Silvestro Lega: istantanea di vita quotidiana nel Il canto dello stornello

L’idealizzazione della vita quotidiana della piccola borghesia nel Il canto dello stornello di Silvestro Lega

Uno dei quadri più belli dell’ottocento italiano

Il canto dello stornello (1867) di Lega è uno dei quadri dell’ottocento italiano che amo di più. In questo periodo di riposo forzato, la scelta del quadro, con l’immagine delle tre donne che occupano in casa una parte della giornata, cantando e suonando mentre fuori la primavera reclama la sua presenza, la trovo più che pertinente.

Quando guardo il canto dello stornello sono irresistibilmente attratta dalla serenità che mi infonde la rappresentazione. La dolcezza con cui Lega ritrae le donne, la delicatezza che utilizza nel cogliere un momento di vita quotidiana e la pace trasmessa dai campi di grano in lontananza che si perdono verso le colline, mi mette in pace col mondo. Se guardo il dipinto con più attenzione e tendo l’orecchio mi sembra quasi di sentire il cinguettio degli uccelli tra i campi che si intravedono dalla finestra, la leggera brezza che accompagna la primavera, il calore tiepido del sole che entra dalla finestra aperta e le timide note accennate tra le labbra socchiuse di una delle allieve.

Non a caso, il quadro è considerato uno dei più belli dell’ottocento italiano e rappresenta tre donne durante una lezione di canto. Al pianoforte il pittore ritrae Virginia Batelli (la donna di cui si innamorò) e alle sue spalle le sorelle Cecchini (una famiglia frequentata dal Lega nel corso del suo soggiorno presso la villa della famiglia Batelli).  Dagli abiti elaborati, dal tendaggio imponente e dalle maioliche sul pavimento, è evidente che le donne sono di buona famiglia e che la casa rappresenta la dimora di campagna tipica della piccola e media borghesia dell’epoca  (La Visita 1868).

La visita, 1868, Silvestro Lega

Chi era Silvestro Lega

Come racconto nel video, Silvestro Lega (1826-1895) mi ha colpito per lo stile e per gli eventi che hanno segnato la sua vita. Adoro il realismo ottocentesco, ma i quadri di Silvestro Lega mi catturano perché trovo coinvolgente il suo desiderio di esprimere un racconto. Il Lega, con le sue istantanee di vita quotidiana, sentiva l’esigenza di raccontare il mondo che amava, un mondo fatto di pace e tranquillità in mezzo alla natura, dove la donna era protagonista. C’è da parte del Lega un evidente tentativo di idealizzare il mondo piccolo borghese che, con tutta franchezza, mi piace tantissimo.

Ho analizzato con voi brevemente il Canto dello stornello di Lega, ma non mi dilungherò su altri dettagli in questo post, lo farò nei prossimi. Qui voglio solo anticiparvi i tre periodi fondamentali della sua vita che contribuirono ad un cambiamento di rotta nel suo stile e nel modo di “sentire” l’arte. Questi tre momenti saranno anche i temi dei prossimi post.

  • 1860-1869: Lega è felice e nei suoi quadri traspare pace e serenità.; in questo periodo aderisce al realismo dei Macchiaioli. L’idillio si rompe nel 1869 quando muore prematuramente Virginia Batelli, la donna di cui era innamorato
  • 1870-1880 un periodo caratterizzato da una serie di lutti che gli sconvolgeranno l’esistenza. Tra i lutti subiti, a parte quello di Virginia, è da menzionare anche la morte di Mazzini (di cui era un fervente sostenitore) e di alcune persone care a lui molto vicine
  • 1880-1895 Silvestro Lega affronta un progetto economico che si rivelerà infruttuoso, portandolo alla miseria. A ciò si aggiungerà una terribile malattia agli occhi che lo renderà quasi cieco; nonostante ciò, Lega dipinse fino a quasi agli ultimi giorni della sua vita.

Muore solo, povero, cieco e con un tumore allo stomaco all’età di 69 anni in un ospedale di Firenze

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