Mammina e regina, così il popolo russo chiamava l’acqua


Matuška e Carica*, due appellativi affettuosi e rispettosi per indicare l’acqua, elemento vitale per il nostro pianeta
Valenza relighiosa-sacrale
L’acqua ha sempre avuto un’importanza universale presso tutti i popoli della terra, ed è stata oggetto di culto e venerazione fin dagli albori dell’umanità. Il post di oggi mi farà da battistrada al prossimo, nel quale parlerò ancora dell’acqua main relazione alle fiabe russe di magia.
Il fatto che il popolo russo riservi all’acqua appellativi così importanti e affettuosi, ci dice tanto. Secondo antiche credenze, l’acqua era il sangue della Madre Terra, il letto su cui poggia la terraferma e lo spartiacque tra il regno dei vivi e quello dei morti. L’acqua quindi era considerato un elemento sacro, ed è proprio questo aspetto religioso-sacrale che ho trovato particolarmente interessante e di cui vorrei parlarvi oggi. Analizzeremo questo elemento nell’ambito della cultura popolare russa per scoprire insieme alcuni rituali davvero interessanti.
Tutti i popoli della terra quindi, riconoscevano all’acqua un’origine divina che però poi andò via via scomparendo contestualmente alla diffusione del cristianesimo. Tuttavia, a causa dell’antico retaggio pagano, si sviluppò tra i popoli la convinzione che l’acqua, in quanto santa, avesse anche un’insita forza miracolosa che le conferiva un forte potere medicamentoso.
Il “versamento dell’acqua”
C’è un aspetto molto interessante delle antiche tradizioni russe legate al culto dell’acqua che vale la pena di trattare. Si tratta del cosiddetto “versamento dell’acqua” un rituale legato all’antica venerazione del popolo russo (e non solo) per i fiumi e l’acqua piovana.

Con l’arrivo della prima pioggia primaverile, la gente della campagna si riversava per strada e restava immobile sotto l’acqua per godere dei benèfici influssi della pioggia. Vagavano scalzi, con il capo scoperto e con la pioggia si lavavano il viso. Il liquido curativo si conservava a casa in bottiglie ben tappate (come si fa oggi con l’acqua dell’Epifania ) per un anno intero, fino alla successiva pioggia primaverile.
Esattamente allo stesso modo si faceva con l’acqua del fiume. Appena il ghiaccio primaverile cominciava a rompersi, tutti i bambini correvano verso le sponde, raccoglievano l’acqua e si lavavano per tre volte il viso, la testa e le mani. Queste usanze ci riportano ad una serie di riti, tra cui il cosiddetto “versamento dell’acqua”.
Si tratta di un rituale usato per liberare una persona della famiglia o un animale domestico dalla malattia. Il rituale prevedeva l’immersione della croce o di un’immagine sacra di rame nell’acqua santa. Mentre si pronunciavano le preghiere, la persona bisognosa veniva cosparsa di acqua sacra per liberarla dalla malattia.
Il potere medicamentoso
La convinzione del potere medicamentoso dell’acqua è una credenza comune a tantissimi popoli. Nella cultura ortodossa, il potere curativo è stato trasferito all’acqua in occasione del battesimo di Cristo, quando la croce divina è stata immersa nelle acque, liberandole dai diavoli. Ciò spiega perché il popolo russo considerava tutta l’acqua pulita e santa. La sua santità le conferiva il dono del medicamento, non solo del corpo, ma anche dell’anima. Oggi queste particolari proprietà curative sono state riconosciute anche dalla Chiesa Ortodossa, ecco perché si ritiene che l’acqua, in particolare “l’acqua dell’Epifania”, abbia un potere medicamentoso.
- seguendo il sistema di traslitterazione, la “c”si legge “z” come zuppa
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