“La sfinge russa” di Francesca Legittimo
Un saggio nei meandri dell’animo russo alla scoperta di uno dei Paesi più enigmatici e affascinanti del mondo
La forza evocatrice delle parole
La sfinge russa di Francesca Legittimo edito da Hoepli è una passeggiata sentimentale nel cuore e nell’anima della Russia. L’autrice ci guida in un percorso sorprendente alla scoperta della cultura e della storia di uno dei paesi più affascinanti del mondo, che noi occidentali conosciamo poco e male. Francesca Legittimo si addentra nell’anima e nel cuore del popolo russo, svelandoci tradizioni, modi di dire, di fare, di concepire se stessi e il resto del mondo.
La sfinge russa è un viaggio originale nella società russa, perché originale è il modo in cui l’autrice ha concepito il suo saggio. Francesca Legittimo, infatti, parte da alcuni termini russi profondamente significativi per approdare ad argomenti legati alla letteratura, al folklore, alla storia ma, innanzitutto, per investigare “l’essenza” russa. Molti dei termini scelti sono intraducibili in italiano, altri sono stati scelti dall’autrice perché simbolo di un modo di essere e di vivere tipicamente russo. La Russia, come la sfinge, è un Paese indecifrabile, sfuggente, che l’autrice cerca di renderci familiare scardinando etichette e cliché, per svelarci la vera anima russa.
Francesca Legittimo è nata a Bolzano, ha studiato lingua e letteratura russa a Venezia e Mosca e, attualmente, insegna lingua russa e traduzione consecutiva all’università IULM e alla SSML Carlo Bo di Mila.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune battute con lei e ci siamo fatti dare qualche informazione in più sul suo saggio.
“La sfinge russa” di Francesca Legittimo: intervista
Lei ha scritto diversi libri di lingua non solo russa ma anche tedesca. La sfinge russa è il suo primo saggio. Qual è stata la scintilla che l’ha spinta a scriverlo?
Questo saggio è nato dal desiderio di chiarire in primo luogo a me stessa alcuni aspetti peculiari della cultura russa. Se vogliamo parlare di scintilla, direi che essa si è accesa il giorno in cui mi sono imbattuta nel termine jazykovaja kartina mira, quadro linguistico del mondo.
Lei ha scelto un modo originale per parlare della Russia. Si è focalizzata su alcune parole e da lì ha iniziato a spaziare. Perché le ha scelte? Che caratteristiche hanno?
In realtà il saggio voleva essere una sorta di glossario delle parole più significative per la cultura russa, L’editore mi ha però consigliato di collegare tutte queste parole all’interno di un discorso più generale. Molte di queste parole si distinguono per il fatto di essere difficilmente traducibili, altre invece le ho scelte perché sono indispensabili per parlare della Weltanschauung russa.
C’è il titolo di un capitolo che ha attirato la mia attenzione, Il Nulla. Vogliamo incuriosire un po’ il lettore? Che cosa ci racconta in questo capitolo?
Ho intitolato nicego, il nulla, l’ultimo capitolo, in primo luogo perché è una parolina usatissima e avente significati diversi a seconda del tono con cui viene pronunciata, in secondo luogo perché a volte ho l’impressione che l’uomo russo abbia una forte tensione verso il nulla, una specie di impulso autodistruttivo.
Lei si è laureata in lingua e letteratura russa a Venezia e Mosca. Qual è il suo scrittore russo preferito? E ce ne parla nel suo saggio?
Il mio scrittore preferito è Cechov. Sì, nel libro parlo di lui, a proposito del concetto della volgarità. Lo amo in primo luogo per la sua capacità di introspezione psicologica, in secondo luogo per la sua lingua, sempre limpida, chiara e precisa.
A parte la fatica, sono sicura che si è divertita anche tanto a scrivere La sfinge russa. Qual è stato l’argomento tra quelli trattati che l’ha coinvolta di più?
L’argomento che forse mi ha coinvolta di più è quello dei rapporti interpersonali. É stato anche un’occasione per riflettere su come noi tutti ci rapportiamo con gli altri, con gli sconosciuti, con i familiari, con gli amici.
Un sogno nel cassetto?
Il sogno nel cassetto? Tanti. Al momento mi preoccupa molto il fatto che le frontiere con la Russia siano chiuse. Mi pare che siamo ritornati ai tempi della cortina di ferro. Non vedo l’ora di poter ritornare a San Pietroburgo. Ma il sogno più grande è quello di riuscire a scrivere un romanzo.
Auguriamo a Francesca di realizzare il suo sogno e intanto vi suggeriamo la “Sfinge russa” per un bel pensiero da mettere nella calza di chi ama leggere
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foto di copertina di Francesca Legittimo: una delle Sfingi che si trovano sul Lungofiume vicino all’Università di San Pietroburgp. La Russia acquistò le sfingi dall’Egitto nel 1831.
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