Piegare i santi, inchini rituali e pratiche mafiose


Piegare i santi è l’ultimo libro del professore Berardino Palumbo su una pratica sempre più spesso alla ribalta delle cronache
Una lettura antropologica
Piegare i santi, inchini rituali e pratiche mafiose di Berardino Palumbo, edito da Marietti 1820 , è un libro che offre al lettore un punto di vista diverso, non solo sul fenomeno degli inchini rituali, ma anche sulle articolate dinamiche che gravitano attorno alle feste religiose.
Il libro è complesso, perché complesso, come ribadisce più volte Palumbo, è l’argomento. Se vi approcciate alla lettura del saggio, abbandonate qualsiasi pregiudizio, liberatevi del vostro punto di vista e indossate il berretto dello studioso e del mero osservatore, altrimenti la lettura sarà ostica, ma innanzitutto inutile.
Il libro è interessantissimo e ricco di spunti su cui riflettere. Nonostante ciò, non mi meraviglierei se qualcuno si dissociasse dall’approccio dell’antropolo-etnografo. Quest’ultimo infatti è un posizionamento che prevede un coinvolgimento quasi totale in certe dinamiche, che vengono poi analizzate attraverso stili di ricerca non a tutti familiari, me compresa. La chiave per godere appieno del testo di Palumbo, è ripeto, spogliarsi del proprio punto di vista e seguire il percorso di analisi del professore. Inoltre, per sapere cosa ha risposto Palumbo ad alcune domande che riguardano il libro, leggete anche l’intervista sulla testa Cinque Colonne.

Non si tratta di retaggi pagani. Approfondiamo il concetto di modernità
Per meglio chiarire la lettura del fenomeno degli inchini, il professor Palumbo si sofferma sul concetto di modernità. Una modernità di cui tutti ci sentiamo figli e verso cui convergere, trascurando il concetto secondo cui esistono molti modi di essere nella modernità e nella contemporaneità. Questo senso di appartenenza ad una unica modernità, ci spinge inevitabilmente a considerare le pratiche degli inchini e altre manifestazioni devozionali quali retaggio di un sentire pagano e di una religiosità distorta, che devia dalla religione universalistica comunemente accettata e praticata.
Questo concetto è alla base, secondo il prof. Palumbo, di un’analisi errata del fenomeno degli inchini che sottende rapporti complessi e dinamiche tutt’altro che arcaiche e analizzate dettagliatamente in Piegare i santi. Attraverso un intero capitolo dedicato alla cittadina di Catalfàro, in Sicilia,oggetto di studi etnografici negli anni ’90 da parte del professore, al lettore di schiude un mondo che gravita attorno a fazioni religiose, partiti politici ed esponenti della criminalità.
Gli strettissimi rapporti intessuti da queste parti sociali creano un equilibrio che regola l’intera vita della comunità e che non accetta incrinazioni. Il caso del parroco accoltellato negli anni ’90 a Catalfàro è emblematico. La Chiesa di S.Maria e la Chiesa di S.Nicola sono da tempo immemore i perni della vita religiosa, politica e civile della comunità. il parroco e il vescovo erano stati accusati di aver attentato alle tradizioni locali, perché avevano deciso arbitrariamente di intervenire nell’articolazione cerimoniale della Settimana Santa, che si fondava su un antichissimo e delicato equilibrio tra le due parrocchie “contendenti”. L’intrusione del parroco era vista come un attacco al proprio modo di essere devoti.
Piegare i santi: Politica e criminalità
L’evento che ha riguardato il parroco non deve distrarci, dobbiamo essere fermi nel nostro intento e non lasciarci condizionare dal nostro punto di vista e proseguire la lettura, seguendo l’analisi di Palumbo. Le dinamiche della storia infatti si infittiscono, perché le diverse fazioni religiose (i nicolesi e i marianesi) di fatto erano schierati anche politicamente all’interno della comunità. Questi partiti, facevano parte di diverse correnti della Democrazia Cristiana, costituendo di fatto le liste dei candidati alle elezioni comunali della maggioranza e gestendo di conseguenza anche la cosa pubblica locale. L’intervento del parroco nella cerimonia della Settimana Santa fu così sfruttato dai vertici politici che, approfittando del fuoco devozionale dei parrocchiani e infuocando gli animi, spinsero di fatto all’aggressione del parroco, che guarda caso, aveva mostrato anche una particolare apertura verso PCI.

