Le mirabili descrizioni della Natura in Ginseng del russo Michail Prišvin

Ginseng Michail Prišvin

Ginseng di Michail Prišvin è considerato il capolavoro dello scrittore russo, un romanzo in cui l’uomo e la natura sono i protagonisti di una vera e propria magia

Ginseng di Michail Prišvin

foto di dominio pubblico

Ginseng di Michail Prišvin (1873 – 1954) è stato amore al primo capitolo. Il libro è in parte un romanzo autobiografico, una storia che tende ad esaltare, in un linguaggio semplice ma ricco di suggestioni, l’incontro atavico, amoroso e misterioso, tra l’uomo e la Natura. E’ attraverso questo incontro magico che lo scrittore russo ricorda anche le sue esperienze personali, quello che poi lo hanno cambiato e maturato. L’incontro con il mondo con una splendida cerva dagli occhi ipnotici gli richiama alla memoria il dolore per la perdita del suo primo amore e poi la gioia per la felicità ritrovata dopo l’incontro con un’altra donna. 

Ma l’amore di cui è pervaso tutto il romanzo, non solo amore per la donna amata, è amore per tutta l’Umanità, per animali e per le piante. E’ il Tutto che pervade il romanzo, un Tutto che comprende appunto anche l’uomo, parte inscindibile di esso. 

Secondo Prišvin “la vita sulla terra è felicità” e dobbiamo cercare in tutti i modi di raggiungere la nostra felicità, cercando di andare più a fondo, oltre la superficie.

[…]… penso che non sia il dolore a farci comprendere fino in fondo la vita degli altri  – come pensavo quella notte, ma la gioia: che il dolore è come un aratro, esso non fa che rivoltare lo strato superiore e rivelarci la possibilità di nuove forze vitali. […]

Gran parte delle opere di Prišvin sono autobiografiche e questo perché lo scrittore russo considerava la sua creatività strettamente legata alla ricerca spirituale, al suo percorso di vita. 

Ginseng, pubblicato nel 1933, si richiama alla pianta – uomo dei cinesi, una pianta dalle grandi virtù magiche, la cui radice ha l’aspetto di un uomo. E’ un’erba perenne a cui in passato si attribuivano, tra le tante virtù, anche quelle toniche e afrodisiache. L’uso del suo estratto è partito dalla Cina e dal Giappone per arrivare poi in Europa e America. E verso il Ginseng, la radice di vita, si muove anche, inconsapevolmente, un giovane soldato, il protagonista della storia. Il ginseng è simbolicamente inteso come ricerca spirituale, ricerca del proprio percorso di vita.

E’ impensabile, a mio avviso, poter fare la recensione di Ginseng di Michail Prišvin. Come narrare la magia delle sensazioni? Io almeno non ci riesco. Posso dire solo che la storia narra di un giovane soldato russo che durante la guerra russo-giapponese del 1904 abbandona il fronte e si ritrova in territorio cinese. Della guerra non si parla affatto. Il libro è tutto uno svelarsi incessante di sensazioni ispirate dalla Natura, un turbinio di emozioni attorno all’esperienza diretta che il protagonista ha con Chau Lu, il cervo fiore, come lo chiamano i cinesi, e poi c’è Lu-Wen, un vecchio con cui il giovane soldato si dedica ad addomesticare gli animali selvatici, specialmente il cervo pomellato e dal quale imparerà molto.

Se pensate di leggere un libro “bucolico”, per così dire, siete fuori starda. Michail Prišvin non ci risparmia momenti lirici di dolore ad altissima tensione, come la mutilazione straziante delle corna di un cervo maschio, Occhi Grigi,  che, oltre a sopportare la pena disumano della mutilazione per mano del soldato e del suo vecchio amico, è costretto ad affrontare anche l’umiliazione di combattere per il suo harem contro altri cervi maschi senza potersi difendere adeguatamente per poi sentirsi anche ignorato dalle altre femmine in calore perché privo della propria bellezza virile:

[…]… le impalcature (qualcosa come uccidere un bambino sotto gli occhi della madre) in quella situazione Occhi Grigi non solo non lanciò un grido, ma non batté ciglio. L’esempio offertomi dal re dei cervi lo conservo in me come un ideale: ho constatato con i miei occhi e so ora che non esistono situazioni umilianti quando tu stesso non ti umilii […].

“La letteratura è la mia stessa vita”: l’originalità di Prišvin

Prišvin aveva una sorta di percezione religiosa della Natura, dalla quale scaturiva un inevitabile  senso di mistero. Una magia direi, che si svela all’uomo attraverso ogni aspetto della vita, dall’amicizia all’amore, a tutto il Creato. Il libro è ricco di sfumature, pensieri, splendidi tratteggi di una Natura forte, sensuale e splendida in tutte le sue forme, anche quelle brutali. 

Per Prišvin il Tutto è armonia, e quando l’uomo viola, anche minimamente, tale armonia con la Natura, l’intero equilibrio è pregiudicato. L’uomo, alterando l’armonia, compromette inevitabilmente se stesso e il Tutto di cui fa parte. Sì, se stesso, perché Prišvin sosteneva che per comprendere la Natura bisogna essere molto vicino all’Uomo, e allora la Natura sarà uno specchio, perché l’uomo contiene in sé tutta la Natura. 

foto di T. R. Shankar Raman da Wikipedia

Michail Prišvin è considerato il maggiore tra gli scrittori che hanno celebrato la Natura, e questo perché rispetto ad altri, è dotato di grande originalità. Certamente l’infanzia e la formazione hanno avuto un peso determinante nella costruzione della sua “filosofia naturale”. 

