La Bibbia raccontata da Marc Chagall
La Bibbia secondo Chagall
La Bibbia raccontata da Marc Chagall (1887-1985), è un viaggio affascinante nella vita personale e nel pensiero del grande artista russo. La mostra, intitolata Chagall.La Bibbia, è stata allestita nell’affascinante Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro, e ospita ben 170 opere grafiche del grande pittore russo.
La mostra ha l’obiettivo non solo di svelare al grande pubblico il rapporto di Chagall con la religione ebraica e con la sua personale maniera di rileggere in chiave pittorica il Messaggio Biblico, ma anche di raccontare l’ebraismo in Calabria e le influenze dell’arte ebraica sulla cultura contemporanea. A tal proposito, nella mostra sono esposte le opere di due artisti contemporanei Max Marra e Antonio Pujia che completano il viaggio artistico nella storia della religione ebraica.
L’esposizione, curata da Domenico Piraina e, per la sezione sull’Ebraismo in Calabria, da Pasquale Faenza, è un viaggio nella visione personale che Chagall aveva del Grande Libro e dei suoi racconti che, per lui, erano prevalentemente racconti di uomini, di patriarchi, di profeti, di re e di regine, di spose, di pastori. Per Chagall, infatti, la Bibbia non è la storia della Creazione ma delle creature.
Fin dall’infanzia sono stato affascinato dalla Bibbia. Mi è sempre sembrato, e tutt’oggi mi sembra, che questo libro sia la più grande fonte di poesia di tutti i tempi. Da allora ho cercato il suo riflesso nella vita e nell’arte. La Bibbia è l’eco della natura, il mio è un tentativo di trasmettere questo mistero”. (M.Chagall)
Chagall era nato in una famiglia ebrea molto religiosa e praticante. Nel suo immaginario i vari personaggi del vecchio Testamento, erano diventati quasi persone reali con cui dialogare, persone molto simili a quelle che frequentavano le sinagoghe.
Ricordo che la mostra Chagall.La Bibbia è organizzata dal Comune di Catanzaro e dall’Assessorato alla Cultura della Città di Catanzaro con Arthemisia.
L’arte di Max Marra e Antonio Pujia
A chiusura del percorso espositivo, la mostra presenta un gruppo di opere realizzate dall’artista contemporaneo Max Marra, intitolata Il ghetto, conchiari e drammatici rimandi alla tragedia del popolo ebreo.
Un altro nucleo di opere a corredo dell’intera esposizione è quello di Antonio Pujia Veneziano intitolata Pirgos, ceramiche parlanti. Si tratta di un’installazione creata appositamente per la Giudecca di Bova, sezione urbana del Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs” di Bova. L’opera di Antonio Pujia è costituita da 7 vasi che omaggiano l’antica presenza della comunità ebraica in Calabria. Esse sono caratterizzate inoltre da decorazioni che richiamano antichi e sacri simboli ebraici della Menorah, della Stella di David o dello Shofar.
Infine, in mostra è esposta una ristampa unica e rara, il Commentarius in Pentateuchumdi Rashi (Rabbi Salomon ben Isaac), tomo edito a Reggio Calabria il 18 febbraio1475 con caratteri ebraici mobili e il cui l’originale è conservato presso la Biblioteca Palatina di Parma.
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