L’Elefante (Słoń) di Sławomir Mrożek

Racconti che divertono i lettori, che sembrano infantili e che racchiudono invece una profonda riflessione sui mali che soffocavano la Polonia negli anni dello stalinismo

Sławomir Mrożek

L’Elefante (Słoń 1957) di Sławomir Mrożek è una raccolta di racconti che prendo a pretesto per parlare di questo grande scrittore polacco di cui si è ricordata la nascita qualche giorno fa (29 giugno 1930 – 15 agosto 2013). Sławomir Mrożek era uno scrittore satirico polacco, un drammaturgo, un vignettista ed un editorialista. Iniziò la sua carriera come disegnatore e giornalista, divenendo popolare molto presto. Furono proprio i suoi schizzi satirici a renderlo famoso.

Negli anni ’50 lavorò per alcune riviste e si occupò della redazione di articoli a sostegno della “costruzione del socialismo”, tendenza che abbandonò molto presto. La penna di Mrożek iniziò infatti ad esaltare il lato grottesco della realtà comunista che lo circondava. La sua satira, evidente nei racconti quanto nella produzione teatrale e nei suoi schizzi, spicca in opere come La Polizia (1958), Il Tacchino (1960), o in Alto mare 1961 (solo per citare alcune traduzioni italiane).  Queste opere, insieme all’Elefante, fanno parte delle sue opere giovanili, il primo blocco di scritti, realizzati prima dell’emigrazione in Francia avvenuta nel 1963.

L’Elefante (Słoń) di Sławomir Mrożek

Qui vi propongo la lettura dell’Elefante (Słoń) del 1957, una raccolta di racconti satirici che mi è piaciuta particolarmente. Il libro non è più in commercio, ma una buona libreria di libri usati può scovarlo. I racconti sono divertenti e, come dicevamo, satirici. Mrożek ambienta le sue storie negli anni dello stalinismo, in una Polonia malata, caratterizzata da retorica e burocratizzazione.

Nel Telegramma ad esempio, il protagonista è in carrozza in una landa deserta quando, lungo il cammino, nota, ad intervalli regolari, una serie di uomini fermi, in piedi e con lo sguardo perso nel vuoto. Ce ne sono tantissimi. Incuriosito, chiede al cocchiere perché gli uomini se ne stavano impalati in mezzo al nulla. Il cocchiere sbalordito gli fa presente che si tratta di una linea telegrafica senza fili. Eh sì perché nel piano quinquennale era previsto un telegrafo con fili, ma poi avevano rubato i pali e dei fili neanche l’ombra. Il protagonista del racconto è esterrefatto, e continua a fare domande al cocchiere, che gli risponde con aria di sufficienza: “si vede che venite da lontano…”

Il telegrafo pare che sia efficientissimo, si sa, le persone sono più intelligenti dei telegrafi con pali e fili…Il funzionamento è semplice: il primo uomo grida il messaggio al secondo, che lo ripete al terzo e poi al quarto  e così via fino a quando il messaggio non arriva a destinazione. Ovviamente, sordi e balbuzienti non li assumono

“solo che spesso deformano il testo. E poi il guaio è quando uno ha un po’ bevuto: allora ci aggiunge qualcosa di suo, e manda il telegramma così corretto”

Il libro è ricco di racconti che distorcono la realtà contemporanea, narrandone il disfacimento culturale attraverso l’arma potentissima della satira.

Chissà, forse ad ispirargli il racconto fu il padre di Mrożek, che aveva prestato servizio all’ufficio postale di Borzęcin, la città natale dello scrittore.

Come un Giano bifronte

In età matura, gli ingredienti base della scrittura di Mrożek si mantengono gli stessi. L’umorismo, il senso dell’assurdo e il surreale sono utilizzati per esaltare il lato comico della realtà, ma vengono arricchiti di un nuovo ingrediente, l’analisi. Come un Giano bifronte, la realtà grottesca offre allo scrittore anche un altro elemento, un terreno di analisi, spesso crudele, dei problemi esistenziali e sociali della Repubblica popolare polacca.

E, dello stesso sapore, sono anche i racconti degli anni ’90 nei quali Mrożek  esaspera la tragicità degli eventi, interpretandoli in chiave umoristica. In The Beautiful Sight, l’autore racconta l’evento drammatico della guerra nei Balcani attraverso gli occhi di due turisti in vacanza, particolarmente infastiditi dalla guerra, che percepiscono come una nota stonata nel loro programma vacanziero.. .

Se volete leggere il racconto il Telegramma potete accedere qui:

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