Brezza o tempesta? Non dimenticate il giorno di Stribog!
Non trascurate il giorno di Stribog, il dio dei venti, perché se non usate le giuste accortezze…potreste anche morire di fame!
Il signore dei venti
Il giorno di Stribog è ufficialmente il 21 agosto, data in cui in tutti i villaggi si festeggiava il supremo signore dei venti, una delle divinità più importanti degli antichi slavi, nato addirittura dal respiro di Rod, la più antica divinità slava, il creatore del mondo.
Il nome deriva dall’antica radice “starg”, il maggiore, il più anziano. Un accenno alla sua potenza la troviamo anche nel Canto della schiera di Igor, un capolavoro della letteratura russa antica. Qui, i venti sono chiamati i nipoti di Stribog che sferrano frecce contro l’esercito di Igor. Sì, perché Stribog aveva alcuni nipoti che, quando avevano la luna storta, lanciavano le loro frecce contro le nuvole nere trasportate dai venti, che poi riversavano sulla terra tuoni e piogge torrenziali.
Ecco i venti, nipoti di Stribog, soffiano le frecce dal mare contro la schiera valorosa di Igor. Rintrona la terra, scorrono torbidi i fiumi, la polvere copre i campi, gridano gli stendardi:
Avanzano i Polovesiani dal Don, dal mare e da ogni dove, le schiere russe sono circondate. I figli di Bes riempiono di grida la steppa, i valorosi Russi gli sbarrano il passo con gli scudi scarlatti!
Ma i nipoti non avevano tanto margine di manovra, erano comunque controllati dallo zio Stribog e senza la sua approvazione (il suono del suo mitico corno), non soffiava un alito di vento!
Gli antichi slavi ritenevano che Stribog, insieme al fratello Perun, potesse comandare tuoni e fulmini, ma anche fermare una tempesta o qualsiasi manifestazione naturale associata agli eventi atmosferici, al meteo diremo oggi, quindi neve, grandine, uragani e piogge. Non è un caso che negli antichi testi russi il signore dei venti è spesso accomunato ad un’altra divinità, Dažd’bog, il signore delle piogge.
La forza distruttrice di Stribog
Dove vive Stribog? Nessuno lo sa precisamente. Alcuni parlano di dimore dorate su isole sperdute, altri di palazzi favolosi ai margini di impenetrabili foreste, altri in paesi sconosciuti e lontani. Quest’ulta sembra la versione più in voga: Stribog, infatti, vivrebbe nella misteriosa isola di Bujan, nell’Oceano più profondo, con i suoi fratelli.
Il supremo signore dei venti ogni giorno ne crea ben 77 che lascia soffiare in tutto il mondo. La furia di quei venti può prosciugare interi fiumi e distruggere estese macchie di boschi. Che Stribog sia sia risvegliato? Guardando i notiziari degli ultimi anni direi che non solo si è risvegliato, ma è anche particolarmente arrabbiato!
Per gli antichi slavi, i venti, in particolar modo quelli che causavano i tornado erano temibili ma anche affascinanti e carichi di mistero. Li consideravano portatori di sventure e vi lanciavano contro di tutto: coltelli, pietre e bastoni. E quando non ce la facevano più, invocavano l’aiuto del dio Perun, il fratello di Sribog e lo supplicavano per un aiuto.
Il soffio del supremo signore dei venti è devastante. Può essere tanto forte da distruggere addirittura le fortezze nemiche, città e torri in pietra. E se ha deciso di accanirsi anche sul mare, prende le sembianze del suo aiutante, l’uccello mitologico Stratim(molto simile all’ Arpia) e inizia a sfrecciare sulle creste delle onde per agitare il le acque. Antiche leggende dicono che Stratim sia il progenitore di tutti gli uccelli. Vive nel profondo Oceano e quando inizia ad urlare, all’orizzonte si scorgono terribili tempeste in arrivo. L’uccello Stratim è anche in grado, con un solo battito di ali, di alzare onde tali da affondare navi e spazzar via intere città e foreste.
Stratim quindi è il perfetto alleato di Stribog, quando si tratta di andarci giù pesante! In realtà, Stribog non è una divinità crudele, ma, come il tempo, è un po’ variabile. A volte è magnanimo e rinfresca il contadino nelle torride giornate estive con qualche deliziosa folata di vento, ma quando gli capta una giornata no, si sfoga con terribili uragani che distruggono raccolti e capanne.
Tutti gli altri venti invece, quelli forti, ma gentili, le brezze, i venti dolci e silenziosi erano accomunati dagli antichi slavi ai figli e ai nipoti di Stribog.
Non dimenticate di venerare il giorno di Stribog
Considerando il vento un vero e proprio spirito, i contadini slavi se lo dovevano ingraziare, così come facevano con le altre divinità, affinché soffiasse sulle loro terre venti adatti al raccolto. Ecco allora che gli donavano scampoli di stoffa, nastri, grano, pezzetti di pane e cereali che spargevano, appunto, …al vento!
La vita di molti essere umani dipendeva da lui. Pensate ad esempio ai cacciatori. Il vento dalla parte sbagliata poteva far scappare un cervo, che avrebbe sentito l’odore dell’uomo. Pensate ad un guerriero o allo stesso cacciatore che mentre sta per scoccare la sua freccia per difendersi o per centrare la preda, subisce lo sberleffo del vento che gli devia la traiettoria.
Un contadino che non avrà reso il giusto omaggio con una tazza di miele nei campi avrà certo un pessimo raccolto l’anno seguente, perché Stribog allontanerà i venti carichi di pioggia dalle sue terre. E non ultimi i marinai, che si rivolgevano a Stribog per avere il vento in poppa e lo veneravano con ricchi doni prima di salpare.
Per ingraziarsi la divinità, il 21 agosto si organizzavano giochi in suo onore a tema “vento”, tra cui i mulinelli umani, una sorta di girotondo che teneva per aria il malcapitato! Avete presente il mulinello con i bambini quando li fate volare tenendo le loro manine strette strette? Ecco, quello. Pensatelo con un adulto!
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foto di copertina di dominio pubblico (Stribog,Andrej Shishkin)
Fonti:
- Slovar’ slavjanskoj mifologij, Russkij Kupez, 1995
- https://www.slavyarmarka.ru/tv-bog-stribog/
- https://www.gongoff.com/mitologia/leggende-slave/mitologia-slava-stribog
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