Scegliere chi far parlare: quale Punto di vista usare nella scrittura
Oggi parleremo di punti di Vista nella scrittura, quali sono, i pro e i contro, e lo faremo insieme allo scrittore Michele Visconti autore di Mia Via
Scegliere la voce giusta
Quale Punto di vista usare nella nostra scrittura quando ci apprestiamo a scrivere un romanzo o un racconto? Oggi parleremo di un aspetto che bisogna affrontare immediatamente, cioè quando decidiamo di iniziare a scrivere la nostra storia, quando mettiamo cioè la penna sul foglio.
E’ un momento fondamentale dell’intero processo creativo e dobbiamo soffermarci il tempo giusto anche perché la scelta del punto di vista è un percorso insidioso e pieno di i rischi. Scegliere la strada sbagliata è un attimo.
I rischi quindi sono dietro l’angolo e uno dei principali è quello di essere incoerenti nella storia, e di conseguenza di mandare in confusione il lettore che non capisce, ad un certo punto, chi è che racconta, di chi sono i pensieri (del protagonista o del narratore?).
Ne parliamo con il nuovo ospite di oggi, Michele Visconti, che in realtà non è affatto nuovo qui a Sguardo ad Est, perché lo abbiamo intervistato già in passato in occasione dei sui romanzi Il Ponte di ghiaccioe Croce e Testa. Oggi è qui con noi per parlarci del suo nuovo libro, Mia Via, Giovane Holden edizioni (2023), romanzo molto interessante che “utilizzeremo” per approfondire l’argomento di oggi, cioè i punti di vista.
Prima di dare la parola a Michele, introduciamo il tema. Come al solito parto da eminenti scrittori, vi riporto le loro considerazioni sull’argomento e poi lo ampliamo con l’intervento del nostro ospite.
Riporto alcune considerazioni della giallista Patricia Highsmith secondo cui innanzitutto bisogna porsi una prima domanda fondamentale: attraverso gli occhi di chi va raccontata la storia? Seconda questione di importanza fondamentale: che tipo di storia è? Sarebbe meglio raccontarla standone fuori, o attraverso gli occhi di un protagonista?
Quale Punto di vista usare nella scrittura
Partirei dal libro di William Strunk jr elementi di stile nella scrittura. Il primo tutorial per scrittori che è diventato un classico per capire quale Punto di vista usare nella scrittura.
Il libro è molto semplice, nel senso che affronta tutte le tematiche base della scrittura creativa in modo lineare, diretto e molto chiaro.
Per quanto riguarda i punti di vista l’autore fa prima una premessa che è importantissima, necessaria per non confondersi quando si parla di punti di vista. William Strunk, infatti, dice che bisogna distinguere la voce narrante, cioè colui che racconta la storia, dallo scrittore, cioè colui che materialmente scrive la storia, in questo caso Michele Visconti ad esempio è l’autore del libro, mentre la voce narrante è di? Lo scopriremo più tardi.
Introduco allora Michele e gli chiedo di farci un breve sunto delle parti salienti del suo romanzo che poi passeremo ad analizzare.
Ciao Francesca a ciao a tutti. Iniziamo col dire che Mia Via è un romanzo distopico, ambientato in un futuro non troppo lontano, nel 2045, dove comunque immagino un futuro simile al nostro ma molto più aspro e con tecnologie un po’ più avanzate. La protagonista è Mia Aruta, un killer di Secondigliano (Napoli) chiamato il Primo della Classe, proprio perché infallibile e molto spietato. Poche persone sanno che dietro questo pseudonimo si cela una donna che lavora solo su commissione e che non ha alleanze. Poi, però, succede che in un momento di crisi della penisola a causa di una pandemia in corso, dei criminali e un gruppo deviato dello Stato decidono di sconvolgere la penisola. Per attuare il loro piano devono mettere a segno dei crimini eccellenti. Così alcuni malavitosi di Napoli riescono a ricattare Mia e la costringono a collaborare loro. Suo malgrado, quindi, la ragazza si troverà implicata in questi crimini.
Un altro protagonista è il poliziotto Lorenzo Francini , la cui strada si intersecherà con quella di Mia, tra vari sconvolgimenti e situazioni personali.
Vi ha incuriosito Michele? Vi assicuro che la storia è molto particolare e vi invito a leggere il libro. L’introduzione di Michele ci servirà per inquadrare la narrazione e capire da che punto di vista l’autore ha deciso di raccontarla.
