Natale nel Nuovo Mondo di Harriet Beecher Stowe

Natale nel Nuovo Mondo di Harriet Beecher Stowe

Il libricino dei buoni sentimenti. Tre storie a tema natalizio raccontate dall’autrice della Capanna dello zio Tom: Natale nel Nuovo Mondo di Harriet Beecher Stowe

Il mondo dei buoni sentimenti

Natale nel Nuovo Mondo di Harriet Beecher Stowe è il libro ideale da far trovare sotto l’albero di Natale. Ricordate La Capanna dello Zio Tom? La casa editrice graphe.it propone tre splendidi racconti a tema natalizio della stessa autrice, Harriet Beecher Stowe.

La bellissima traduzione di Fabiana Errico ci accompagna nell’animo gentile della sua autrice, che ha raccontato con emozione, dolcezza, semplicità e grande empatia tre storie a tema religioso e natalizio.

La vita della scrittrice Harriet Beecher Stowe (1811 – 1896) ha catturato subito la mia attenzione e la mia simpatia per le battaglie che ha portato avanti nella sua vita, nonostante i tempi ostili. 

Harriet Beecher Stowe nasce nel 1811 a Litchfield, nel Connecticut, da una famiglia numerosa, fortemente religiosa e attiva nella lotta contro la schiavitù e le ingiustizie sociali.

Harriet Beecher Stowe fece sue le battaglie dei genitori, ma non solo: era una convinta animalista e combatté sempre per la libertà e l’emancipazione femminile.

Incoraggiata da alcuni editori coltivò la passione per la scrittura che le diede grandi soddisfazioni, perché con le sue parole riusciva a fare breccia nel cuore dei lettori.

Leggendo Natale nel Nuovo Mondo di Harriet Beecher Stowe non si può fare a meno di notare la grande capacità della scrittrice di parlare alla parte buona di tutti, ai quei sentimenti che, anche all’epoca, venivano soffocati dal crescente benessere e dallo sviluppo economico.

Lungi dal cadere nel sentimentalismo banale, o ancora peggio nell’artifizio, Harriet Beecher Stowe svela al lettore attento il mondo dei buoni sentimenti e della generosità d’animo. 

Nella maggior parte delle opere della scrittrice americana, l’elemento autobiografico è sempre presente. Anche nei tre racconti Natale nel Nuovo Mondo, Harriet Beecher Stowe si ispira a temi della sua quotidianità come la famiglia, la comunità, la lotta alla schiavitù, le battaglie per la libertà, l’emancipazione e la perdita del figlio Charley a causa di una epidemia di colera. 

Natale nel Nuovo Mondo” di Harriet Beecher Stowe

Nel primo racconto, “Natale nel New England”, sembra che la scrittrice abbia con sé una telecamera per la vivedezza delle immagini evocate. Harriet Beecher Stowe ci descrive in modo così intenso persone ed emozioni, che ci sembra di stare lì accanto a loro mentre, ad esempio, Maestro Coppin chiacchiera con il suo cane strizzandogli le orecchie (“Come la pensi tu?Dicci la tua, ragazzona; verresti a caccia di cervi con noi laggiù?”) oppure mentre i ragazzini sbraitano in coro alle calcagna delle madri per poter scendere dalla nave ed esplorare con gli adulti la terra appena scoperta.

Il racconto, infatti, narra l’arrivo, nel 1620, della nave Mayflower sulla costa atlantica americana. La Mayflower aveva (e ha) per gli americani un forte valore simbolico, perché rappresenta l’antica colonizzazione inglese che ha poi dato vita agli Stati Uniti. 

La Mayflower era una nave mercantile che, dopo lunghe trattative, acconsentì a portare a bordo alcune famiglie guidate dai padri pellegrini per creare un gruppo di insediamento nella zona settentrionale della Virginia. 

Il gruppo di 102 persone non era omogeneo, perché contava, oltre alla congregazione, anche intere famiglie e persone che speravano di migliorare la propria condizione economica:

Nel racconto l’autrice passa in rassegna le gioie dei passeggeri per le nuove prospettive di vita ma nello stesso tempo ne evidenzia, negli sguardi e nei gesti, la tremenda nostalgia. Sono tutti  lontani da casa e non possono festeggiare e adorare degnamente la nascita del Bambin Gesù;  soffrono per non poter addobbare con festoni le casa e le chiese: lì ancora non è stato costruito nulla…(“Dobbiamo mantenere allegri i nostri cuori, i nostri e quelli degli altri” si dicevano tra loro le donne).

“ Natale a Paganuc”, invece, è la storia dolcissima di Dolly, una piccola bambina lasciata a casa da sola perché troppo piccola per festeggiare in chiesa con gli adulti del villaggio il Santo Natale. La celebrazione inizia tardi, i bravi bambini a quell’ora dormono, ma Dolly è curiosa e caratterizzata da una intelligenza troppo vivace per starsene sola soletta a letto. Trasgredisce quindi alle regole e si avventura da sola verso la chiesa, di notte, al buio e al freddo.

Potete immaginare la faccia dei genitori quando tornano a casa e non trovano Dolly nel suo letto?

L’ultimo racconto, “La Fatina buona” ha le caratteristiche tipiche di una bellissima storia di Natale fatta di grande empatia e dolcezza, dove la generosità è il sentimento cardine di tutta la storia.

La giovane Eleanor è fortunata. Vive in una famiglia benestante, agiata e si cruccia perché non sa proprio cosa regalare a Natale ai suoi familiari che hanno già tutto. Che pensieri! 

La toglie dall’incertezza la cara zia che le ricorda tutte le persone del quartiere che non se la passano bene e che a differenza sua non riescono a far fronte neanche alle spese necessarie di tutti i giorni, figuriamoci se hanno la testa per pensare ai regali di Natale…

Perché allora, le suggerisce la zia, non dedicare tempo all’acquisto di regali per i più bisognosi?

Eleanor si mostra subito felice, entusiasta e, soprattutto, utile.

Con questo racconto pregno di bontà e buoni  sentimenti si chiude Natale nel Nuovo Mondo di Harriet Beecher Stowe.

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