Vincent Van Gogh – Le lettere a Theo
“Vincent Van Gogh – Le lettere a Theo” sono una preziosa testimonianza del mondo tormentato del grande pittore olandese
Blas Rocha REY mette in scena l’anima di Van Gogh
“Vincent Van Gogh – Le lettere a Theo” sarà in scena al Brancaccino (RM) fino al 23 febbraio. L’attore peruviano, naturalizzato italiano, Blas Rocha REY, porta sul palco le ansie e i pensieri più profondi del grande pittore.
Un monologo che mantiene sempre viva l’attenzione del pubblico non solo per la bravura di Blas Rocha REY, ma anche per le tematiche dolorose che trasportano lo spettatore nel mondo fantastico e sofferente di Van Gogh.
Blas Rocha REY tocca nel suo monologo tutte le tematiche più importanti che avevano stravolto la vita del grande pittore olandese: il suo carattere difficile, la solitudine, l’amore smisurato per il fratello Theo, la pazzia, l’amicizia dolorosa con Gauguin, le difficoltà economiche, l’ossessione per il colore e il mancato apprezzamento da parte del pubblico dei suoi quadri.
Vincent Van Gogh – Le lettere a Theo
Solo il fratello Theo sarà l’unico, autentico amico e confidente di Van Gogh. A lui il pittore olandese affiderà i suoi timori, le sue ansie e le sue gioie. Solo Theo crederà in lui e nella sua arte. Lo sovvenzionerà economicamente per quasi tutta la vita e lo incoraggerà sempre a perseguire la strada dell’arte. Van Gogh si tolse la vita sparandosi al petto nel 1890, all’età di 37 anni.
Affetto da disturbi mentali che lo costrinsero a stare per un periodo in un ospedale psichiatrico, Van Gogh aveva un carattere difficile, scontroso e solitario. Non riuscì a trovare il suo posto nel mondo, cambiava continuamente lavoro, viveva una profonda vocazione religiosa ai limiti del fanatismo, viveva relazioni sentimentali complicate, non amava l’ambiente artistico delle mostre e non si adoperava nelle classiche strategie di successo per farsi spazio nel mondo dell’arte.
Era ossessionato dal colore, tutto iniziò a ruotare attorno a quello. Il colore era per lui una forza potente che delineava le curve del dipinto e che dava forma all’informe e rendeva quasi allucinata la sua visione. Nonostante fosse stato inserito nel mondo delle avanguardie, Van Gogh non seguì mai una corrente precisa. Si lasciò accarezzare dall’impressionismo, ma anche dal naturalismo e dall’arte giapponese, in particolare dalle incisioni di Hiroshige.
Nella sua breve vita, Van Gogh realizzò circa 850 quadri, senza contare disegni e bozzetti e, pensate, vendette un solo quadro, la vigna rossa 1888, oggi al museo Puškin di Mosca.
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