La storia dell’umanità raccontata nei raffinati intarsi di Andrea Mastrovito
Immagini accattivanti in cui i corsi e ricorsi storici prendono vita attraverso gli intarsi lignei di Andrea Mastrovito
La rappresentazione tragica della vita
Gli intarsi lignei di Andrea Mastrovito (Le jardin des histoires du monde, 2018) sono in bella mostra in una delle stanze di Quotidiana a Palazzo Braschi (Roma). Due intere pareti della stanza ospitano l’opera dell’artista che sembra srotolarsi davanti ai nostri occhi come la pellicola di un film. Si parte dalla tragedia greca e si arriva fino ai nostri giorni.
Mastrovito interpreta il dramma dell’umanità attraverso pannelli raffinati, intarsiati magistralmente, che evocano il mondo visionario dell’artista, sempre pronto a interrogarsi sul destino dell’umanità, da sempre votata all’autodistuzione nell’effimera convinzione di progredire per raggiungere il potere e il progresso.
L’intarsio ligneo è una tecnica antica e raffinatissima, Il visitatore la può apprezzare nell’opera di Mastrovito che, con l’aiuto di eccezionali artigiani bergamaschi (Bergamo è la città di origine dell’artista), ha dato vita ad una serie di pannelli molto suggestivi e di grande pregio. Sono tutti bellissimi e fortemente evocativi.
Passato e presente si mescolano, si confondono e si completano. Immagini fortemente simboliche ci richiamano alla mente l’antica tragedia greca ma anche l’aberrante attualità fatta di scontri e violenze che, come il cielo nero dell’artista, costellano il nostro presente.
Tutte le figure umane rappresentate dall’artista non hanno volto. Esso è celato dietro solidi geometrici che rimandano a Platone (e al suo tentativo di riordinare il mondo) e ai Capricci di Goya (anche se a me richiamano alla mente molto di più le ignobili “gesta” di società razziste degli anni ’60).
Negli intarsi lignei di Andrea Mastrovito c’è posto per tutto: guerra, conflitti sociali e religiosi, ma anche scienza: mappamondi e stelle sembrano evocare il bisogno di scoperta, la sete di sapere che da sempre contraddistingue la società umana.
Gli intarsi di Andrea Mastrovito e il video di Romeo Castellucci.
Ogni pannello riporta un sottotitolo descrittivo che contribuisce a stuzzicare l’immaginazione del visitatore che si aggira tra le opere come se stesse guardando il film dell’umanità, rielaborata attraverso lo sguardo onirico e visionario dell’artista.
Tutti i pannelli ci riportano ad una visione tragica della storia dell’uomo, a quei corsi e ricorsi storici in cui la guerra e le distruzioni la fanno da padrona e da cui l’uomo sembra non liberarsi mai, commettendo periodicamente sempre gli stessi errori.
All’interno della sala, gli intarsi di Andrea Mastrovito abbracciano Resurrection (2022), di Romeo Castellucci. Una video installazione incentrata sul ritrovamento di una fossa comune in cui giacciono corpi senza vita. Con la sua opera, una moderna tragedia, l’artista dà immagini alla sinfonia di Gustav Mahler, Resurrezione, attraverso scene dure e molto crude, perché, come sottolinea l’autore, la resurrezione precede sempre la morte.
Ricordo che Quotidiana è un appuntamento da non perdere per tutti gli amanti dell’arte contemporanea e per tutti coloro che hanno deciso di approfondirne la conoscenza. Le opere, di cui vi ho anticipato qualche notizia, sono visibili fino al 17 marzo.
Ricordo, infine, che i lavori fanno parte del ciclo espositivo Paesaggio, nove mostre che si propongono al pubblico con cadenza bimestrale.
La mostra con le opere di Andrea Mastrovito e Romeo Castellucci si ispira a un saggio scritto da Nicolas Martino. Nel suo lavoro, l’autore indaga i lavori di artisti che hanno operato nel XXI secolo e che hanno tentato di approfondire il concetto di Storia intesa come forza capace di agire su un livello più profondo e universale.
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