La festa dell’orso in Russia: il 13 dicembre si va in letargo

festa dell’orso in Russia

13 dicembre

La festa dell’orso in Russia è un’amata ricorrenza che si celebra ogni anno, il 13 dicembre, con eventi e laboratori educativi per i bambini, organizzati in molte regioni del Paese. Non c’è da meravigliarsi. L’orso è da sempre un simbolo della Russia, perché personifica la forza e il coraggio del popolo russo, e fin dall’antichità è stato oggetto di ammirazione e venerazione. Il folklore russo, infatti, lo cita ovunque; all’orso si dedicavano (e si dedicano) fiabe, proverbi e poemi epici. Non è un caso che il cartone animato moderno Maša e Orso, nato nel 2009 e ispirato a una fiaba tradizionale russa, sia particolarmente amato, dentro e fuori la Russia.

Per l’antico popolo slavo l’orso era simbolo di fertilità, salute e forza. Inoltre, lo sentivano particolarmente vicino, perché, come l’uomo, era in grado di muoversi su due arti (proprio come nel quadro di Šiškin in copertina). Essendo considerato un simbolo… non poteva certo mancare nel pantheon delle divinità! Adorato e venerato era, infatti, Veles, raffigurato anticamente con la testa di un orso, perché considerato la divinità degli animali.  

Il dio Veles

Secondo l’antico calendario popolare slavo, c’erano dei giorni dedicati all’orso e al suo risveglio. In suo onore, infatti, durante le ricorrenze natalizie, a carnevale (Maslenica) e nel periodo della Komoedinica(Комое́дица, la festa del risveglio dell’orso, a cui si associava l’inizio della primavera), le persone indossavano maschere di belve e cappotti di pelle di pecora.

dio Veles, foto da Slovar’ slavjanskoj mifologij

Inoltre, nell’età del bronzo, quando i pastori si spostavano con le loro greggi da un luogo all’altro, l’orso Veles divenne il protettore degli animali domestici e il dio della ricchezza; e poiché la ricchezza di un pastore sono i suoi animali, Veles si trasformò presto anche il dio del bestiame. 

Gli antichi slavi ritenevano, infine, che l’orso potesse difendere dalla stregoneria e da cose simili; all’epoca, nessuno si sarebbe meravigliato di trovare in una casa, in bella mostra, una zampa d’orso. Secondo le credenze del tempo, la zampa dell’orso era un potente talismano, a protezione specialmente dei membri del nucleo familiare.

La festa dell’orso in Russia

Anche io voglio celebrare questa giornata!, Lo faccio ricordando un bellissimo e famosissimo quadro dei pittori russi Ivan Ivanovič Šiškin e Konstantin Apollonovič Savickij del 1889, Mattino in una pinetaattualmente alla Galleria Tret’jakov di Mosca e che ho avuto il piacere di ammirare proprio lì, tra mille altre bellezze. 

Il quadro irradia una potenza espressiva unica. Il regno della natura, senza idealizzazioni da parte di Šiškin, è ritratto nel suo verismo e nella sua bellezza. Un orsetto ci dà le spalle, ma involontariamente sembra chiederci di ammirare quello spettacolo dal quale egli stesso è rapito. Tra alberi spezzati e caduti, forse a causa del vento, alcuni orsi giocano curiosi sotto gli occhi vigili della mamma. E’ la natura incontaminata la vera protagonista del quadro e non gli orsi, che per il pittore sono solo un pretesto per cogliere i boschi nella loro bellezza prorompente.

Ivan Ivanovič Šiškin ritratto da Kramskoj, 1880 (foto di dominio pubblico)

Il sole sta sorgendo e una luce suggestiva illumina le cime degli alberi, mettendo in luce i dettagli del bosco, come il muschio che ricopre gli alberi, il terreno smosso e le radici in superficie.

Ivan Ivanovič Šiškin

Sul quadro aleggia un alone di mistero, perché pare che il soggetto del dipinto fosse stato suggerito dal pittore Savickij e forse anche da lui abbozzato. Nel quadro, però, il suo nome è poco visibile, perché cancellato da una pennellata corposa. Quando Tret’jakov lo acquistò pagò una somma altissima, parte della quale (forse un quarto) andò nelle tasche di  Savickij. Tuttavia, Tret’jakov pretese la cancellazione del nome del pittore Savickij, perché secondo lui la raffigurazione era pienamente in linea con il solo stile di Šiškin e la cooperazione dei due artisti nel dipinto non era affatto visibile. Per questa ragione, il nome di Savickij sul dipinto è cancellato con una grossa pennellata. Da quel momento in poi in tutti i cataloghi apparve sempre e solo un nome: Šiškin. 

Ivan Ivanovič Šiškin (1832- 1898) è uno tra i pittori russi più famosi, un rinomato paesaggista, particolarmente aderente alla realtà e per niente lirico. Nei dipinti la natura è così come la vediamo, nella sua magnificenza, nella sua potenza e senza distorsioni. Nei lavori di Šiškin sono predominanti sempre due temi: le foreste, specialmente alti pini, e i campi; ma i suoi quadri non sono mai malinconici, il suo stile è sempre lieve e gentile. 

Una delle caratteristiche principali del pittore russo è l’attenzione maniacale al dettaglio, che rivela un profondo spirito di osservazione e che ha l’obiettivo di far emergere l’invisibile a sguardi superficiali e distratti.  

Foto di copertina di dominio pubblico: Ivan Ivanovič Šiškin, Mattino in una pineta,1889

Fonti: 

Slovar’ slavjanskoj mifologij, Russkij Kupez, 1995

https://my.tretyakov.ru/app/masterpiece/8390

https://www.calend.ru/holidays/0/0/3765

https://kakoysegodnyaprazdnik.ru/prazdnik/den-medvedya

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