“Simmetrie” di Jacopo Veneziani: un modo nuovo per leggere le opere d’arte


L’Associazione “I Luoghi della Scrittura” ha ospitato a San Benedetto del Tronto l’ultimo libro del divulgatore Jacopo Veneziani
“Simmetrie. Osservare l’arte di ieri con lo sguardo di oggi”
“Simmetrie” di Jacopo Veneziani è stato presentato a San Benedetto del Tronto dall’Ass. culturale “I Luoghi della Scrittura”. Il libro racconta come capire le opere d’arte, utilizzando una nuova prospettiva, che mette a confronto opere del passato con opere a noi contemporanee.
“Simmetrie. Osservare l’arte di ieri con lo sguardo di oggi” edito da Rizzoli è un libro leggero, adatto a tutti, che ha l’obiettivo di avvicinare il pubblico alle opere d’arte attraverso un approccio meno standard alla storia dell’arte. Cosa significa meno standard? Significa che Jacopo Veneziani ha scelto di raccontare quadri e pittori allontanandosi dalla logica tradizionale che prevede la catalogazione di un autore e dei suoi lavori in un’epoca ben precisa. Il giovane divulgatore, infatti, (ricordiamo che Jacopo Veneziani ha 25 anni ed è dottorando alla Sorbona) ha scelto un approccio diverso, più rivoluzionario e audace: paragonare pittori di epoche diverse per svelarne i punti di contatto.

Sfogliando “Simmetrie. Osservare l’arte di ieri con lo sguardo di oggi”, scoprirete che l’arte contemporanea a cui molti si avvicinano con riluttanza e tanti pregiudizi in realtà, affronta temi e argomenti che sono stati al centro dell’analisi estetica di pittori antichi e moderni. Con un linguaggio semplice e diretto, Jacopo Veneziani presenta al lettore una serie di opere del passato che mette a confronto con grandi lavori di arte contemporanea, mostrandoci attraverso una serie di dettagli, le innumerevoli simmetrie.
Il libro è una selezione delle oltre cinquanta “simmetrie” analizzate e studiate dall’autore, alcune delle quali approfondite anche nel corso della presentazione. Veneziani, infatti, utilizza le simmetrie tra Masaccio e Fontana, Caillebotte e Hopper, Friedrich e Rothko, riportate nel libro per illustrare il suo approccio innovativo all’osservazione e comprensione delle opere d’arte.
Lo scopo del libro – ha detto Veneziani – è quello di accostare artisti che apparentemente non hanno nulla in comune e che in realtà ci stanno dicendo le stesse cose ma con un linguaggio diverso.
I dettagli di Jacopo Veneziani
Nel corso della presentazione, Jacopo Veneziani ha raccontato al pubblico la sua formazione, il suo esordio sui social, il salto in libreria con “#divulgo. Le storie della storia dell’arte” e poi quello in TV come ospite fisso nella trasmissione di Gramellini. Con “Simmetrie. Osservare l’arte di ieri con lo sguardo di oggi”, il giovane divulgatore invita gli amanti dell’arte (e non solo) ad “osservare” l’opera, e non semplicemente a guardarla, accompagnandoci in un viaggio nuovo e affascinante. Il testo, infatti, è un percorso interessante nei dettagli delle opere d’arte.

“Il dettaglio – dice Veneziani – “è una storia scritta nel linguaggio della pittura, ecco perché è necessario soffermarsi un po’ di più su un quadro”.
In questo modo, nel tempo, sicuramente di quell’opera ci sarà rimasto qualcosa…
Nel corso della presentazione Veneziani ha mostrato, ad esempio, le simmetrie tra un’opera del Masaccio (pittore del ‘400) e una di Lucio Fontana (artista scomparso alla fine degli anni ’60 del 1900), spiegando che, in realtà, entrambi gli artisti, con linguaggi diversi, vogliono portare lo spettatore in un altro spazio, in un’altra dimensione. Il Masaccio lo fa attraverso la prospettiva, creando una sorta di realtà virtuale, “sfondando” il muro della Basilica di Santa Maria Novella a Firenze e creando una cappella che carica di un forte significato teologico. Il Masaccio, infatti, vuole trasferire il concetto di Trinità rappresentandola in uno spazio familiare alla gente del tempo a cui si rivolge.
Anche Fontana vuole portarci in un altro spazio, e lo fa attraverso una sorta di “ferita” che infligge alla tela e che rappresenta il confine tra il noto e l’ignoto (nella foto di copertina di questo articolo è possibile vedere il quadro accanto a quello del masaccio). Per dare vita all’ignoto, Fontana usa una garza nera che applica dietro al taglio sulla tela e che simboleggia l’universo buio e inesplorato, una sorta di accento che l’autore vuole mettere sulle recenti scoperte spaziali. Quelli che noi definiamo “i tagli” di Fontana, in realtà l’autore li chiama “concetti spaziali”, “attese”. Con un gesto rivoluzionario (il taglio sulla tela) Fontana vuole rappresentare simbolicamente l’attesa dell’uomo nei confronti delle scoperte scientifiche, per vedere dove queste porteranno l’umanità.
Un libro interessantissimo da leggere, alla portata di tutti e che sicuramente ci aiuterà a comprendere meglio non solo i pittori del passato ma anche gli artisti contemporanei
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