“Notte isterica” di Miran Bax


E’ un’escalation di azioni violente di decine di persone, un delirio collettivo realmente accaduto che in Notte isterica di Miran Bax riprende forma per non dimenticare
Torino 2011
Notte isterica di Miran Bax (pseudonimo di Massimo Anania) edito da Morellini è certamente un libro sul disagio, su una società ipocrita che pratica bene e razzola male, e su una società sempre più violenta. L’autore racconta nel suo libro un fatto di cronaca realmente avvenuto nel 2011 nella sua città, Torino.

Baracche e roulotte rom vennero date alle fiamme in un campo nomadi come reazione alla violenza sessuale di una sedicenne che aveva raccontato di essere stata stuprata da due zingari mentre rientrava a casa. L’intera comunità si indignò e, in un’escalation di violenza, mise a ferro e fuoco l’intero campo, arrivando addirittura ad impedire l’intervento dei vigili del fuoco per spegnere l’incendio.
La ragazza, poi, però, affermerà di essersi inventata tutto.
Una bugia da cui parte la storia che Miran Bax racconta. L’escalation di violenza turbò l’opinione pubblica nazionale e lo stesso autore, che si è ispirato a quei tragici eventi del 2011 per raccontare l’accaduto dal punto di vista di quattro personaggi.
Come di consueto, ringrazio l’autore per la bella intervista che ci ha permesso di esplorare le motivazioni e le riflessioni che sono state alla base del suo lavoro. Da lettore, apprezzo tantissimo quando gli autori si svelano nel raccontare i propri romanzi. E’ un atto di grande coraggio ma innanzitutto un modo per instaurare un dialogo con i propri lettori e con la società, una strada per dire la propria opinione e aprirsi alle riflessioni. Un modo per fare “gruppo” sui grandi temi del nostro tempo.
Notte isterica di Miran Bax: intervista all’autore
Salve Miran, domanda di rito per tutti gli scrittori nuovi qui a Sguardo ad Est: ci racconta brevemente cosa fa nella vita e quali sono le sue passioni?
Per vivere seguo il campionario in un’azienda che produce occhiali. Il mio è un compito di raccordo tra gli uffici di programmazione e di progettazione con la produzione. È un lavoro che mi affatica molto, vorrei fare altro e spero di riuscire a cambiare questo aspetto della mia vita. La mia passione più grande è senza dubbio la scrittura, ne ho bisogno, se non pratico sento che mi manca qualcosa. Il semplice fatto di immaginare persone e situazioni mi dà un senso di pienezza, l’atto dello scrivere mi porta a un livello di coscienza superiore, quasi una meditazione o una preghiera. Amo il mare, starei a guardarlo e ad ascoltarlo per ore. Amo la musica, la poesia e le persone che raccontano e si raccontano.
Notte isterica è il suo terzo romanzo. Rispetto ai precedenti (Autostop per la notte e Tutto l’amore che manca) ha notato un cambiamento nella sua scrittura?
I miei primi due romanzi erano scritti in seconda persona mentre per la stesura di Notte isterica ho scelto di narrare tutto in prima persona. La difficoltà più grande è dovuta al diversificare il modo di parlare dei singoli personaggi, direi che il manuale di retorica è stato fondamentale. Penso che con il passare del tempo e con l’esercizio continuo il mio modo di scrivere sia migliorato, anche se nel tentativo di riprodurre il linguaggio parlato ho dovuto sporcare la lingua limitando i congiuntivi, usando articoli, verbi e punteggiatura in modo scorretto.

Notte isterica è la storia di un racconto di cronaca avvenuto a Torino nel 2011. Cosa l’ha spinta a raccontare un evento di oltre 10 anni fa?
Quello del 2011 fu un evento che mi scosse non solo per la violenza con cui gli abitanti si scagliarono contro il campo nomadi, ma anche per l’ipocrisia della società in cui viviamo, basti pensare che all’epoca Torino era la città dell’accoglienza per eccellenza. Nel 2018 lessi l’articolo delle condanne per quell’attacco, mia figlia aveva l’età della protagonista e mi sono trovato a riflettere su quante volte imponiamo la nostra volontà ai ragazzi invece di ascoltarli e capire cosa vogliono. Raccontare questa storia mi ha permesso di parlare della società moderna sotto diversi aspetti e spero che la lettura del romanzo possa stimolare le riflessioni dei lettori.
Durante la scrittura dei suoi romanzi ha individuato un filone, un argomento, a cui si sente maggiormente legato (o portato) e che vorrebbe esplorare da punti di vista diversi nei suoi romanzi futuri?
Sono interessato a storie di violenza, di droga e di follia, mi piace indagare la mente umana soprattutto in quelle persone che cercano una strada diversa da quella “standard” che ci vuole tutti con un lavoro fisso, una moglie, dei figli e un mutuo da pagare. Sono incuriosito da chi lascia il lavoro per inseguire un sogno, da chi trova piacere nel dolore, da chi ha una fede incrollabile e da tutte quelle situazioni che sfuggono alla normalità, o almeno a quello che giudico tale ma che non deve obbligatoriamente coincidere con il concetto di normalità delle persone che mi circondano.

Quasi sempre, molti scrittori con il loro libro vogliono lanciare un messaggio al pubblico dei lettori. Lo ha fatto anche lei con Notte isterica?
Più che un messaggio vorrei lanciare degli spunti di riflessione sulla società in cui viviamo. Nel libro parlo di violenza sulle donne, di omofobia e di razzismo: ho cercato di analizzare le questioni dal punto di vista di chi subisce maltrattamenti e da chi li commette; nessun giudizio, solo un’analisi il più possibile imparziale di alcuni argomenti scomodi.
Notte isterica di Miran Bax è l’opportunità che si è dato l’autore di parlare della società contemporanea con le sue contraddizioni e i suoi nonsense. Una lettura che certamente ci spingerà ad una serie di riflessioni non solo sull’intera società ma anche sui nostri comportamenti abituali.
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