Paolo Nori presenta “Sanguina ancora. L’incredibile vita di Dostoevskij”

Paolo Nori Sanguina ancora

Come racconta i russi lui, non li racconta nessuno

Paolo Nori: “Sanguina ancora. L’incredibile vita di Dostoevskij”

Paolo Nori ha presentato qualche settimana fa a San Benedetto del Tronto, a cura dell’ Associazione I luoghi della scrittura , il suo ultimo libro “Sanguina ancora. L’incredibile vita di Dostoevskij” edito da Mondadori. Sarei stata lì ad ascoltarlo per ore, e non perché ci avesse raccontato chissà cosa sull’ incredibile vita di Dostoevskij, ma per quello che non ci ha raccontato e che invece ci ha trasmesso con le parole che gli si strozzavano in gola.

eh lo so, anche io mi sono chiesta per un po’ il significato di questo antico geroglifico, poi l’illuminazione: a Francesca, San benedetto del T. 24 7 2021

Aneddoti di vita personale si sono intervallati a qualche chicca sulla vita del grande scrittore russo, ma quello che ha catturato tutti i presenti, è stato l’atto d’amore col quale Nori ha presentato al pubblico l’argomento del suo libro. Nelle sue parole e nelle sue storie c’è stata un’emozione continua che l’autore non ha celato e che certamente ha catturato tutti, compresa me. Un amore infinito per Dostoevskij in primis, ma in generale per tutta la letteratura russa. Per chi ha poca confidenza con quest’ultima, segnalo che Paolo Nori è uno scrittore e un traduttore. Ha sfornato più di 40 romanzi dal 1999 ad oggi e ha tradotto signori del calibro di Turgenev, Lermontov, Gončarov, Puškin, Gogol’, Tolstoj e, ovviamente, Dostoevskij.   Insomma, è uno a cui questa roba qui piace proprio.

Romanzo? saggio? autobiografia?

Paolo Nori ha presentato “Sanguina ancora. L’incredibile vita di Dostoevskij” come un romanzo, ma secondo me un romanzo non è, perché una trama credo che non ci sia (basta questo per dire che non è un romanzo? potremmo parlare all’infinito, sorvoliamo. Ma forse una trama c’è…). E non è neanche un’autobiografia, perché poi alla fine ha parlato tanto anche di Dostoevskij. E non è nemmeno un saggio, perché ci ha messo troppi riferimenti alla sua compagna e a sua figlia. Non lo so cos’è, ve lo farò sapere quando avrò finito di leggerlo, certamente è un atto d’amore nei confronti della letteratura russa, e solo questo per me è più che sufficiente. Tutto il resto è un piacevolissimo intermezzo che non può che rendere più bella, interessante e divertente la lettura. Secondo me potrebbe essere un diario, un diario intimo, uno di quelli che ogni tanto si vedono ancora in giro, con il lucchettino e la chiavetta, che poi è stato aperto, svelato, riletto e dato alle stampe. Sì mi piace immaginarlo così, qualcosa di intimo.  

E poi, diciamo la verità, come racconta Paolo Nori questi russi, non li racconta nessuno. Il modo “friendly” di approcciarsi ai giganti della letteratura è una trovata meravigliosa, che fa breccia nella curiosità dei più e che li avvicina, circuendoli, ai “mattoni” degli scrittori russi (e non perché siano pesanti 😊, ma perché pochi libri occupano un’intera mensola di un metro e dici; metteteci Guerra e Pace, Anna Karenina, l’Idiota, i Fratelli Karamazov, Delitto e castigo, i racconti di Čechov e vi siete giocati più di mezza mensola con soli tre scrittori!).

Comunque, questa è la mia lettura estiva. La divoro, e poi vi faccio sapere!

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