E poiché come abbiamo detto, i rapporti tra la macchina rituale della festa e la politica erano stretti, poteva capitare che la giunta comunale entrasse in crisi e che diventasse sindaco un “nicolese” in occasione della festa del Santissimo Salvatore e un “marianese” in occasione della Festa della Madonna della Stella…
Ma ad approfittare del fuoco devozionale della comunità non è solo la politica (ma poi, siamo proprio sicuri che i devoti siano ignari di tutto?). Nel rapporto serrato tra religione e politica, si insinua anche la criminalità organizzata locale. Quest’ultima inizia alla fine degli anni ’80 a presenziare durante le feste religiose, a stare addirittura sotto la vara e a stabilire il percorso della processione. Nel frattempo, si occupa anche di gestire e diffondere droga in paese, di riciclare danaro e di organizzare il traffico di armi.
Violenza come espressione dell’agire maschile
In Piegare i santi, c’è anche un altro aspetto che ho trovato molto interessante, ed è lo sparo dei fuochi d’artificio, un’usanza molto praticata anche nella mia città, Napoli. Riprendendo il discorso su Catalfàro, usare violenza su se stessi (e a volte sugli altri o sugli animali) e sparare fuochi di artificio durante i momenti rituali delle feste religiose, è espressione di una forma di aggressività maschile (e in parte sessuale) verso i propri nemici religiosi. Avere un posto importante sotto la vara, trasmettere la posizione da padre in figlio, sparare fuochi, spogliare i bambini durante le processioni in onore dei santi, controllare il movimento di una statua durante le processioni sono tutte meccanismi che tendono a palesare il proprio status sociale e a governare i rapporti di forza tra famiglie, gruppi e uomini.
Palumbo riporta come esempio di tali rapporti di forza le cosiddette masculiniate, ossia gli spari dei fuochi in onore dei santi, e che sono di fatto un atto di coraggio. I fuochi, oltre ad un atto puramente devozionale, sono anche un chiaro segno di aggressività nei confronti del partito religioso avverso. Il vero maschio durante lo sparo dei fuochi resta vicino alla miccia, volta appena il viso e si allontana lentamente, un rituale che ne evidenzia il coraggio e quindi la mascolinità, affermando così il proprio status alla presenza della collettività.
Le mie conclusioni
Ci sarebbe da parlare ancora, ma non vi tolgo il piacere della lettura. Ho affrontato solo marginalmente alcuni temi ben più complessi innanzitutto per ragioni di spazio, però vorrei concludere il post con una considerazione che è il fulcro dell’opera di Palumbo. Non releghiamo queste manifestazioni a rituali pagani.
Chiudo con un concetto che personalmente mi ha lasciata basita e che vorrei approfondire con altre letture. Per tornare alla questione della modernità, poiché le dinamiche che regolano anche gli inchini sono generate da fitti rapporti tra politica, interessi illeciti e fazioni rituali, abbiamo detto che non ha senso parlare di retaggi pagani. Anche perchè, a controllare la lotta politica e religiosa delle fazioni, ad essere i mandanti di qualche omicidio e ad avere un posto d’onore sotto la vara sono persone appartenenti a quella che definiamo la nostra modernità. Parliamo di industriali che vivono al nord, presidenti di associazioni e comitati o broker di New York. In occasione delle feste, questi personaggi tornano nei loro paesi di origine, si muovono nello scenario locale e iniziano il gioco dei rapporti di forza con i partiti religiosi avversari per affermare il proprio status sociale e la propria autorità…
3 Comments
grazie
Agosto 5, 2020 - 8:09 amHo scelto questo testo come parte aggiuntiva del mio esame di Antropologia Sociale, ed oltre avermi appassionata molto il libro in sé, ho trovato estremamente interessante questo articolo in merito. Ti ringrazio
Gennaio 20, 2021 - 4:36 pmGrazie Carlotta! 🙂 Anche io l’ho trovato molto appassionante! Certe letture, a mio avviso, sono importanti perché ci aprono a punti di visti nuovi. Penso che le persone leggano poca saggistica, e questo è un male…
Gennaio 21, 2021 - 8:43 am