Per chi ama le storie avventurose: Jan Potocki e il suo Manoscritto

Jan potocki

Manoscritto trovato a Saragozza di Jan Potocki

Personalità eccentrica

Jan Potocki è l’ autore del Manoscritto trovato a Saragozza, o almeno così si dice, dal momento che la vicenda della paternità è stata abbastanza travagliata.

Avete presente le Mille e una Notte? E le novelle del Decamerone? Sono certa sapete di che parlo, però, se rispolverate questi due classici della letteratura e poi vi cimentate nella lettura del Manoscritto di Jan Potocki, troverete in quest’ultimo numerose similitudini. Le storie nelle storie e certamente la suspense

Partiamo dall’inizio, e non alzate gli occhi al cielo, cercherò di non annoiarvi e di essere quanto più breve e convincente possibile. Due notizie al volo per chi non conoscesse Jan Potocki. E’ stato un personaggio davvero unico e per certi versi (molti versi) mi ricorda il mio adorato Raimondo di Sangro, principe di Sansevero (1710-1771), esoterico, inventore, militare, alchimista (ne cito solo alcuni, proprio perché mi sono ripromessa di essere breve), quello della cappella di Sansevero a Napoli, insomma, il Cristo velato per intenderci, lo avete presente? Ecco, quello. 

Dicevo, Jan Potocki (1761 -1815) anche lui era un massone, un alchimista, uno studioso, un antropologo, uno scrittore e aveva la reputazione di “eccentrico”. Era un abituale frequentatore di salotti parigini, combatté contro i russi, fu uno dei fondatori dell’archeologia slava, era un appassionato di matematica e scienze naturali, di viaggi, (arrivò anche in Italia) ed era affascinato dalla storia, il suo più grande interesse. Come si può immaginare, infine, era un fervente illuminista, sedotto dalle idee progressiste allora in voga.

Inoltre, in Polonia, fece anche parte della Commissione dell’Educazione Nazionale e a lui si attribuisce l’introduzione dell’insegnamento obbligatorio della storia dell’Oriente.

La censura dell’epoca e la reticenza degli stampatori a pubblicare documenti scomodi, lo spinsero a creare una sua “stamperia libera (Wolny Dnukarnia) dove iniziò a pubblicare opuscoli anticlericali, liberali e rivoluzionari.

Le versioni del  Manoscritto trovato a Saragozza di Jan Potocki 

C’è una diatriba infinita ma molto interessante sulle diverse versioni che vi invito a leggere. Se siete curiosi, potete scaricare qui il testo degli interventi di alcuni studiosi sull’argomento:

Prima di morire suicida, terminò la stesura di un lungo romanzo in lingua francese. Del manoscritto originale non vi è traccia, perché, pare, che sia stato prima smembrato e poi disperso. Nel 1847, però, apparve una traduzione polacca che iniziò a girare per il Paese e per il mondo, a dir vero con scarsi risultati, perché non venne apprezzato. 

Da qui iniziarono le vicissitudini legate alla paternità dell’opera. 

Nel 1958 iniziò la fortuna del romanzo grazie a Roger Caillois che diede alle stampe il libro Manoscritto trovato a Saragozza in francese, cioè nella lingua in cui lo aveva scritto Jan Potocki, ma lo pubblicò monco, cioè pubblicò solo la prima parte (in Italia fu pubblicata la traduzione da Adelphi nel 1965). 

Il romanzo di Potocki uscì finalmente completo nel 1989 grazie a René Radrizzani, che ne curò l’ edizione  completa basata su una traduzione ottocentesca in polacco del testo originario francese andato perduto.

Jan Potocki e il Manoscritto trovato a Saragozza

Perché leggere questo romanzo? perché se amate le storie nelle storie, le tinte noir ma anche fantastiche e un po’ gotiche, allora questo è il testo che fa per voi! Il romanzo è caratterizzato da una serie di storie che si intrecciano l’un l’altra e che sono tenute insieme da un unico filo. Tutto parte e finisce con le avventure del giovane soldato Alfonso van Worden e dei suoi inquietanti compagni di viaggio.

Il lavoro di Potocki è stato lungo e meticoloso. Una leggenda narra che iniziò a scrivere le storie durante la malattia della moglie. Aveva cominciato a leggerle le Mille e una notte e quando terminarono, decise di scrivere alcune storie, perché la moglie gli aveva mostrato un insolito interesse per quel tipo di intreccio.

Sembra che Potocki abbia lavorato dal 1803 al 1815 e questo ci fa capire che il suo non fu un capriccio o una scelta dettata da esigenze familiari, ma un vero e proprio impegno. Dico questo perché, in generale, le opere di Potocki non incontrarono il favore del pubblico. Non ne riconobbero l’originalità perché, per il suo carattere e i suoi interessi, venne marchiato come un signorotto che si occupava da dilettante di un po’ di tutto e che per capriccio si dedicava all’erudizione.

Jan Potocki, foto di dominio pubblico

Ma torniamo al Manoscritto trovato a Saragozza. Nelle storie del libro, Potocki mette a frutto tutto il suo sapere, comprese le innumerevoli esperienze di viaggio.

Il romanzo è diviso in “giornate” che comprendono una o più storie fantastiche e avventurose, ma anche di fantasmi e demoni! Queste ultime erano evidentemente correlate al mondo dell’occultismo che stava facendo capolino nel nascente spirito romantico, particolarmente affascinato dall’horror e il macabro. Un elemento da non sottovalutare nelle sue storie è il folklore, frutto dei ricordi, dei suoi studi e della sua capacità di osservazione durante i viaggi.  

Concludo raccontandovi un aneddoto sulla sua morte.

Nel 1812 Jan Potocki decide di ritirarsi nella sua tenuta di Uladowka in Podolia (la parte sud dell’attuale Ucraina). Attraversa periodi solitari e bui. Si dedica esclusivamente allo studio, non esce mai se non per andare in biblioteca, è nevrastenico, depresso e preda di tremendi mal di testa. Durante uno dei momenti di depressione più acuta, inizia a limare con una certa meticolosità una pallina di argento che sormonta il coperchio della sua teiera. Quando nel 1815 la palla raggiunge le dimensioni desiderate, la fa benedire dal cappellano del castello, la inserisce nella pistola e si spara in testa…

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