Vi avverto che vivo per l’ultima volta di Paolo Nori


La vita e le opere della poetessa russa Achmatova raccontate in un libro ricco di informazioni, storie e curiosità: Vi avverto che vivo per l’ultima volta di Paolo Nori
Anna Achmatova
Vi avverto che vivo per l’ultima volta di Paolo Nori edito da Mondadori è un libro sull’affascinante figura della poetessa russa Anna Achmatova.
In perfetto “stile Nori”, il libro racconta aspetti noti e meno noti dell’ Achmatova (1889-1966), le sue fragilità, la sua arte, i suoi dolori e i suoi amori. La grande capacità di Nori di raccontare storie cattura inevitabilmente il lettore. L’autore si insinua piano piano con la propria storia e poi si aggroviglia a quella di Anna.
La lettura inizia con l’immagine altera della poetessa russa che fa il suo ingresso alla festa di compleanno di Il’ja Erenburg nel 1956. Poi, come per magia, scivoliamo nell’infanzia di Nori. Ci piace nonna Carmela, la nonna di Nori. Aveva la stessa fierezza di Anna.
Non era fiera solo di spirito, lo era anche nel portamento, Anna. In molti, come ricorda Nori, si sono soffermati sull’aspetto fisico, non perché fosse bella, ma perché aveva qualcosa che attirava come un magnete, uomini e donne.
Il pittore Annekov, che la ritrasse numerose volte, disse che “la tristezza era l’espressione più caratteristica del volto dell’Achmatova”. Josif Brodskij invece era rapito dal tono della sua voce e dall’inclinazione del capo. Il poeta e critico letterario Georgij Adamovič parlava di espressività e spiritualità che attiravano immediatamente l’attenzione. Il poeta Anatolij Najman la paragonò addirittura ad una scultura, anche mentre si muoveva. I suoi suoceri la chiamavano l’egiziana, quella spilungona… Bachtin invece, ne ricorda l’arroganza. Tanti hanno parlato di lei, e nel libro Paolo Nori ci incuriosisce passandone in rassegna la maggior parte.
Vi avverto che vivo per l’ultima volta di Paolo Nori è un continuo intrecciarsi di ricordi. Ricordi di chi ha conosciuto Achmatova, ricordi di Nori in Russia, ricordi di famiglia (di Nori e dell’ Achmatova).

Partiamo dai ricordi, incominciamo ad appassionarci subito alla lettura ma solo dopo un po’ ci rendiamo conto che è da un pezzo che non si parla più dell’Achmatova, bensì delle avventure dell’autore. Com’è che siamo finiti a parlare della padrona di casa di Nori in Russia per ben cinque capitoli? Non lo so, però la lettura prosegue e dalla tesi di Nori passo, senza accorgermene, alle sospensioni in Europa di tutte le attività artistiche che hanno come oggetto la Russia. In un attimo mi ritrovo dalla biblioteca Lenin, angosciata come Nori per la sua tesi di laurea, ai giorni nostri. Poi, però, l’Achmatova la ritrovo, senza accorgermene, in perfetto “stile Nori”.
In questo libro ci facciamo i fatti dell’autore. Nori si svela e ci narra le sue esperienze in Russia, il senso di colpa per essere diventato famoso durante il conflitto in Ucraina dopo la censura della Bicocca (tutti lo vogliono, tutti lo cercano), i suoi affetti, tratteggia qualche riferimento alla vita di coppia e ..bam! Ecco che ci riappare un’altra vita di coppia, quella di Achmatova e Gumliëv.
Non ci si annoia , questo è certo.
Vi avverto che vivo per l’ultima volta di Paolo Nori
Anche la vita dell’Achmatova è stata straordinaria, proprio come quella di Dostoevskij. Nori la ripercorre tutta, dal matrimonio infelice con Gumliëv alla relazione breve e appassionata con il nostro Modigliani, fino alle tante vicende amare che hanno caratterizzato la sua esistenza.
La vita artistica della grande poetessa russa sboccia davanti al quadro di uno dei miei pittori russi preferiti: L’ultimo giorno di Pompei di Brjullov. Siamo nel 1910 e nel 1912 esce il primo libro di poesie di Anna Achamatova, Sera. La poetessa ha ventitré anni e deve cambiare il suo cognome da Gorenko ad Achmatova: il padre non le permette di usare il suo cognome per quella cosa indecente che è la poesia.
L’arte di Anna nasce sotto una cattiva stella che per un po’ infesterà anche la sua vita. A diciassette anni perde la sorella, quando ne ha ventisei scoppia la seconda guerra mondiale, dopo due anni la rivoluzione russa e l’anno dopo divorzia dal marito. Nel 1920 il fratello di Anna si suicida e l’anno dopo fucilano Gumliëv. E la scia di morte continua. Nel 1922 viene a sapere che Modigliani è passato a miglior vita e lo stesso anno perde la sorella minore di tubercolosi. Nel corso degli anni Trenta arrestano per ben due volte sia suo figlio che il suo migliore amico, Mandel’stam. Quest’ultimo morirà in un lager. E questo come dice Nori, è solo l’inizio. E dall’infelicità di Achmatova passiamo a quella di Nori…
Lo ripeto, non ci si può stancare. In oltre 250 pagine si intrecciano mille fatti, tante storie che solo apparentemente hanno poco a che fare con la vita e le poesie di Achmatova. Tutto è Achmatova in questo testo, anche quando “Togliatti” ( il soprannome della compagna di Nori) dopo una passeggiata gli ha esclamato: “oggi è stata proprio una bella passeggiata, non ti ha cagato nessuno!!”.
Vi lascio con un punto interrogativo su quest’ultima frase. Il resto non ve lo spoilero, vi ho già anticipato troppo!
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