L’uomo che cammina di Roberto Bardoni

L’uomo che cammina di Roberto Bardoni

Siamo negli anni Settanta e dodici bombe stravolgono la placida città di Savona. Ad indagare è il commissario Pirandello, che si ritroverà a fare mille ipotesi: Gladio? Una rete fascista internazionale? I Servizi segreti? i comunisti? La Guerra Fredda?

Una storia dimenticata

L’uomo che cammina di Roberto Bardoni edito da ll Seme Bianco è un giallo scritto con l’intento di mantenere  viva la memoria di fatti realmente accaduti , e di cui nessuno parla più. Siamo nel periodo dei cosiddetti “Anni di Piombo”, e una serie di bombe getta nel panico un’intera città.

L’uomo che cammina, come ha indicato il suo autore, Roberto Bardoni, nell’intervista rilasciata a Cinque Colonne Magazine, è stato scritto per non dimenticare. Le vicende delle bombe che hanno coinvolto Savona, sono state riposte nel dimenticatoio non solo a livello nazionale, ma anche a livello locale, dai suoi stessi cittadini. Il colpevole (o i colpevoli) non sono stati mai consegnati alla giustizia, forse perché nessuno li ha mai voluti cercare veramente.

“Vede.. – dirà il bombarolo all’ispettore Pirandello – ci sono segreti in Italia, e non solo, che devono restare tali. C’è un filo che collega tutto e tutti. Anzi, molti fili. Per esempio, forse un giorno scopriranno che per anni questo paese è stato manovrato da un gruppo di forze segrete”

Un’organizzazione segreta?

Loro amano considerarsi una loggia massonica. Fra i loro nomi ci sono uomini col potere di smontare e ricostruire questo paese decine di volte

La trama de L’uomo che cammina di Roberto Bardoni

Il romanzo è un racconto avvincente, che coniuga sapientemente storia e giallo. Già dalle prime pagine, siamo dentro la storia, che Bardoni ci fa vivere con apprensione e colpi di scena. La prima bomba, il 30 aprile 1974, viene rivendicata dall’Ordine Nero, erede del gruppo neofascista Ordine Nuovo, ma il commissario Pirandello capisce immediatamente che qualcosa non quadra. L’intuizione del depistaggio, catapulta il lettore nelle dinamiche intricate della storia, che sembra non raggiungere mai dei contorni ben delineati.

A piazzare bombe e gettare panico tra gli abitanti c’è lui, il bombarolo, l’uomo che cammina. Di lui sappiamo poco, a parte che ha un bell’aspetto e che deve portare avanti un “lavoro”, il suo lavoro.  Ci parla in prima persona dei suoi obiettivi, di come manovra il plastico, di quanto è bravo… Iniziamo a conoscerlo ed entriamo nel suo mondo, nei suoi pensieri appena accennati e nel suo assurdo lavoro. Sembra una macchina da guerra, ma non travolge indiscriminatamente chi capita sulla sua strada. Ha un codice d’onore e sa perfettamente quali sono le sue vittime e i suoi obiettivi.

Le bombe fanno solo un morto, l’anziana signora Fiorella Marrari. Dodici bombe e una sola vittima. Pirandello allora capisce che “il bombarolo” vuole solo spaventare, distogliere l’attenzione da qualcosa. Ma cosa? Vuole che la popolazione perda i suoi punti di riferimento, perché? Questi dubbi atroci sono un fiume in piena che investono l’animo del commissario per tutto il romanzo, e che non gli daranno pace fino alla fine dei suoi giorni.

Il protagonista

Il commissario Luigi Pirandello è un uomo che ha dedicato la sua vita al lavoro, svolto sempre con passione e dedizione. Al lavoro ha dedicato tutto il suo tempo, causando probabilmente la fine del suo matrimonio. Una fine che Pirandello non riesce ad accettare, una cicatrice sempre aperta, che sanguina ogni volta che rincasa. Enrica ha smesso di amarlo, ritrovandosi così a vivere in una sorta di prigione, divorata dai sensi di colpa e oppressa dall’ apatia. Pirandello però non riesce a reggere la situazione, e allora cerca l’affetto di sua moglie tra le braccia di altre donne. Al referendum sul divorzio di quegli anni, il commissario voterà NO, per dare la possibilità ad altre donne di liberarsi da una prigione simile a quella che stava cementando vivi lui e sua moglie.

Oltre alla tragedia personale che avrà un tragico epilogo, la vita del commissario è segnata anche dall’angoscia di non essere riuscito a catturare il “bombarolo”. Sì, perché nel romanzo, c’è un colpevole a cui  l’autore, Roberto Bardoni, ha deciso di dare un volto e una storia. E’ l’uomo che cammina, una persona invisibile, che in realtà Pirandello incrocia nella sua vita in più occasioni e che sembra voler mantenere fino alla fine un legame con lui, anche a distanza di anni.

Roberto Bardoni

L’uomo che cammina  è presente ovunque, dentro e fuori la vita di Pirandello. E forse la rosa rossa posta accanto alla moglie Enrica ci dice che ha giocato un ruolo importante anche in quella vicenda. O forse possiamo ipotizzare che abbia lasciato un omaggio ad una vittima di guerra, la guerra personale del commissario. Sì, perché lui, il bombarolo, le sue vittime le rispetta. Lo stesso fiore infatti, c’era anche sulla tomba dell’anziana vittima. Pirandello l’aveva notata, ma non ha colto i collegamenti.

Perché leggere L’uomo che cammina di Roberto Bardoni

Perché è un tuffo nella storia del nostro Paese, una storia che qualcuno vuole che si dimentichi. Roberto Bardoni ci racconta quegli anni, quei mesi, i momenti di terrore, lo sconforto generale, la sfiducia della popolazione nelle forze dell’ordine e la paura, tanta paura. Come ho detto, l’autore riesce sapientemente a coniugare giallo e storia in un’ambientazione diversa da quelle più gettonate del momento. L’uomo che cammina infatti, racconta una storia recente, ancora avvolta nel buio, dove il sistema non ha reso giustizia all’unica vittima di quelle bombe. Bombe messe lì per disorientare, per ridisegnare la politica del nostro Paese o forse per riposizionare l’Italia sullo scacchiere internazionale sotto una nuova ala di influenza. Chissà…  

Il romanzo di esordio di Bardoni è scorrevole, non ha sbavature, e la storia personale di Pirandello, che genera impotenza e dolore, è in perfetta osmosi con il senso di sbigottimento e paura che pervade gli animi della popolazione sotto assedio. Inoltre, i continui colpi di scena, mantengono sempre in allerta il lettore, che arriva alla fine del libro quasi senza accorgersene.  L’epilogo poi, è consolatorio, perché un colpevole c’è, anche se non viene consegnato alla giustizia. Diversamente, se considerate L’uomo che cammina di Roberto Bardoni uno stimolo per iniziare a documentarvi sull’argomento. In questo caso difficilmente troverete nelle vostre letture qualcosa di consolatorio.

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