Roman Stańczak, “Flight” alla Biennale di Venezia

Si chiama Flight l’opera di Roman Stańczak presentata al Padiglione polacco della Biennale di Venezia

Ci sono ancora 13 giorni per ammirare alla 58a Esposizione Internazionale d’Arte, l’opera dell’artista polacco Roman Stańczak. Fino al 24 novembre 2019 infatti sarà possibile vedere Flight, l’aeromobile rovesciato che l’autore ha ideato negli anni ’90 ma che non ha mai realizzato per la monumentalità delle sue dimensioni

L’aeromobile “Flight” di Roman Stańczak

Un’enorme sala bianca del padiglione ospita un jet privato rovesciato di 15 metri, tagliato a metà e deformato, con i sedili bianchi sottosopra che a vederli sono un pugno allo stomaco. Tutto ciò che è all’interno viene portato all’esterno, e tutto cioè che è all’esterno, cioè le ali, vengono arrotolate all’interno della struttura. L’opera ha una forte significato politico e sociale anche se artisticamente è in linea con lo stile di Stańczak basato essenzialmente sulla deformazione e il rovesciamento degli oggetti di uso quotidiano per conferire loro un nuovo significato. Flight è la critica di Roman Stańczak al capitalismo e alle diseguaglianze sociali, problemi presenti non solo in Polonia ma in tutto il mondo. Il jet è l’espressione della ricchezza del singolo individuo, e decostruirla, significa per Roman Stańczak criticare le diseguaglianze economiche e sociali.

foto di
Weronika Wysocka da
http://www.artext.it/Artext/Roman-Sta%C5%84czak.html

L’artista e la poetica

L’artista polacco nasce a Stettino (Polonia) nel 1969 e si laurea alla Facoltà di Scultura delle belle Arti di Varsavia. Negli anni ’90 espone con qualche personale, poi si ritira dal circuito artistico per quasi 10 anni per riapparire poi nel 2014 con la personale “One in a Billion”.Negli ’90 Roman Stańczak fa parte del movimento artistico polacco chiamato “arte critica” fortemente sperimentale e in questo periodo concepisce Flight.

Nel 1996 l’artista tiene la sua prima mostra individuale presso il centro per l’Arte Contemporanea Castello di Ujazdowski che svela al pubblico il cuore della sua poetica artistica. Roman Stańczak lavora su oggetti di uso comune e li deforma. Egli altera la forma originale per conferire all’oggetto una nuova dimensione e un nuovo significato e per esprimere la propria opinione sul mondo. In questi anni nascono opere come Misquic (1992), un bollitore deformato, Mixquic (1994) una vasca da bagno completamente alterata oppure un’intera scaffalatura (immagine di copertina). La deformazione è la breccia che l’artistica utilizza per entrare nel subconscio dello spettatore e scoprirne la reazione alla vista dell’opera. L’arte di Roman Stańczak inoltre, è intrisa di spiritualità e di riflessione su questo e l’altro mondo. Con la deformazione degli oggetti egli aspira a superare la realtà del quotidiano per entrare in un’altra dimensione, quella spirituale.

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