste un metodo da seguire, se è necessario frequentare corsi, se basta leggere molto per individuare metodi e trucchi, oppure se è solo una questione di fortuna oppure di talento.  

Oggi ne parliamo con il nostro ospite Luciano Varnadi Ceriello uno scrittore ormai possiamo dire non più emergente che ha al suo attivo diversi romanzi e che oggi ci racconterà come, secondo lui, si può diventare bravi scrittori e ci dirà da dove trae l’ispirazione per i suoi romanzi. 

Luciano Varnadi Ceriello

Nel corso delle mie interviste agli scrittori emergenti, mi sono resa conto che c’era un argomento che non toccavo mai, ma che inevitabilmente veniva fuori, semplicemente perché mi ci portavano loro. Era una sorta di sfogo, che con il tempo ho imparato ad ascoltare e indagare. L’argomento ovviamente verteva sul mancato successo delle loro pubblicazioni. La colpa era quasi sempre degli editori. Allora ho iniziato ad andare più in profondità, perché avevo la sensazione che pochi si mettessero in discussione. 

Come si diventa scrittori? Beh, chi vuole iniziare a scrivere sa che potrebbero essere non obbligatori corsi di scrittura creativa (anche se fortemente consigliati a mio avviso), sa che si deve leggere tanto e soprattutto gli scrittori preferiti per carpirne metodi e tecniche.

Allora, mi è venuta in mente la prefazione di Camilleri ad un saggio di Patricia Highsmith su come scrivere un giallo. Ne ripropongo una parte per riflettere con voi sull’importanza di leggere tanto, ma specialmente i libri dei nostri scrittori preferiti per imparare a scrivere in un certo modo. A tal proposito Camilleri dice:

A me frequentemente capita che qualcuno dei miei lettori mi domandi come si fa a diventare scrittori. O meglio, quali esercizi, quali studi, cosa leggere, quali trattati, quali scuole, per imparare a scrivere narrativa. La mia immancabile risposta è quella di “andare a bottega”. In una scuola di scrittura creativa? No, a bottega da uno scrittore. Quale? Quello che ti piace di più. Ma è morto! Non ha importanza, puoi andarci a bottega lo stesso. E come? Pigli un libro qualsiasi del tuo autore preferito, leggi la prima frase che ti capita sotto gli occhi. Ricopiala. Cerca di capire perché ha usato una data parola e non un suo sinonimo, perché ha messo un aggettivo prima o dopo un sostantivo, perché ha usato quel dato verbo e non un altro, perché quella virgola è sistemata proprio lì. Insomma, fagli l’autopsia a quella frase. Poi, cerca di ricomporla come l’avresti scritta tu. Ti funziona? No? Riprova da capo.

Io credo che il suggerimento di Camilleri sia davvero una considerazione fondamentale che specialmente gli scrittori emergenti dovrebbero tenere bene a mente. Ma la pensano tutti così? A questo punto mi rivolgo al nostro ospite Luciano Varnadi Ceriello e gli chiedo se anche per lui “andare a bottega” da uno scrittore famoso è stata la svolta nella sua scrittura oppure se ha trovato ispirazione da altre fonti ad esempio la storia, l’archeologia, la musica, l’arte

Questa storia del sogno mi incuriosisce. Mi spieghi meglio cosa a che fare con la scrittura?

Come si diventa scrittori?: solo la sperimentazione paga

Bellissime le considerazioni di Luciano, vero? Trarre ispirazione anche da altri ambiti artistici come ha fatto lui è un ulteriore stimolo, che arricchisce di nuove sfumature il linguaggio di uno scrittore. Io ho letto il Segreto di Vivaldi edito da edito Armando Curcio editore  e vi posso confermare che è un romanzo molto bello, una storia appassionante e ricca suspense in cui Reinhard Friedmann, il protagonista, un ex ufficiale nazista è ritratto in tutta la sua umanità e qui sicuramente Luciano ha rielaborato gli insegnamenti di Dostoevskij quando è andato a bottega da lui.  