Prišvin, infatti, riuscì a penetrare così tanto la Natura, perché la analizzava con tre “occhi”: quello del professionista (era un agronomo), quello dell’esploratore e quello del bambino. Per questo era originale. 

foto di dominio pubblico

L’occhio dell’esploratore era allenato,  perché aveva girato l’Europa occidentale, l’Asia, la Crimea e gran parte della Russia ed era venuto a contatto con genti e culture diverse, anche molto primitive. Al temine di ogni viaggio metteva nero su bianco le emozioni che si erano impresse nel suo animo. Da ragazzo, invece, aveva vissuto a stretto contatto con i contadini di cui aveva apprezzato usi, costumi e tradizioni. Questo gli consentì di percepire bisogni e credenze ormai sopite nell’uomo civilizzato, come la fame, le superstizioni e gli antichi valori.  Da adulto invece, quando iniziò a lavorare come giornalista nel 1905 per il Notiziario russo, aveva parlato di persone e culture sconosciute in numerosi saggi e articoli. Ed è stata proprio l’esperienza a contatto con le genti un po’ più primitive che ha svelato a Prišvin la magia del legame tra Uomo e Natura. Ecco perché i suoi scritti vengono considerati fiabe

Prišvin carica di tensione emotiva luoghi e persone a tal punto che ne vien fuori non un reportage, ma una fiaba. Prišvin era un sognatore e questo fu uno dei motivi per cui non si schierò mai in politica e non appoggiò mai completamente la rivoluzione. 

[…]La terra natia, pensavo, non è la semplicemente dove sei nato; essa è piuttosto quella dove hai capito di esserti imbattuto nella tua felicità, dove le sei andato incontro, hai creduto in lei, a lei ti sei affidato; e di lì, dal punto stesso in cui si trova la felicità, hanno preso a spararti […].

Perché i racconti di Michail Prišvin sono fiabe

Prišvin, specialmente con Ginseng, cercò di parlare al cuore degli uomini spronandoli all’Amore gli uni verso gli altri, perché solo l’amore è il motore del comportamento morale. La rivoluzione, per Prišvin, stava mettendo le persone le une contro le altre, distruggendo quelli che erano stati i valori alla base della civiltà. Il Paese si stava avviando, secondo lo scrittore russo, verso un lento declino. 

Ovviamente, la scelta della fiaba era anche un espediente letterario per poter dire la propria in un periodo in cui qualsiasi altra opinione diversa da quella imposta, era fonte di guai. Prišvin allora, usò per i suoi protagonisti i personaggi della cultura popolare e del folklore russo. Nelle sue fiabe traspare sempre la lotta del bene contro il male, la ricerca della verità e della giustizia. 

Gli eroi dei suoi libri sono sempre persone felici, con una grande spiritualità, coraggiose e moralmente pure, capaci di sognare e di impegnarsi per realizzare i propri sogni tra mille difficoltà. La fiaba era l’espediente giusto per raccontare ciò che proprio non gli andata giù. 

L’uscita dell’Arabo nero (un racconto di viaggio che la penna di Prišvin trasforma in una fiaba orientale) nel 1923 a seguito di un viaggio in Asia, incontrò così tanto il favore del pubblico, che Gor’kij, dopo averlo letto, si offrì di pubblicare tutte le sue opere in una raccolta di tre volumi.

Ogni anno Prišvin viaggiava e scriveva. Per tutta la sua vita ha scritto fiabe, cioè storie e racconti di uomini, animali e piante, impregnati di pathos, emozioni e poesia, tali alla fine da risultare inevitabilmente meravigliosi e magici. I suoi protagonisti sono spesso bambini perché, secondo Prišvin, sono i bambini che hanno ancora vivo il senso della fiducia, della bontà e della sincerità. L’uomo deve ricordarsi di riconquistare la propria infanzia, diceva Prišvin.

Ginseng è un libro delizioso, dolce, commovente e umano. In questo periodo in cui la Natura è al centro del dibattito mediatico, la lettura di Ginseng di Michail Prišvin può essere un momento di intensa riflessione. 

Ps. E poi notate quante volte nomina l’Italia quando deve descrivere la bellezza del sole splendente che lo irrora di vita! Come posso non amare un libro così!:

[…]… e che sole! Brillava proprio come in Italia![…]; 

[…].. a giudicare dal sole invernale, intriso da una luce di sole italiano […]

Qui vi riporto alcune delle opere dello scrittore russo. 

Che tristezza, a parte Ginseng, in italiano non ho trovato altro!

  • L’arabo nero – (1923)
  • Il calendario della natura – (1925)
  • La catena di Kascej – (1927)
  • Il prato d’oro – (1926)
  • Zen-sen. La radice della vita – (1932)
  • Primavera spoglia – (1940)
  • Il gocciolio della foresta – (1943)
  • Il tesoro del Sole – (1945)
  • Gli occhi della terra – (1954)

Se il post ti è piaciuto, metti “mi piace” sulla mia pagina facebook o “like” su questo articolo. Grazie!

Seguitemi anche su:

Instagram: https://www.instagram.com/sguardoadest/

Twitter: https://twitter.com/Sguardoadest1

Pinterest: https://www.pinterest.it/SguardoAdEst/_saved/

Linkedin: https://www.linkedin.com/in/sguardo-ad-est-blog-47545b1ab/detail/recent-activity/

Telegram: https://t.me/Sguardo_Ad_est

Facebook: https://www.facebook.com/sguardoadest

Facebook: https://www.facebook.com/duck.amelia

YouTube. https://www.youtube.com/channel/UCRltYIZk55MiHbw45taqHhg

0 Comments

Leave A Comment

You must be logged in to post a comment.

Translate »