Vi invito a leggere il William Strunk jr, perché analizza in modo molto semplice i punti di vista che qui vi riassumo poi li confrontiamo con il lavoro di Michele.
Nel libro di William Strunk jr si parla di prima persona e terza persona. Questi sono i due punti di vista maggiormente usati e che andremo ad analizzare uno per uno, perché hanno delle sfaccettature interessanti. William Strunk dice che l’autore prima di scrivere un romanzo o un racconto deve scegliere quale sarà la voce che narra la storia.
Se si sceglie la prima persona, dobbiamo essere consapevoli del fatto che il punto di vista di colui che narra è un punto di vista personale, e quindi la storia sarà narrata attraverso una prospettiva parziale, perché ci racconterà solo ciò che è avvenuto al personaggio che racconta, il quale ha una conoscenza diretta degli avvenimenti che narra. La narrazione quindi risulta faziosa, filtrata e in un certo senso deformata dalla soggettività del narratore. Di contro, la scelta della narrazione in prima persona permette una forte intimità. Il lettore si sente molto più vicino a chi racconta, empatizza con il suo stato d’animo, vive le sue emozioni in maniera molto più coinvolgente.
Michele, tu hai mai pensato di scrivere una storia in prima persona? Quali sono secondo te i pro e i contro?
In passato mi è capitato di scrivere una storia in prima persona dove il narratore e il protagonista coincidono. Questa è un’autopubblicazione su Kataweb di alcuni anni fa ed è intitolata “I Cavalieri delle stelle” e parla di un eroe dai poteri straordinari che deve salvare il mondo. Ne leggo giusto una piccola parte per far capire il tipo di narrazione:
Cominciai a saltellare in guardia destra. Cavin era immobile e mi aspettava concentrato. Cominciai ad attaccarlo con una serie di calci. Era molto veloce e io sempre in ritardo di un secondo. Man mano mi riscaldai e cominciai a muovermi meglio. Poi cominciò ad attaccare lui. Schiavavo quando potevo e ogni volta che paravo mi rendevo conto di avere un dolore in più. Era una roccia. Ci affrontammo in una sequenza e ci trovammo i nostri avambracci incrociati che si spingevano a vicenda. Ci guardammo negli occhi per qualche istante. Ansimavo come un asino e lui sembrava la Regina d’Inghilterra al tè delle cinque, tanto era calmo e rilassato”.
In questo caso il protagonista coincide con il narratore ed è un po’ più complicato narrare con questo metodo anche perché alla fine, avendo la “telecamera” vicino al protagonista non puoi dire tutto, perchè chi legge sa solo quello che sa l’attore principale. E’ come se il protagonista avesse una telecamera sul casco, quindi ci muoviamo insieme a lui. Puo’ essere interessante, poi però bisogna trovare degli escamotage per far sapere alcune cose al protagonista o al lettore.
Esattamente, Michele ci ha chiarito perfettamente cosa si intende per narrazione in prima persona e quali sono i rischi. Vi di dico di più. A volte, alcuni scrittori, per dare l’impressione che il racconto in prima persona sia più obiettivo e dare più informazioni come diceva Michele, fanno raccontare la storia ad un testimone, che fornisce un resoconto dei fatti accaduti. Il narratore parla in prima persona e racconta ciò che ha visto e come sono andati in realtà i fatti. Ma siamo sicuri che sia proprio così? In realtà, il testimone dovrebbe essere più attendibile, ma di fatto spesso non lo è, perché anche in questo caso racconterà la storia dal proprio punto di vista. Pensate al “Grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald in cui lo scrittore fa raccontare la storia ad un testimone, l’amico di Gatsby, Nick Carraway. E pensate ai tanti romanzi gialli in cui il cui il testimone non è risultato attendibile…
La narrazione in terza persona
La narrazione della storia in terza persona consente allo scrittore di narrare la storia attraverso la prospettiva di un personaggio che nel racconto viene di solito indicato con il nome proprio o con “lei”/“lui”.
Anche se la narrazione in terza persona è più distaccata e meno intima rispetto alla prima, comunque sappiamo ciò che vede e sente il personaggio. Anche se siamo più distaccati, ci dobbiamo comunque sempre ricordare che parliamo del protagonista o di un personaggio singolo (non a caso si parla di terza persona singola) e che il punto di vista è comunque limitato, perciò tale punto di vista in terza persona si definisce anche limitata.