Mi soffermo adesso proprio sulle ultime considerazioni di Camilleri per far notare che quasi nessuno scrittore emergente o aspirante fa quest’esercizio. La maggior parte si limita a leggere il romanzo dello scrittore preferito o scelto in quel momento con l’unico scopo di metabolizzare i colpi di scena, gli intrecci esaltanti, i trucchi, le trovate e i personaggi atipici, per poi riutilizzarli nei propri lavori con ambientazioni e personaggi diversi. Nessuno fa “l’autopsia” al proprio romanzo. E il rischio qual è? quello di non sperimentare e quindi di non essere originali. Si fa un rimpasto di storie lette qua e là, ci si aggiunge qualche personaggio stravagante, si aggiunge un finale sensazionale e il gioco è fatto. Ma non dovrebbe funzionare affatto così

E a questo proposito vi cito Carver, uno scrittore americano che adoro al pari Cechov ( a bottega del quale Carver ha confidato di essere andato spesso) che in suo meraviglio saggio sulla scrittura, dice:

[…]Bisogna tener presente che in narrativa la vera sperimentazione dovrebbe essere originale, conquistata a fatica e motivo di soddisfazione. Perciò gli scrittori non dovrebbero sforzarsi di imitare il modo di guardare le cose di qualcun altro – ad esempio Barthelme. Non funzionerebbe. Di Barthelme ce n’è uno solo, e se un altro scrittore cercasse di appropriarsi della particolare sensibilità di Barthelme o della sua tecnica di mise en scene, con la scusa dell’innovazione, quello scrittore s’impegolerebbe nel caos, nel disastro, e peggio ancora, nell’auto – inganno…[…]

Ma non ingannate solo voi, ingannate anche il lettore. Questo però, è diventato esperto, e allora non lo fregate, anzi. Sarà lui a fregarvi, perché giocate sporco, non lo coinvolgete, non siete sincero, e lui allora vi abbandona. 

Sempre nella prefazione di Camilleri al testo Come si scrive un giallo, lo scrittore siciliano a proposito di questo libro dice:

[…]Molti scrittori esordienti credono che gli scrittori affermati debbano avere una formula per il successo. Questo libro intende soprattutto sfatare questo mito. Non c’è alcun segreto per una scrittura di successo, se non l’individualità – o chiamiamola personalità. E poiché ogni persona è diversa, spetta soltanto all’individuo esprimere la sua differenza. […]

E a questo punto non posso che tornare a Luciano, al nostro ospite di oggi per approfondire con lui il tema della personalità e dell’originalità, e gli ho chiesto:

Quando hai pensato al tuo primo romanzo e poi a quelli successivi, avevi già deciso, quindi calcolato di dare un’impronta personale al tuo lavoro, quindi uno stile specifico ai tuoi libri oppure questo è venuto nel tempo?

Sono certa che le risposte di Luciano vi abbiano incuriosito e quindi per chi non conoscesse l’autore (che peraltro è stato intervistato da me qualche tempo fa, e alla fine dell’articolo vi lascio tutti i link di approfondimento compresa la bella intervista per Cinquecolonne.it  e la recensione de “Il segreto di Vivaldi” sul mio blog) passo a raccontarvi un po’ di più sui suoi libri e la sua vita

Chi è Luciano Varnadi Ceriello

Luciano Varnadi Ceriello è laureato in Lettere moderne e svolge la professione di insegnante. Ha pubblicato per Armando Curcio Editore i volumi della Trilogia di Reinhard Friedmann: Il segreto di Chopin (2017) vincitore di 22 premi letterari, risultato il quinto libro più bello d’Italia; Il segreto di Marlene – Viaggio alla ricerca del sé (2019) vincitore del Premio Etnabook; “il segreto di Vivaldi – Tra esoterismo e passione” (2021). Nel 2020 gli è stato conferito l’Oscar della letteratura al Golden Book Awards. È Vincitore Assoluto del Rive Gauche Festival (2019) con l’album Oniric Chopin ProsiMeloMetro N° 1; del 2021 sono il suo nuovo album Radio Varnadi 2.0 Family Edition e il progetto discografico “VivaldInKanto – Le quattro stagioni – Opera POP”, che contiene la sua rivisitazione cantata de Le quattro stagioni di Vivaldi. È risultato finalista e vincitore di diversi premi letterari e cantautorali tra i quali il Premio Tenco (2019).

