Un caro amico di Munch: lo scrittore polacco Przybyszewski


Chi era lo scrittore polacco
Munch e Przybyszewski sono due personalità molto singolari, il cui rapporto nella vita e nell’arte è ben mostrato e descritto nella Mostra a Palazzo Bonaparte (Roma), Munch.Il grido interiore.
Munch e Przybyszewski sono due figure molto affascinanti, che attraverso i loro linguaggi espressivi sono stati un punto di riferimento nell’arte e nella letteratura di fine Ottocento.
Stanisław Przybyszewski (1868-1927) [FIG.1] è stato uno scrittore e poeta polacco associato al movimento letterario del simbolismo. Si iscrisse a Berlino alla facoltà di architettura, poi a medicina e infine a psicologia. Era un appassionato di satanismo, visse come un bohemien, era un alcolizzato, un drogato, un libertino e una persona particolarmente travagliata. Elaborò la teoria dell’ “anima nuda” , un’anima cioè non legata né alle tradizioni né alla morale. La sua personalità e le sue teorie erano considerate un modello per i modernisti e affascinarono in modo particolare i decadentisti.
Przybyszewski ebbe una figlia illegittima, Stanisława, che inizialmente abbandonò e poi ricercò, convertendola all’uso di droghe da cui la donna non si liberò mai più. Nonostante i numerosi crolli psicologici, Stanisława si dedicò esclusivamente all’attività letteraria e si ritirò nella più totale solitudine. Morì giovanissima, a 34 anni. Dal testo di una sua opera teatrale, L’affare Danton, il rinomato regista polacco Andrzej Wajda trarrà il film Danton (1983), interpretato da Gérard Depardieu e che racconta le ultime settimane di Danton, uno dei protagonisti della Rivoluzione francese.

Il gruppo dei Bohémien di Kristiania
Munch conobbe Przybyszewski a Berlino dove visse e lavorò dal 1892 al 1908. A quel tempo il pittore norvegese entrò in contatto con il gruppo dei Bohémien di Kristiania, giovani intellettuali anarchici, il cui fervido ambiente venne più volte ripreso nelle opere del pittore norvegese.
La frequentazione del gruppo indusse Munch a realizzare opere differenti rispetto ai periodi precedenti, cercando mezzi espressivi più soggettivi in cui a predominare fosse l’esperienza interiore e non la realtà materiale.
In quello stesso periodo, Munch iniziò a frequentare alcuni intellettuali espatriati, tra cui appunto Stanisław Przybyszewski e August Strindberg, con i quali approfondirà diverse tematiche legate all’inconscio alle idee sulla percezione.
Przybyszewski divenne un caro amico di Munch, che lo scrittore polacco utilizzò anche come personaggio letterario nei suoi libri e con il quale dissertava di nuove tendenze in filosofia, psicologia, medicina ed estetica.
Il gruppo dei Bohémien di Kristiania [FIG.2 e FIG.4] verrà dipinto da Munch numerose volte nel corso della sua carriera, anche a distanza di tempo quando ormai i rapporti con la cerchia di intellettuali non esisteva più. Munch li rappresentava sempre con una delle caratteristiche che scandiva le loro riunioni: l’alcol e il tabacco.

Stanisław Przybyszewski coltivò l’amicizia di Munch anche dopo il periodo berlinese e del circolo dei Bohémien di Kristiania. Il volto dell’amico sarà oggetto di diversi quadri, specialmente di quelli che analizzano gli stati interiori dell’essere umano e le dinamiche che regolano il rapporto tra uomo e donna.
Przybyszewski era un grande ammiratore di Munch e nel 1984 decise di pubblicare la prima opera sul pittore norvegese, un’antologia intitolata L’opera di Eduard Munch.
Przybyszewski nelle opere di Munch a Palazzo Bonaparte
L’amico Przybyszewski è stato in diverse occasioni il soggetto delle opere di Munch, alcune delle quali sono esposte alla mostra Munch. Il grido interiore a Palazzo Bonaparte. La xilografia, Testa di uomo tra capelli di donna (1896) [foro di copertina], è stata stampata con puzzle di tavolette di legno e rappresenta l’amico con una delle sue mogli, Dagny Juel Przybyszewska, uccisa da un ufficiale russo che sia era invaghito di lei. L’opera ritrae i due in modo inusuale: i capelli della donna avvinghiano il volto di Stanisław in una sorta di abbraccio tenero o una trappola (forse come allusione alla storia di Salomè che chiese al padre la testa di San Giovanni Battista su un vassoio d’argento).
In un’altra opera, La gelosia (1896) [FIG.3], sempre esposta in mostra, Munch approfondisce un tema abbastanza ricorrente nella sua opera: la gelosia. Per questa xilografia, che vuole evocare la sensazione paralizzante della gelosia, Munch raffigurò alcuni suoi amici, tra cui Stanisław Przybyszewski. Quest’ultimo appare in primo piano, incorniciato da un fitto fogliame che lo separa dalla scena alle sue spalle. Dietro di lui sono presenti due figure, che rappresentano la moglie Dagny Juel Przybyszewska quasi nuda in un giardino con un altro uomo. In questa litografia la gelosia è analizzata nel suo aspetto emozionale; a Munch non interessava rappresentare il fatto reale, l’evento, quanto piuttosto cogliere l’ondata emotiva che la percezione di quel sentimento ha sull’uomo.

Munch la scelse probabilmente perché anche lei faceva parte di un gruppo di intellettuali d’avanguardia che si riunivano al caffè di Berlino, il Maialino Nero, e perché era un’intellettuale sessualmente libera, soggetto che incarnava perfettamente la tendenza degli intellettuali del tempo.
Nel ritratto Stanisław Przybyszewski (1895), Munch utilizza pennellate audaci per far emergere innanzitutto la personalità sui generis dello scrittore polacco, mentre le linee sottili del volto ci trasmettono un aspetto contemplativo e realistico.

Secondo Przybyszewski, Munch era in grado di trasferire su tela il paesaggio in modo sublime, perché riusciva a darne percezione attraverso la “coscienza dell’individualità”, incanalando cioè reazioni soggettive al mondo materiale. Munch dipingeva con l’ “occhio interiore”.
A tal proposito in un suo scritto su Munch scrisse:
Due persone osservano un paesaggio. Uno lo guarda con la sua mente
povera, vede luce, colore, contorni, linee, una composizione ordinata, debole,
ottusa, banale e noiosa. L’altro vede il paesaggio con la consapevolezza
dell’individualità. I colori diventano luminosi, caldi e intensi: le linee . . .
assumono una vita potente e pulsante, si connettono con la vita più intima
dell’anima, scorrono con le emozioni; e ci si fonde con il paesaggio . . .

La mostra Munch.Il grido interiore
La Mostra, in cui sono esposti anche i quadri nei quali Munch rappresenta Przybyszewski, è visibile fino al 02 giungo 2025. L’esposizione comprende ben 100 capolavori dell’artista norvegese, prestito prezioso del Munch Museum di Oslo che custodisce quasi tutte le opere dell’artista.
La mostra è organizzata da ARTHEMISIA in collaborazione con il Munch Museum di Oslo, è curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose al mondo dell’artista, con la collaborazione scientifica di Costantino D’Orazio.
Foto di copertina: Munch, Testa di uomo tra capelli di donna (1896)
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