Al punto di vista in terza persona limitata si contrappone il punto di vista in terza persona multipla, perchésiamo contemporaneamente nella testa del personaggio principale ma anche degli altri personaggi. Tale punto vista dà grande ritmo alla narrazione e consente di descrivere sensazioni e comportamenti dei diversi personaggi, trasferendo maggiore obiettività al racconto. Ma sappiate che gestirlo è molto complicato.
Abbiamo infine, l’ultimo punto di vista, quello detto onnisciente di cui ci parla William Strunk jr (1869 – 1946):
Esiste infatti “[…] il caso del narratore onnisciente, cioè che ha una visione totale della situazione, che vede tutto e sa tutto di tutti i personaggi, entrando di tanto in tanto anche nelle loro teste per svelarne i pensieri e sentimenti, e non di rado aggiungendo giudizi e commenti su personaggi e situazioni[…]”. Il narratore in questo caso non coincide con nessuno dei personaggi ma li conosce a fondo e li segue tutti.
Nel tuo romanzo ci racconti che Punto di vista hai usato e perché?
Pe scrivere Mia Via ho utilizzato la terza persona seguendo i personaggi nelle loro vicende. La terza persona è comunque un io onnisciente che sa tutto anche se, scrivendo gialli, non sempre mi dilungo nel raccontare le cose, ma cerco sempre di farle scoprire pian piano, do delle indicazioni al lettore per fargli captare qualcosa. Inoltre, scrivo sempre capitoli, anche non troppo lunghi, per rendere il romanzo più accessibile, utilizzando frasi brevi e parole non tropo complesse. Mi piace arrivare al lettore, e credo che la semplicità sia il miglior modo per farlo.
Ci sono poi alcuni romanzi che utilizzano il punto di vista multiplo, però, francamente, penso che sia complicato da realizzare e chi lo fa è comunque dotato di un grande estro. Inoltre c’è la possibilità di commettere errori di logica. Poi è difficile anche da leggere perché quando mi sono imbattuto in questi romanzi c’è bisogno di un’attenzione molto alta.
Al momento non mi sono mai cimentato in questo genere di racconto, alcune volte magari ho utilizzato la prima persona però preferisco utilizzare un solo punto di vista e attualmente preferisco la terza che è un modo molto semplice per avvicinarsi a chi scelto di leggermi.
Concordo con Michele sul punto di vista multiplo e se vi abbiamo incuriosito vi consiglio di leggere un libro difficilissimo da metabolizzare, proprio (e non solo) per quello che abbiamo detto fin qui: L’urlo e il furore di William Faulkner.
Spero che il podcast di oggi vi sia stato utile, ringrazio il nostro ospite Michele Visconti che ci ha parlato del suo ultimo romanzo Mia Via e chiudo con qualche cenno sulla biografia di Michele.
Michele Visconti, classe 1979, è napoletano e da qualche anno vive e lavora a Pescara. È un impiegato presso una società di ingegneria come geometra e ha due principali passioni: la scrittura e il disegno. La scrittura in particolare gli ha regalato non poche soddisfazioni, ottenendo buoni risultati in importanti concorsi letterari, tra cui Dieci piccoli indiani e Premio letterario nazionale Bukowski. Ha pubblicato una raccolta di racconti i Fanta eroi (La quercia editore) e per il Giovane Holden edizioni ha pubblicato Il mondo sommerso (2017), l’uomo con la pelliccia (2018), Croce e testa (2020) e Il ponte di ghiaccio (2022).
Approfondimenti e consigli di lettura:
Francis Scott Fitzgerald, il Grande Gatsby
PATRICIA HIGHSMITH, Come si scrive un giallo, Minimun fax
WILLIAM STRUNK JR, Elementi di stile nella scrittura
L’urlo e il furore di William Faulkner
Recensione del Ponte di Ghiaccio di Michele Visconti
Sviscerando con l’autore: uso e abuso dei dettagli con Michele Visconti
Intervista a Michele Visconti su Cinquecolonne (Croce e Testa)
Podcast di Michele Visconti su Sommessamente
Intervista a Michele Visconti su Cinquecolonne (Il Ponte di ghiaccio)
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