Oggi si festeggia la Matrona dell’inverno

la Matrona dell’inverno

Il 22 Novembre l’inverno bussa prepotentemente e ufficialmente alle nostre porte. E c’è poco da fare, dobbiamo farlo entrare, parola degli abitanti dell’antica Rus’!

La Matrona di Costantinopoli

La Matrona dell’inverno era una festa molto sentita nell’antica Rus’. Oggi la chiesa festeggia sia il ricordo della Matrona di Costantinopoli (La Matrona dell’Inverno) sia il giorno della nascita della Matrona di Mosca, canonizzata ufficialmente nel 1999. Oggi, però, vi parlerò soltanto della Matrona dell’’Inverno, della sua incredibile storia e delle cerimonie popolari legate ai suoi festeggiamenti.

Il 22 novembre quindi si festeggia il ricordo della Venerabile Matrona di Costantinopoli. La festa è celebrata anche con altri nomi tra cui semplicemente il Giorno dell’Inverno. Per questa ricorrenza, gli abitanti dell’antica Rus’ erano soliti pregare davanti alla sua icona per avere una grazia o per fare una preghiera a protezione dei cari e dei bambini, vediamo perchè. 

Ma chi era realmente la Matrona dell’Inverno?

Parliamo di un personaggio vissuto parecchi secoli fa, precisamente nel V secolo. Inizialmente, la Matrona conduceva una vita normale, come tante donne. Viveva a Costantinopoli con il marito e la figlia. Era una donna devota, andava regolarmente in chiesa ed era molto caritatevole. In chiesa, però, iniziò ad osservare con curiosità e trasporto gli asceti e poi, nel tempo, ad imitarli, sia nelle preghiere che nei rituali. Alcuni, prevedevano la mortificazione del corpo a cui il marito iniziò ad opporsi, ma senza successo. I litigi tra i due iniziarono a diventare frequenti, perché la donna sentiva sempre più forte la chiamata del Signore. E alla fine scelse LUI. Abbandonò la famiglia, dando la figlia in adozione, e per evitare che il marito la seguisse e trovasse, riuscì ad entrare in un monastero maschile, facendosi passare per un uomo, l’eunuco Babila.

icona della beata Matrona di Mosca

Il camuffamento, però, non durò a lungo. Il priore del monastero ebbe un sogno premonitore sulla donna e la smascherò. Viste le sue buone intenzioni, però, il priore decise di non punirla, ma di mandarla al monastero femminile. In breve tempo la donna diventò priora e si sparse la voce dei suoi miracoli. La gente iniziò ad arrivare numerosa al monastero, perché la Matrona, con la potenza delle sue preghiere, riusciva a guarire molti malati. Purtroppo, le voci arrivarono anche al marito, e quando la donna lo venne a sapere, per non incontrarlo, si ritirò in clausura in un tempio pagano abbandonato. Lì continuò la sua opera di conversione e guarigione, fondando un vero e proprio monastero. Lo stesso fece a Costantinopoli. E qui finisce la sua storia che si conclude il giorno della sua morte, all’età di 100 anni…

La Matrona dell’Inverno

Poiché il 22 novembre era quasi sempre ventoso e freddo, gli abitanti dell’antica Rus’ ritenevano che fosse dovuto alla Matrona dell’Inverno. Nei villaggi si pensava che Matrona avesse scelto quella data per rimettere in piedi l’Inverno, indebolito e affaticato dal disgelo primaverile, e che per farlo, avesse chiamato a raccolta i venti impetuosi e freddi provenienti dalle montagne. Con il 22 novembre, gli abitanti iniziavano a predisporsi per l’Inverno e ne celebravano l’arrivo con feste e lavori domestici.

In ricordo delle capacità della Matrona, per prima cosa, gli abitanti si industriavano per produrre le erbe medicinali da utilizzare contro i malanni invernali di tutta la famiglia. Erbe e radici raccolte in primavera ormai ben asciutte, si lessavano e cuocevano per farne intrugli e bevande dal grande potere medicamentoso.

Inoltre, in questa stessa data, tutti i villaggi si mobilitavano per le raccolte a favore dei poveri. Ogni abitante sistemava casa e le cose superflue e inutilizzate (specialmente vestiti non indossati per tre anni di seguito), venivano donati ai meno abbienti. Si raccontava , però, che gli oggetti di casa assimilassero l’energia delle persone che le avevano possedute e che, regalandole, fortuna e danaro sarebbero passate anche alle persone che ricevevano gli oggetti. Ecco perché, specialmente per i vestiti, si raccomandava di lavarli prima di donarli, altrimenti la fortuna sarebbe andata via insieme agli abiti!

Tutto il villaggio infine, si preparava all’Avvento. Le tavole erano imbandite sempre con Kvas e con uno speciale pane magro dal quale si facevano una sorta di fette biscottate, si controllavano le provviste in cantina e si posizionavano le trappole peri i topi. Il giorno della Matrona dell’Inverno inoltre non bisognava bere. Anche gli amanti dell’alcool sapevano di dover stare lontani dalla bottiglia. Si credeva, infatti, che fosse molto facile per un ubriaco perdere la strada di casa e, di conseguenza, morire di freddo per strada!

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