La pittura di Jόzef Natanson tra impressionismo e surrealismo

Natanson lavorò per più di trent’anni nel cinema, tuttavia la sua unica passione fu solo la pittura

la pittura di Jόzef Natanson l’ho già affrontata nel mio blog, ma trasversalmente, approfondendo solo un aspetto del suo contributo all’arte, specialmente italiana. Ho evidenziato infatti l’impronta che Natanson ha lasciato nel cinema italiano e internazionale. Famose sono le sue collaborazioni nei film di Fellini, Vittorio De Sica, Carmine Gallone, John Huston e Leo Mankiewicz.

Il contributo artistico di Natanson al cinema consisteva nel dipingere il set dei film: templi e chiese, teatri, paesaggi, interni ed esterni di castelli e palazzi, e tanti effetti speciali. Questo però era lavoro. Natanson invece, nel suo tempo libero dipingeva. Era questa la sua vera passione, una passione che coltivò per tutta la vita fino alla fine dei suoi giorni.

Jόzef Natanson , Arco di Trionfo abbandonato, 1973, olio

Le diverse fasi della pittura di Jόzef Natanson

La pittura di Natanson si divide in periodi ben precisi, l’ultimo dei quali a ridosso dell’età avanzata. La sua pittura segue le fluttuazioni dell’anima, molto spesso condizionata nella sua creatività dall’attività lavorativa.  

La pittura dei primi anni, praticata durante il soggiorno a Parigi e poi in Scozia, fu fortemente influenzata dagli impressionisti e dai post impressionisti di cui Natanson amava l’uso del colore e il modo in cui osservavano la natura.

Lo stile di Natanson, però, subì un cambio di rotta una volta entrato nel cinema. In quel periodo, forse come reazione alla semplicità e linearità dei quadri che dipingeva per i set cinematografici, Natanson iniziò a realizzare quadri cupi e con poco colore con l’obiettivo di colpire, di trasmettere emozioni.

Terminata questa fase, i suoi dipinti cominciarono ad orientarsi verso una concezione surrealista della pittura. I suoi soggetti divennero più complessi, i dipinti più realistici e pieni di luce.  Questo periodo terminò quando Natanson scoprì la carta e le sue sfumature di colore (Bianchissima quando è illuminata e ricca di tonalità quando è in ombra*). Da quel momento, l’artista polacco iniziò a realizzare  una serie di quadri dove la carta appariva nelle forme più diverse: ora scatola, ora angelo, ora nuvole.

Jόzef Natanson Annunciazione, 1981

L’ultima fase della pittura di Natanson

L’avanzare dell’età indirizzò nuovamente il suo stile in un’altra direzione. Natanson cambiò il modo di dipingere, trasformando i temi complicati del periodo surrealista in temi più spontanei e allegri. Tutto iniziò con la realizzazione del quadro Concerto di notte, seguito da Il giorno del bucato. In quest’ultimo dipinto belle ragazze nude stendono al sole larghe stoffe colorate. Tutto è colore e gioia, e questo sarà l’inizio di un nuovo periodo artistico. Gioia e serenità nella vita del pittore polacco, trasudano anche nel dipinto La Primavera e nella serie L’epoca d’oro. Quest’ultima è  di ispirazione direi quasi bucolica, caratterizzata da giovani donne nude immerse in fitte foreste che, spensierate giocano tra loro in mezzo alla natura. Jόzef Natanson morì a Roma nel 2003.

Nel prossimo e ultimo post sul pittore polacco, daremo qualche informazione sulla sua vita e formazione artistica e un affronteremo un altro aspetto della pittura strettamente collegata all’attività nel cinema.

*Questo è il mio cielo di Wiktor Skrzynecki (1994)

Fonti: documentario intervista TO JEST MOJE NIEBO (Questo è il mio cielo) di Wiktor Skrzynecki (1994), realizzato dalla TVP

Jόzef Natanson, Trittico. Il giorno del bucato 1987, olio

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