Insomma, direi che vale proprio la pena approfondire i romanzi di Luciano. Io vi posso dare il mio contributo e nella recensione al suo ultimo libro trovate le mie impressioni sul libro, le parti che mi hanno commossa di più. E’ un romanzo dalle mille sfumature e in questo credo che Luciano quando scrive faccia davvero tesoro degli stimoli continui che gli infonde la lettura di altri scrittori così come certamente la musica.

Come si diventa scrittori secondo Stephen King

Prima di chiudere, vorrei citarvi un altro scrittore che richiamo spesso, Stephen King, perché le sue parole sono un ulteriore spunto di riflessione, perché è vero che dobbiamo leggere i nostri scrittori preferiti, ma è pur vero che è anche dalle letture più disparate che riceviamo nuovi stimoli.

In On writing, autobiografia di un mestiere, alla fine del libro, Stephen King dice:

[…]  c’è sempre qualcuno che mi chiede: “ Ma lei che cosa legge?” Non ho mai dato una risposta esauriente a questa domanda, perché ha il potere di mandarmi in tilt il cervello.  La replica più semplice (“Tutto quello su cui riesco a mettere le mani”) è abbastanza sincera ma inutile […]

Leggete tutto quindi, non fossilizzatevi solo sul vostro autore preferito perché avete deciso di imparare a scrivere come lui. Spaziate perché altrimenti uno stile vostro non lo troverete mai!

Sentite qual è il processo di apprendimento di Stephen King:

Se volete diventare scrittori, dovete leggere e scrivere un sacco. Che io sappia, non ci sono alternative o scorciatoie. Pur non essendo un fulmine divoro un’ottantina di libri all’anno, quasi solo romanzi […]

[…] non prediligono la narrativa per studiarne le tecniche, ma semplicemente perché ho un debole per le storie. Certo, non nego l’esistenza di un processo di apprendimento. […]  

[…] Leggendo robaccia si imparano con estrema chiarezza gli errori da evitare […]

[…] la buona scrittura insegna all’autore alle prime armi uno stile adeguato, una narrazione consona, uno sviluppo coerente della trama, la creazione di personaggi credibili e una sincerità di fondo […] 

[…] Dovete leggere di tutto continuando nel frattempo a correggere, riformulare i vostri lavori […] […] A costo di essere brutalmente sincero, se non avete tempo per leggere non avete nemmeno il tempo (o gli attrezzi necessari) per scrivere. Punto e basta.  La lettura costituisce il nucleo creativo della vita di un autore. Mi trascino dietro un libro dovunque vada e approfitto di qualsiasi opportunità per sbirciare tra le sue pagine. Il trucco sta nell’ impratichirsi a leggere a piccoli sorsi e non soltanto a lunghe golate. […]

[…]  Potete addirittura leggere guidando, grazie alla rivoluzione degli audiolibri. Di tutti i volumi che mi pappo ogni anno circa una decina è su cassetta […].

Il libro è stato scritto nel 2000, perciò parla di cassetta. Tutto chiaro quindi? Memorizzate i consigli e le esperienze dei nostri ospiti cominciando da quelli di Luciano Varnadi Ceriello che ringrazio infinitamente per il suo tempo, e poi perché no, memorizziamo anche i consigli di Camelleri, Carver e Stephen King.

Grazie a Luciano per essere stato con noi, grazie a voi tutti per averci ascoltati. Vi invito a seguire il mio prossimo podcast #Sviscerandoconlautore e, come al solito chiudo, rivolgendomi agli scrittori emergenti: se volete esprimere il vostro punto di vista ed essere intervistati, potete scrivere al mio indirizzo email presente sul blog sguardo ad est.

Approfondimenti e consigli di lettura

Premio Internazionale Spoleto Art Festival Letteratura 2018 a Luciano Varnadi Ceriello

Recensione de “Il segreto di Vivaldi”

Il segreto di Chopin

CARVER, Il mestiere di scrivere, ed. Einaudi Super ET

PATRICIA HIGHSMITH, Come si scrive un giallo, Minimun fax

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