Ščusev a 150 anni dalla nascita: dalla metro Komsomol’skaja all’Italia
Aleksej Viktorovič Ščusev rinomato architetto russo del XX sec ha realizzato la bellissima stazione della metro Komsomol’skaja e non solo. Edifici anche in Italia
Tutti con il naso all’insù per fotografare
La Komsomol’skaja, una delle stazioni metro più belle di Mosca, è stata realizzata dal grande architetto russo Aleksej Viktorovič Ščusev (1873-1949).
Tutti con il naso all’insù quindi per fotografare la Komsomol’skaja! Ščusev, come ricorda la Casa russa di Roma a cui ha dedicato una serata speciale il 14 dicembre, ha realizzato anche diversi edifici non solo in Russia ma anche in Italia. Di rinomata importanza sono Il padiglione russo a Venezia, la Chiesa Ortodossa Russa di San Nicola di Bari e la Chiesa di Cristo Salvatore di Sanremo.
La stazione della metro Komsomol’skaja è molto bella e decisamente sfarzosa. L’ho visitata nel 2019 e mi è piaciuta tantissimo. All’occhio salta immediatamente il soffitto, realizzato in stile barocco con un contrasto di colori (soffitto giallo e motivi floreali bianchi) che non passa inosservato.
Un’altra caratteristica della stazione sono le colonne: ce ne sono ben 68 in marmo bianco sormontate da capitelli ionici. Completano il lusso, una fila di luminosissimi lampadari.
Gli elementi di grande spicco sono certamente i mosaici in vetro multicolore e pietre semipreziose degli Urali, dedicati alle imprese militari della Russia.
Le scene rappresentate sono in totale 7 tra cui la battaglia di Kulikovo e la battaglia di Borodino e i grandi generali ritratti sono: Aleksandr Nevskij, Dmitrij Donskoj, Kuz’ma Minin e Dmitrij Požarskij, Aleksandr Suvorov, e Michail Kutuzov.
Tra i mosaici ce ne sono due che non sono originali, o meglio sono originali, ma non c’erano quando è stata inaugurata la stazione perché aggiunti successivamente. Si tratta di Lenin che tiene un discorso sulla Piazza Rossa e una donna che regge falce e martello davanti al mausoleo di Lenin.
Alla fine della banchina vi è un busto di Lenin che non ho avuto il piacere di fotografare. Tutto di corsa…
Ščusev e la Komsomol’skaja
La stazione fu inaugurata nel 1952, disegnata da Ščusev, da alcuni artisti (V. S. Varvarin, e O.A. Velikoreckij) e da due suoi ex studenti (P. D. Kokorin, A. Ju. Zabolotnaja).
L’idea di Ščusev era quella di realizzare una sorta di porta di ingresso per Mosca, una stazione splendida che potesse accogliere con lusso e ricchezza chi entrava nella capitale.
In realtà l’architetto russo non ebbe la fortuna di vedere l’opera completata perché morì il 24 maggio del 1949. Forse non sarebbe stato neanche molto felice di guardare l’opera ultimata in quanto una delle caratteristiche principali della decorazione, i rilievi sul soffitto realizzati in base agli schizzi di D. Kokorin, non corrispondevano al suo progetto, perché troppo sfarzosi. Poco male dal momento che ricevette, anche se postumo, il quarto Premio Stalin per la costruzione della stazione.
Anche se osservate l’esterno dell’edificio, vi accorgerete che tutto continua a richiamare il tema eroico presente all’interno. L’edificio, infatti, è sormontato da una cupola che assomiglia tantissimo a un elmo degli antichi guerrieri o eroi russi.
Altre opere importanti dell’architetto in Russia sono: il Mausoleo di Lenin, Hotel Mosca e il palazzo della Lubjanka.
Come dicevo inizialmente, Ščusev mise la sua creatività e professionalità anche al servizio dei russi in Italia(la Chiesa Ortodossa Russa di San Nicola di Bari, il padiglione russo a Venezia e la Chiesa di Cristo Salvatore di Sanremo).
Il primo contatto con l’Italia fu grazie ai suoi successi all’accademia, che lo insignì nel 1997 con una medaglia d’oro. Da quel momento la sua fama gli consentì di viaggiare molto, specialmente all’estero, con la moglie e a spese dello Stato. Tra questi viaggi non poteva mancare l’Italia che lo colpì particolarmente, specialmente Venezia e Firenze. Di entrambe le città lo affascinarono non solo gli edifici ma soprattutto l’interessante osmosi che le città creavano tra edifici moderni ed edifici storici e di come questi ultimi venivano curati e preservati.
Se vi ho incuriositi con queste informazioni, continuate a leggere i prossimi post nei quali parleremo di come e quando Ščusev iniziò a lavorare agli imponenti edifici in Italia.
Fonti:
https://rg.ru/2023/10/08/alekseiu-shchusevu-150.html
https://experience.tripster.ru/articles/aleksej-shusev-glavnye-zdaniya-arhitektora-v-moskve/
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