La prima opera di Borromini? È una croce in un Ospitale a Roma


Trastevere
La prima opera di Borromini è una croce. Sì, avete capito bene. Una croce di pochi centimetri che si trova all’entrata di una chiesa e che non ha nulla a che fare con le maestosità architettoniche delle sue opere a cui siamo abituati.

Del resto, parliamo di una prima opera, di un lavoro che Francesco Borromini (1599 – 1667) realizzò in giovanissima età e che non ha niente a che fare con l’architettura, perché si tratta di un mosaico, o meglio di un micromosaico!
Ma andiamo per gradi. Dove si trova la croce? E perché si tratta di una croce divelta?
L’opera del Borromini è una piccola croce in mosaico e marmo, che misura circa 69×43 cm. Si trova in una piccola chiesetta di Trastevere a Roma, che solo negli ultimi anni è diventata meta di turisti e che per lunghissimo tempo è rimasta in totale stato di abbandono.
Si tratta della Chiesa di Santa Maria in Cappella annessa all’Ospitale di S. Francesca Romana, nel cuore di Trastevere. Meritano entrambe una vostra visita perché la storia di queste due strutture è molto affascinante, ricca di risvolti mondani ma anche molto umani, che sono certa vi riempiranno il cuore.

Chiesa di Santa Maria in Cappella
La croce del Borromini si trova all’entrata della Chiesa di Santa Maria in Cappella alla vostra destra quasi a ridosso della porta d’ingresso. Non la notate. Ne scoprirete l’esistenza solo quando la responsabile della biglietteria ve la farà notare come “pezzo grosso” della collezione, diciamo così.
Se guardate con attenzione, noterete che la croce è stata murata lì, cioè è stata aggiunta in un secondo momento, perché proveniva da un altro luogo. La croce, infatti, è stata “smontata” dalla Porta Santa della basilica di San Pietro dopo la fine del Giubileo del 1625.

Avvicinatevi all’opera ancora di più, perché solo così potrete apprezzarne i dettagli. Scoprirete che si tratta di un mosaico piccolissimo, con tessere luminose e una decorazione elegante e raffinata. Si tratta di una croce dorata contornata di rosso, decorata con cinque api che rappresentavano il simbolo dei Barberini, un sole in alto e due ramoscelli di alloro in basso.
Il simbolo dei Barberini è presente perché il Giubileo del 1625 fu indetto dall’allora papa Urbano VIII Barberini.
Donna Olimpia Pamphilj
La storia della croce di Borromini si lega a una delle donne più chiacchierate della Roma barocca: Donna Olimpia Pamphilj. È grazie a lei che la croce, divenuta opera di scarto della Porta Santa dopo la fine del Giubileo, fu intercettata e “salvata”.

Le cronache del tempo narrano che Donna Olimpia Pamphilj, la pupilla del successivo papa Innocenzo X (era sua cognata) vide la croce che veniva smontata dalla porta Santa che il papa stava facendo demolire e la chiese per sé.
Donna Olimpia la fece murare nella piccola chiesetta e lì rimase per oltre 400 anni, dimenticata da tutti.
La chiesa, infatti, nel tempo conobbe lunghi periodi di abbandono e con essa la croce, la cui storia è stata riportata alla luce grazie all’opera di ricerca avvenuta in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia voluto da papa Francesco nel 2016.
Borromini “scalpellino”
Francesco Borromini non nacque, artisticamente parlando, architetto come il suo rivale Bernini.
Francesco Borromini si formò a Milano dove apprese l’arte di intagliare il marmo, facendo esperienza successivamente nel famoso cantiere del Duomo di Milano. La sua attenzione maniacale ai materiali e ai particolari decorativi derivava proprio dalla sua diversa formazione rispetto al Bernini. Ebbe maestri eccellenti, tra cui il famoso architetto Carlo Maderno, che immediatamente ne apprezzò le doti, specialmente per quanto riguardava i suoi disegni architettonici. Fu proprio in quel periodo che Borromini affinò le sue capacità architettoniche, e fu proprio in quel periodo che iniziò a collaborare in cantieri importantissimi anche al fianco di Gian Lorenzo Bernini.
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