La Chiesa con le impronte di Cristo: Domine Quo Vadis? a Roma

Si chiama anche Chiesa di Santa Maria delle Piante proprio a seguito dell’incontro leggendario tra Pietro e Cristo

L’incontro leggendario tra Gesù e Pietro

La Chiesa Domine Quo Vadis? si trova a Roma lungo la via Appia. E’ una piccola chiesa che campeggia a ridosso di un incrocio dove l’Ardeatina si stacca dall’Appia antica; ci troviamo poco distanti dalle Catacombe di San Sebastiano.

La chiesetta è nota perché è sorta sul luogo leggendario dell’incontro tra Cristo e l’apostolo Pietro.

Siamo nel periodo delle grandi persecuzioni di Nerone contro i cristiani (63-64 d.C) e Pietro, su indicazione della comunità romana, abbandona la città per continuare altrove la sua missione. Lungo il cammino, però, incontra Gesù e gli chiede: Domine, Quo vadis? “Signore dove vai?” E Questi risponde: “vengo a Roma a farmi crocifiggere di nuovo”.

Pietro preso dai sensi di colpa e comprendendo il suo richiamo torna indietro per affrontare la sua missione, ma nota che Cristo è scomparso. Nel punto esatto della sparizione, si narra che il suolo iniziò a sciogliersi, catturando le orme impresse del Signore. E fu proprio in questo luogo che venne eretta la Chiesa “Domine Quo Vadis?”  a testimonianza dell’evento.

La pietra che trovate al centro della chiesa è protetta da una grata e ha impresse le orme di Cristo. La pietra è, però, una copia, perché l’originale è conservato nella Basilica di San Sebastiano fuori le Mura.

La chiesa ha origini medievali ma fu ricostruita nel 1600. E’ piccolissima e al suo interno potete trovare elementi di grande interesse. 

Cosa conserva la chiesa Domine Quo Vadis? a Roma

Innanzitutto, la grande lapide alla parete destra appena varcate la soglia e che riporta la storia delle orme di Cristo.

A ridosso della parete opposta, trovate invece il monumento allo scrittore polacco Henryk Sienkiewicz(1846 – 1916) che scrisse il famosissimo romanzo Quo Vadis? per il quale vinse il premio Nobel nel 1905. La Comunità polacca per ricordarlo fece porre proprio nella chiesa che gli ispirò la storia del suo libro un monumento commemorativo in bronzo.

Di fronte a voi, a pochi passi dall’entrata, al centro della chiesa, noterete sempre piccoli capannelli di persone con il capo chino. Lì è posta una grata con la pietra. La pietra come dicevo è una copia, l’originale si trova nella Basilica di San Sebastiano fuori le mura. Sulla pietra è incisa la seguente iscrizione: 

“Adoriamo il loco dove stettero i suoi piè. In questo logo Nostro Signore Gesù Cristo sparve da San Pietro e lassò la forma delli suoi santi piè. Bene la vera pietra sta nella chiesa di San Sebastiano tra le reliquie”.

All’occhio vi salterà anche la maestosa scultura di Cristo con la croce. Essa è il calco in gesso della famosa opera di Michelangelo Buonarroti che rappresenta Cristo risorto e che è custodita fin dalla sua realizzazione (1519-1520) nella Chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma.

Potrete inoltre, apprezzare un affresco, qui molto venerato, risalente alla prima metà del XIV sec., di scuola giottesca, che raffigura la Madonna, dal titolo Santa Maria delle piante. 

Di fianco all’altare noterete una piccola statuetta di San Giuseppe benedetta da Papa Francesco nel 2020.

Guardandovi intorno scorgerete anche un dipinto con il martirio di Pietro (crocifisso a testa in giù), un dipinto sopra l’altare del decoratore marchigiano Giuseppe Fratalocchi e che rappresenta la scena di Domine Quo Vadis?, una statua benedetta di San Michele Arcangelo proveniente dalla Puglia e introdotta in chiesa nel 2019 e infine, alzando lo sguardo noterete una vetrata colorata che rappresenta San Michele Arcangelo.

Bronislao Markiewicz

Nella chiesa, inoltre, sono conservate in una piccola nicchia, in direzione dell’altare, diverse reliquie, tra cui quella di San Giovanni Paolo II (introdotta nella chiesa nel 2022), la reliquia di San Faustina Kowalska(introdotta nel 2019) e la reliquia del fondatore delle Congregazioni di San Michele Arcangelo, Bronislao Markiewicz.

Nella chiesetta trovate numerosi riferimenti a San Michele Arcangelo perché Bronislao Markiewicz fu il Fondatore della Congregazione omonima detta dei Micaeliti che fin dal 1978 sono i custodi della chiesa. 

partendo da sinistra: Reliquia di San Giovanni Paolo II, rosario donato dal Giovanni Paolo II alla chiesa in occasione della sua visita nel 1982, reliquia del beato Bronislao Markiewicz, reliquia di san Faustina Kowalska

Bronislao Markiewicz si prodigò totalmente per i ragazzi poveri, trascurati e abbondonati ai quali dedicò tutta vita come disse egli stesso:

“Vorrei raccogliere milioni di ragazzi abbandonati, di tutti i popoli, nutrirli gratuitamente e vestire il loro corpo e il loro spirito”

L’opera dei Micaeliti è racchiusa in due frasi: “Chi come Dio!”, cioè Dio è unico e da senso alla nostra vita, e “Temperanza e Lavoro”, che esprime lo stile di vita della Congregazione.

La Chiesa Domine Quo Vadis? a Roma è, secondo me, una tappa obbligata non solo per i credenti ma anche per i curiosi e gli amanti dell’arte.

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